Test MotoGP 2018 a Valencia: ecco come è andato il day 1

Si è girato in condizioni ideali, con la pista molto più veloce rispetto al GP. E’ finita con tre Yamaha nelle prime quattro posizioni, ma con giudizi differenti da parte dei piloti. Per Ducati un nuovo telaio (è solo il primo passo), Honda già con il prototipo 2018
14 novembre 2017

VALENCIA – Viñales (1’30”189) primo. Zarco (1’30”389) secondo. Rossi (1’30”519) quarto. Tutti con la Yamaha 2018? No, con le M1 2016 o 2017. Ma come? Zarco a parte, velocissimo anche nel GP, Rossi e Viñales non erano in grande difficoltà? Allora, cosa è cambiato? «Abbiamo avuto più tempo per bilanciare meglio la 2016, tempo che non avevamo avuto in gara» dice Rossi. Ci sta, ha una logica. Viñales, invece, non sa dare una spiegazione precisa per la sua prestazione. «Non è cambiato nulla dalla gara, ho usato le stesse moto utilizzate per tutto il fine settimana, girando di passo 1”5 più veloce. Sono stato efficace sia con la 2016 sia con la 2017» afferma Maverick, tornato davanti a tutti dopo un sacco di difficoltà. Anche Zarco ha usato – ed era la prima volta – la M1 versione 2017, la stessa tanto criticata dai piloti ufficiali. Risultato: secondo tempo a 0”200 da Viñales, e un gran passo. «Mi sono trovato molto bene con la moto 2017, ma non sono affatto sorpreso: il team ha fatto un grande lavoro, ha fatto solo piccole modifiche, che però hanno funzionato molto bene. Con la 2016 potevo essere veloce, ma per riuscirci dovevo usare troppa energia, mentre con la 2017 fai il 30% di fatica in meno. Questa M1 è meglio in frenata, più stabile, prepari meglio l’entrata in curva. Domani farò una verifica sulla distanza» sono le parole di Zarco.


YAMAHA: E ADESSO?

Proviamo a ricapitolare. Rossi ha utilizzato la moto 2016, continuando a preferirla alla 2017, ma sottolineando come continui a consumare troppo le gomme. Viñales ha utilizzato sia la 2016 sia la 2017, dicendo di trovarsi bene con entrambe. A domanda precisa – quale sceglieresti come base per la prossima stagione? – Maverick, però, non ha saputo rispondere. «Ho bisogno di provare ulteriormente la 2017 per avere delle conferme, dopo tutte le difficoltà che abbiamo avuto nella seconda parte della stagione». Rossi – al quale la 2017 non è mai piaciuta fin dal primo test effettuato qui nel 2016 – è categorico nell’affermare che la M1 di quest’anno non possa essere la base dell’anno prossimo. «Per me la situazione è chiara. La Yamaha ha fatto una moto per consumare meno le gomme, ma è più difficile da guidare e complessivamente più lenta. Secondo me bisogna usare la 2016 come base, cercando di migliorare la durata delle Michelin. Abbiamo tentato in 18 gare di sistemare la 2017, ma non ci siamo riusciti…» è la tesi di Valentino, che si infastidisce quando gli si fa notare che Zarco, con la 2017, è andato forte. «Sono contento per lui» ha tagliato corto il campione di Tavullia. Cosa farà adesso la Yamaha? Impossibile rispondere. «Non so quale versione del telaio 2017 ho utilizzato, e non credo proprio che le mie prestazioni possano diventare un problema per la Yamaha: non ho mai sentito dire che un pilota che va forte possa essere fastidioso… Del resto, con la M1 2017, i piloti ufficiali sono sempre stati competitivi, a parte le ultime gare: se la moto non fosse stata buona Rossi non avrebbe fatto una prestazione come quella di Aragón al ritorno da un infortunio» dice Zarco con una determinazione e una sicurezza che lascia stupiti. Ma mentre Johann dice che la 2017 è meglio in frenata, Maverick afferma l’opposto: «Con la 2016 sono più efficace in staccata, con la 2017 in accelerazione». Aiuto! Tutto rimandato, invece, per il motore 2018: Rossi è caduto dopo tre giri («non so perché») e solo domani verrà utilizzato veramente.

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DUCATI: UN NUOVO TELAIO

In Casa Ducati ha debuttato un nuovo telaio, che però non sembra avere comportato modifiche alla posizione del motore e del forcellone: è solo un primo prototipo. Dovizioso è parso soddisfatto («E’ stata una giornata positiva, ho avuto buone sensazioni e un feeling ancora migliore che in gara, anche se per il momento abbiamo fatto solo piccole modifiche per definire la moto 2018. Ho fatto anche qualche giro dietro a Pedrosa: ho potuto verificare pregi e difetti»), Lorenzo è più tiepido («Per il momento, non abbiamo migliorato la velocità di percorrenza in curva»). In ogni caso, una giornata positiva per la Ducati.


HONDA: PROTOTIPO 2018

In Casa Honda, entrambi i piloti hanno utilizzato il primo prototipo 2018, modificato nel telaio, nel motore e negli scarichi. Márquez non si sbilancia: «E’ ancora troppo presto per parlare di punti forti e deboli» ma secondo il nostro ingegner Giulio Bernardelle la Honda è quella che lavora nel modo più razionale. Da segnalare che al terzo giro Márquez ha effettuato un ennesimo salvataggio, questa volta alla curva 10, simile a quello fatto in gara…


APRILIA: NUOVI ASSETTI

In Casa Aprilia non ci sono grandi novità, ma si è lavorato molto sugli assetti per definire la base del prototipo 2018. Come sempre veloce Aleix Espargaró, non troppo entusiasmante il debutto di Scott Redding (15esimo a 1”886).


FRANCO MORBIDELLI

76 giri per Franco Morbidelli, 18esimo a 2”573. «La moto era in configurazione “allenamento”, quindi un po’ sgonfia di potenza. Sono rimasto impressionato dall’impennamento della ruota anteriore, ma mi sono divertito molto». Nel “live” di Moto.it trovate tutte le dichiarazioni dei protagonisti.

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