Una vita da Marco Melandri: Ducati e "quella moto può guidarla solo Casey Stoner!" [VIDEO] - Parte 3

Una vita da Marco Melandri: Ducati e "quella moto può guidarla solo Casey Stoner!" [VIDEO] - Parte 3
Ecco la terza parte della nostra intervista esclusiva al pilota classe 1982
24 marzo 2025

Ed ecco anche la terza parte scritta dell'intervista che Moto.it ha fatto con Marco Melandri a Lugano, dove l'ex pilota vive con la moglie e la figlia. L'intervista è stata realizzata da René Pierotti, il montaggio e le riprese sono di Luca Catasta.

Vi ricordiamo che sotto e sul canale YT di Moto.it trovate la versione VIDEO integrale.

A Eicma 2024, quando abbiamo fatto l'intervista scorsa, mi hai raccontato un aneddoto di Casey Stoner che poi abbiamo estratto in un reel che che è andato molto bene ha fatto un sacco di visualizzazioni. Tu mi dicevi che insomma, non so se si può dire, Stoner non era proprio contento di quello che hai raccontato...

"No, secondo me non aveva capito bene il senso, perché comunque io ho parlato bene di lui, dicevo che faceva cose che nessun altro era in grado di fare, capito? Proprio d'istinto, di automatismi, lui aveva una dote che non ho mai visto in nessun altro. Si era si è risentito quando ho detto che che lanciava anche il casco quando si arrabbiava, ma quello tutti i piloti che vogliono raggiungere un certo livello ci credono talmente tanto che, quando ti arrabbi... non è che lanci il casco, cioè lo metti nel tuo angolo, però lo sbatti dentro, capito? È normale dopo che hai perso una gara, dopo che hai avuto un problema tecnico, hai fatto un errore che sapevi che potevi evitare, sei arrabbiato perché rischi di buttar via un campionato, una stagione, oltre che la gara in sé e io gliel'ho detto: 'Guarda, non ho detto che hai fatto cose strane, l'ho detto per far capire che sei un essere umano'. Ho detto quello che pensavo, cioè che quello che facevi te era un qualcosa che nessun altro riusciva a fare in moto, così come dopo il primo giorno di test dissi a Preziosi 'Pagate Stoner tutto quello che vi chiede perché non troverete nessun altro che vince con questa moto, non c'è, non esiste!'"

Dopo il primo giorno di test?

"Sì, dopo il primo giorno l'ho detto, infatti non è che siamo partiti col piede giusto, però era la realtà, non una lamentela. E difatti è stato così, chiunque è arrivato dopo ha fallito con quella moto, fino a che non è cambiato tutto. Dall'Igna ha impiegato anni per rifare una moto completamente diversa"

Quella moto fisicamente ti sfiniva? 

"No, più che altro morivi di caldo, mi ricordo che in Malesia non riuscivo a tenere le mani sulle manopole, era mostruosa, allucinante, era una moto cioè... si erano messe assieme diverse cose che l'hanno resa ancora più difficile, tipo nel 2007 Bridgestone aveva iniziato a fare delle gomme che funzionano veramente molto bene, nel 2008 invece non c'era ancora il monogomma, ma si andava ad avere delle gomme molto rigide, sempre più rigide di carcassa e Ducati era già una moto incredibilmente rigida, perché il motore era portante davanti, aveva un telaietto così di carbonio e quindi era impossibile sentire le gomme in terra. Io non sentivo nulla, potevo cambiare due gradi d'angolo di sterzo e non sentivo niente, Stoner continuava ad andare forte però iniziava a cadere tanto, cioè iniziava a far fatica anche lui. Normale che in Ducati vedevano uno che vinceva, l'altro che prendeva un secondo e mezzo ed è stato difficile, poi ho iniziato a vedere psicologi, però neanche neanche loro mi hanno cambiato"

Con quella moto lì, stavo pensando, Capirossi ha fatto bene, Stoner ha fatto bene...

"Capirossi ha fatto bene col 1000 e nel 2007 qualche gara benino, però ti dico era un anno diverso, Yamaha e Honda non
andavano avanti il primo anno di 800 se ricordi, Ducati mi dava 20 km in dritto, poi nel 2008 le gomme le hanno irrigidite ancora, quindi la moto diventata rigidissima e le altre moto hanno iniziato a andare più forte. La 800 ha mietuto vittime perché poi, a parte Stoner, Hayden dopo di me, Valentino che comunque ha rifatto tre moto in un anno, ma non ha cavato un ragno dal buco"

Come andò la trattativa con Livio suppo per arrivare in Ducati?

"Lì è stata pura follia, nel senso che è fantascienza. Nel 2006 avevamo firmato per il 2007, cioè nel 2007 dovevo andare in Ducati, però poi in Portogallo, quando Gresini venne nel camper eravamo io, Gresini e Vergani e ho detto a Fausto: 'Io vado in Ducati, perché tanto ho capito che in Honda non ho futuro'. Perché dopo il 2005 che feci secondo e prima Honda, dovevo andare in Hrc, invece presero Pedrosa perché era spagnolo, e lì capii che non avevo più futuro in Honda"

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E Gresini?

"Fausto si incazzò di brutto, non l'ho mai visto così incazzato. Alla fine io avevo il diritto di prelazione, ovvero a parità economica dovevo restare con lui, ma era molto molto più alto di quello che prendevo prima da Gresini. Lui mi disse
'No cazzo, voglio un top rider, ti devo pagare da top rider', e quindi restai lì e dissi 'va bene Fausto, io resto però facciamo Bridgestone', perché io di Michelin non mi fidavo più, troppe volte ho buttato nel cesso gare perché qualcosa non funzionava. Ed era la scelta giusta andare con Bridgestone nel 2007, il problema è stato che Honda ci doveva dare la moto ufficiale, ma non ci ha mai dato nulla. Comunque a fine 2006 firmai già per il 2008 con Ducati, cioè più di un anno prima"

Insomma Suppo voleva te...

"Sì, il primo anno in 125 ero con Livio e ha visto che avevo talento, poi in Ducati è andata male purtroppo, non è colpa di nessuno, nel senso che la moto chiaramente ahimè ho avuto ragione io, non era competitiva, però capisco anche loro che come ho detto vedevano Stoner vincere e vedevano me far fatica, passavo ore e ore nel garage a guardare i dati di Stoner, ad un certo punto mi dicevano 'tu pensi troppo ai problemi che hai, devi guidare di più' e quindi iniziai a vedere psicologi, ho provato tante strade, capito?"

... Continua prossimamente con la quarta parte...

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