Suzuki MotoGP, i primi test in un video

Un video dalla Casa di Hamamatsu ci permette di fare il punto sullo stato d’avanzamento del progetto di rientro della Suzuki nella massima categoria. Con Brivo team manager, De Puniet e Aoki impegnati nello sviluppo
2 dicembre 2013

Punti chiave

 

Sembra proprio che in Suzuki facciano sul serio. Dopo il progressivo addio alla MotoGP – al disimpegno iniziale di metà team che nel 2010 lasciò a piedi Loris Capirossi ha fatto seguito l’anno successivo il ritiro, nonostante la squadra fino all’ultimo abbia tenuto duro arrivando persino a far provare nei test di Valencia 2011 la moto dell’anno successivo a Randy De Puniet, allora indicato come ormai certo sostituto di Alvaro Bautista.

Dopo un anno di pausa Suzuki ha però annunciato il rientro, facendo seguire quasi immediatamente i fatti: la nuova MotoGP è stata prontamente paparazzata in test privati, e sono bastate un altro paio di occasioni per capire cosa ci fosse sotto le carenature. La nuova Suzuki è una quattro cilindri in linea con albero motore controrotante e fasatura crossplane – un taglio netto al passato, quando la Casa di Hamamatsu, fedele al suo passato, correva con una V4.

 

La moto è apparsa subito piuttosto veloce e a punto, arrivando in diverse occasioni a girare in tempi interessanti. Il ventilato rientro nel 2014 è stato però presto sconfessato: Davide Brivio, che ha abbandonato la VR46 per guidare da Team Manager l’avventura Suzuki MotoGP, ha annunciato in giugno come non sarebbero entrati in griglia prima del 2015, una volta capiti meglio il valore della moto e della concorrenza, ma soprattutto una volta definiti con maggior chiarezza i regolamenti della massima categoria.

E’ difficile dare torto a Brivio, anche perché dopo le promettenti prestazioni dei test in corso di stagione (Suzuki ha partecipato agli appuntamenti ufficiali IRTA, a Barcellona, Misano e Brno, ma ha svolto diverse prove private fra cui quella del Mugello a cui il video evidentemente si riferisce) a Valencia sono arrivati i primi guai. L’adozione della nuova centralina unica Marelli – Suzuki si era inizialmente affidata alla più familiare Mitsubishi, già utilizzata sulla GSV-R – ma soprattutto l’inizio delle prove in configurazione gara, con il limite dei 20 litri di benzina, ha fatto emergere come prevedibile diversi problemi di guidabilità.

 

Questo non toglie nulla al valore assoluto della Suzuki, che ha scelto giustamente di lavorare allo sviluppo della moto senza la pressione dei Gran Premi e, soprattutto, le limitazioni a cui sarebbero soggetti una volta iscritti. La lanciamo così: una partecipazione come Wild Card, magari in una delle prove della tripletta pacifica, dove potrebbero provare in anticipo?

Gustatevi il video, ricco di immagini dei due tester De Puniet e Aoki impegnati sulla (bellissima, a nostro parere) Suzuki MotoGP. In attesa di vederla in pista per davvero.

 

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