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Il nove volte Campione Valentino Rossi è giá salito sul podio in ben otto occasioni quest’anno (numero maggiore dei sei risultati utili raggiunti nel 2013) e sostiene che l’evoluzione del suo stile di guida negli ultimi mesi sia stato il vero fattore chiave.
«Come prima cosa, il punto che mi ha fatto fare la differenza rispetto all’anno scorso è stata la frenata - spiega Rossi - Poi ho lavorato tanto sul mio stile di guida; con un anno d’esperienza in più sulla Yamaha, ho cercato di modificarlo e di adottare uno stile più moderno, che si adattasse maggiormente a queste gomme con le quali bisogna guidare la moto più con il corpo rispetto all’angolo di piega».
A riguardo degli obiettivi della seconda parte di stagione e della voglia di stare davanti al proprio compagno di squadra nel team Movistar Yamaha MotoGP, Rossi aggiunge:
«C’è una grande sfida in atto, che continuerá sino alla fine della stagione, perché io sono davanti in classifica, ma lui mi vuole raggiungere. Più o meno siamo lì. Inoltre dobbiamo cercare di battere le Honda anche in Campionato: Pedrosa non è troppo lontano!»
Ero arrabbiato, ma adesso ho capito di aver sbagliato. Anche perché il trattamento in Yamaha è sempre stato paritario
Volgendo lo sguardo indietro alla sua partenza dalla Yamaha, il Campione di Tavullia ha dichiarato:
«Nel 2010 è stato un errore andare alla Ducati. Ero arrabbiato con la Yamaha perché dopo avere vinto tanto con loro, hanno deciso di mettermi accanto un compagno di squadra molto forte come Lorenzo. Ero arrabbiato, ma adesso ho capito di aver sbagliato. Anche perché il trattamento in Yamaha è sempre stato paritario».
Parlando poi del suo rapporto con il mariochino, Campione del Mondo nel 2010 e nel 2012, il "Dottore" ha aggiunto:
«Non ho mai litigato con Lorenzo, siamo grandi rivali ma i nostri rapporti sono buoni. C’è una bella atmosfera nel team, anche se naturalmente siamo ‘nemici’. La storia dello scarico ad Assen è stato un errore della Yamaha, perché dovevano darne una a entrambi. Ma si è trattatodi una polemica per ’ridere’, niente di toppo serio».
Infine Rossi riconosce quel che è il suo unico scopo, l’unica ragione che dá un senso alla vita e la carriera di un pilota:
«Sono felice ma non al 100% perché non ho ancora vinto, mi manca la vittoria!»