Valentino Rossi: "Sono pronto a tornare competitivo"

Valentino Rossi: "Sono pronto a tornare competitivo"
Dian Dsulistiyo in esclusiva per Moto.it ha intervistato Valentino Rossi in occasione della presentazione del nuovo logo Semakin di Depan, sponsor del team Yamaha Racing
26 gennaio 2013

Punti chiave

Il 25 gennaio 2013 dopo il lancio del nuovo logo della Yamaha Indonesia Semakin di depan abbiamo intervistato in esclusiva il nove volte campione mondiale Valentino Rossi in un’occasione speciale: il ritorno in "Blue" insieme alla sua Yamaha M1.
 

Benvenuto Valentino Rossi, è un onore averti di nuovo in Indonesia; la nostra prima domanda è un po’ generale: molti dicono la Moto GP è “Valentino Rossi”, cosa ne pensi?

«Credo di essere un simbolo della MotoGP perché ho vinto molto e soprattutto l’ho fatto nel periodo in cui le gare erano divertenti da guardare. Penso quindi di avere divertito molte persone, e molti hanno iniziato a seguire la MotoGP per le mie grandi battaglie con diversi avversari. Per questo ho ancora molti tifosi anche dopo due anni difficili. Ma io sto diventando vecchio... diciamo non più giovane, e ci sono un sacco di piloti di talento che stanno crescendo e sono più veloci e competitivi. Ma sono molto felice di continuare a correre in MotoGP».

Quale sarà per te la più grande minaccia tra i giovani esordienti?

«Per me Marc Màrquez sarà il rookie più veloce, perché è molto giovane e molto forte. In più ha vinto già un sacco di gare nella sua carriera e correrà per il team Honda che gli darà il massimo supporto tecnico. E anche Andrea Iannone, ma per lui sarà più difficile con la Ducati, anche se credo che abbia il talento per fare bene in MotoGP».

 

La moto è simile a quella del 2010 ma è più veloce sia come velocità di punta che come accelerazione perché è 1000 cc

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Vorrei parlare di quando hai guidato a Valencia la M1: cosa hai provato? Voglio dire che con questa moto hai vissuto dei momenti intensi, come nel 2004, quando sei arrivato per la prima volta in Yamaha, nel 2010 quando hai detto addio alla M1 e ora nel 2013 quando ci ritornerai in sella.

«Ho delle buone sensazioni perché ho provato la M1 sul bagnato e sono andato bene. Anche con la Ducati avevo un buon feeling, ma mi sento meglio con la Yamaha, anche se ho girato solo sotto l'acqua. La moto è simile a quella del 2010 ma è più veloce sia come velocità di punta che come accelerazione perché è 1000 cc. Credo che Yamaha debba lavorare molto per migliorare in uscita di curva. In gara sarà la stessa cosa, ma già la M1 è ad un livello di eccellenza.


Quindi è ancora la tua bambina…

«Sì di sicuro (ride, NDA)».


Gli ultimi due anni sono stati molto difficili, perché sei salito sul podio solo tre volte. Quest’anno quando tornerai sul podio ci aspettiamo un festeggiamento eccezionale. Le tue celebrazioni di fine gara ci sono mancate davvero molto.

 

«Per me si può festeggiare solo quando si vince la gara, un podio non è sufficiente: quando riusciremo a salire sul gradino più alto, penseremo a un giro d’onore speciale».


Nel regolamento 2013 sono state introdotte norme per penalizzare i piloti che guidano in modo troppo aggressivo, qual è la tua opinione? Sarà un bene per questo sport oppure no?
«Questo è uno sport pericoloso, quindi è bene avere qualche regola. Ma il motociclismo, da quando esiste, è sempre stato uno sport duro: devi combattere al 100% con il tuo rivale fino all’ultimo giro. E’ importante farlo, quindi un contatto ci può stare: questo non significa comportarsi da incoscienti: io ritengo un’arte battagliare tra due piloti».

 

Credo che il futuro della MotoGP sarà una moto a metà tra il prototipo completo e la CRT


Parliamo di CRT. Alla maggior parte dei piloti e degli appassionati non è piaciuta l’introduzione di questa formula. Tu sei stato tra i pochi a dire a dire che secondo te sarebbe stato un bene per il Motomondiale a causa della crisi economica: secondo te, nel 2012, le CRT hanno rispettato le aspettative?
«Nella prossima stagione qualcosa cambierà, perché credo che il futuro della MotoGP sarà una moto a metà tra il prototipo completo e la CRT. Credo che Honda e Yamaha inizieranno a muoversi in quella direzione e non possiamo, considerata la crisi economica, continuare a pensare le moto come erano cinque anni fa, perché è troppo costoso. Poi bisogna raggiungere il numero minimo di 20 moto in griglia. L’anno scorso senza le CRT sarebbero state solo 12. Una cosa piuttosto triste. Quindi penso che in futuro sarà qualcosa a metà tra il prototipo completo e le CRT».


In Indonesia, abbiamo un circuito, ma non più per la MotoGP: conosci il circuito di Sentul?

«Certo! Ho corso a Sentul nel 1996 e nel 1997 quando ho vinto il GP della 125».


Cosa suggerisci per fare in modo che il circuito di Sentul possa ospitare di nuovo La MotoGP?

«Per me sarebbe una cosa moto importante. Basta vedere il caso della Malesia, dove la MotoGP è cresciuta, soprattutto per merito di Sepang. E’ un grande circuito, uno dei miei preferiti. Penso che anche l'Indonesia dovrebbe ospitare una gara: la pista è bella, ci sono molti appassionati e molti tifosi della MotoGP. Potrebbe essere una buona pista ed è molto importante per sostenere i giovani piloti».


Quando ricevi regali dai tuoi fan durante le gare in tutto il mondo che cosa ne fai? Hai un posto speciale a Tavullia per conservarli?

«Sì, sì ho un posto grande dove riporre tutte le mie cose e i ricordi dalla mia carriera, le tute, un paio di guanti, alcune moto e un sacco di regali dai miei fan».


Vuoi fare un saluto ai tuoi tifosi in tutto il mondo e in particolate a quelli indonesiani?

«Ciao da Valentino a tutti i fan indonesiani e grazie per la passione e il sostegno, sono molto felice di essere di nuovo qui in Indonesia con la Yamaha, e spero che vi possiate divertire a seguire questa stagione della MotoGP. Ciao».

Dian Dsulistiyo

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