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Graziano Rossi non è stato un buon padre. Lo ha detto suo figlio Valentino, spiegando subito, però, che quel giudizio è riferito al “non essere stato un padre convenzionale”. Insomma, uno che “non mi portava al parco o a fare altri giochi, per lui giocare aveva comunque sempre a che fare con i motori”. Un babbo fuori dagli schemi, quindi, che, però, con i suoi modi istrionici ha messo le radici di una carriera leggendaria nel motorsport: quella di Valentino Rossi.
“Lui è stato molto importante per me – ha aggiunto Valentino Rossi nell’intervista rilasciata a SpeedWeek – Una figura iconica nella mia vita. Guido una moto perché lui era un pilota da corsa. Non mi ha spinto, ma la sua influenza su di me è stata molto grande. L'ho guardato e ho sempre voluto guidare da solo. Parliamo spesso, ma tutte le nostre comunicazioni riguardano principalmente le moto. Quando passavamo del tempo insieme, mi guardava e diceva: 'Cosa facciamo adesso? Ah, ho fatto una piccola moto; Eccoci qui!”.
Spirito eclettico e creatività, quindi, per un Valentino Rossi bambino che ha ritrovato le stesse caratteristiche anche in sua mamma Stefania: “Anche mia mamma mica è tutta normale – ha scherzato – Voglio dire: una che passa parte della sua vita con Graziano non la puoi definire normale. E forse il gene della velocità ce lo ha trasmesso lei, visto che anche mio fratello Luca va forte ed è arrivato in MotoGP. Quando ho fatto notare questa cosa a Graziano, però, ha detto che io ho preso da lui”.
Gioco e battute, dunque, con Graziano che, però, non ha preso molto con il sorriso un’altra decisione del figlio: quella di smettere con le corse. “Ha spinto molto perché decidessi di continuare ancora – ha concluso Valentino Rossi - 'Accidenti, Graziano... ho 42 anni adesso e guido da 25'. E lui ha risposto: 'No, non devi fermarti! Cosa vuoi fare quando smetti?' Un'altra cosa che ho imparato da lui, e che per me è molto importante, è stata di non prendere tutto troppo sul serio”.