Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Un’altra grana per il team di Max Biaggi in Moto3. La soddisfazione per i bei risultati di Sasaki in pista non basta a riportare la serenità dentro il box dopo i fatti di Aragon: ricorderete quei due meccanici che tentarono di bloccare maldestramente un pilota avversario nella corsia box, e che per due trasferte sono stati lasciati a casa. Ora la squadra di Biaggi ha dovuto decidere addirittura di licenziare in tronco un altro suo elemento, protagonista di un episodio ancora più grave.
Il fattaccio risale al 2019 ed è venuto pubblicamente alla luce dopo la pubblicazione di un video sui social, video ampiamente condiviso: questo meccanico fu ripreso mentre insultava e picchiava il giovane britannico Tom Booth-Amos nei giorni del GP di Thailandia. Tre anni fa la persona era inserita nella squadra CIP-Green Power, oggi è tra gli effettivi del Max Racing Team. O meglio, era: dopo la Malesia infatti resterà a casa.
Dorna e FIM hanno diramato un comunicato di appoggio alla squadra di Biaggi: "FIM, insieme a IRTA e Dorna Sports, ritiene che sia la decisione corretta e supporta pienamente l'azione intrapresa dal team nel terminare il contratto del soggetto interessato. Gli abusi non sono e non saranno tollerati. Tutti continueranno a lavorare per rendere il paddock della MotoGP un ambiente di lavoro sicuro al massimo possibile".
Next time our rider says it’s the bike not him!! 😬🤣🤣🤣 pic.twitter.com/LADQ53Ad9H
— Steve Brogan (@steve17brogan) September 30, 2022
Un episodio come questo accaduto quattro anni fa naturalmente è gravissimo, come è grave che un individuo del genere possa aver continuato a lavorare nel paddock del motomondiale. Chi ha visto le immagini dice che il pilota inglese fu aggredito dal suo meccanico con calci, pugni e insulti. Sembra che il giovane Tom, poco prima, si fosse lamentato pubblicamente, anche con la stampa, della poca competitività della moto.
Viene facile però fare della satira. Chiariamo bene: quel meccanico non è capace di controllarsi, è un violento, e dunque non può assolutamente continuare a lavorare nei box del motomondiale. Non si possono tollerare questi comportamenti, qui come altrove. Anche perché - sia consentito un sorriso - i piloti che si lamentano della scarsa competitività della moto sono tanti, oggi come ieri. Se ogni volta venissero aggrediti e picchiati dai loro meccanici avremmo due effetti: uno a breve e l’altro a medio termine. In pochi GP avremmo la clinica mobile intasata (fin che c’è), e dopo qualche mese non avremmo più lamentele dentro il box.