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Dall'introduzione del regolamento che ha limitato a sei il numero di propulsori quasi nessuna delle case ha avuto problemi nel rispettare il vincolo, sia pure con qualche eccezione. Suzuki, a cui venne concessa una deroga in virtù dei problemi di competitività espressi, e Ducati, che lo scorso anno punzonò l'ormai celebre settimo motore per poter utilizzare il nuovo telaio scatolato in alluminio facendo sì che Rossi dovesse prendere il via dai box per la gara di Aragòn.
Al Mugello, giro di boa della stagione, solo cinque dei dodici piloti su prototipi hanno utilizzato quattro motori. Bradl e Bautista con le Honda private, nonché Lorenzo, Crutchlow e Dovizioso sulle Yamaha. Le Honda ufficiali si confermano come le moto più parsimoniose in termini di usura propulsore (punzoneranno il quarto a Laguna per poter utilizzare la versione 2013 provata nei test di lunedì, ma tecnicamente non ce ne sarebbe bisogno - Stoner è addirittura ancora al secondo) ma anche le Yamaha non sembrano da meno: Spies sta ancora utilizzando il terzo, e Lorenzo è stato costretto ad utilizzare il quarto solo a seguito del disastroso incidente di Assen costatogli appunto un motore. Anche Ducati sta proseguendo in linea con il ruolino di marcia, con i propulsori in arrivo a Laguna semplicemente predisposti per le nuove parti interne che ne dovrebbero addolcire il carattere - quando arriveranno.
Quadro più preoccupante per quanto riguarda le CRT, alle quali il regolamento concede dodici motori a stagione. Propulsori non nati per l'impiego in MotoGP, quelli che spingono le CRT si sono rivelati molto più soggetti ad usura, con tutti i piloti già a quota sei unità punzonate, comunque in linea con le percorrenze attese nell'arco della stagione. Fanno eccezione, in negativo, le ART del team Aspar, non a caso regolarmente le più veloci in pista. Randy De Puniet è addirittura a quota otto (ma paga diverse cadute con conseguenze dannose per il motore) e Aleix Espargaro a sette.
I propulsori Aprilia utilizzati sulle CRT sono al massimo stato di preparazione utilizzato in Superbike o forse anche qualcosa di più, nel tentativo di compensare al meglio il deficit di cavalleria dai prototipi, e stanno iniziando a pagare pegno. I materiali e le soluzioni impiegati per la realizzazione di propulsori di serie non sono le stesse che vengono utilizzati per i motori delle MotoGP. Nati per l'uso stradale, devono costare cifre diverse e non hanno le stesse esigenze di durata in termini prestazionali; le lunghissime percorrenze che garantiscono nell'impiego normale, a questi livelli di potenziamento, non si riflettono in quello agonistico - facendo una media sui dati attuali, possiamo stimare una durata di circa 1400km per motore derivato dalla serie contro i circa 2800 garantita dai prototipi.
Ci potremmo attendere CRT ancora più lente sul finale di stagione, anche se la penalizzazione imposta per il punzonamento di un motore aggiuntivo non penalizza le CRT quanto un prototipo. Partire dai box, sia pure con ritardo, non è comunque molto diverso dal farlo in fondo allo schieramento.