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Valentino Rossi in rimonta era un'immagine abbastanza consueta qualche stagione fa, quando le moto erano un po' meno intelligenti e non costringevano i piloti a girare fotocopiando le traiettorie giro dopo giro, pena perdere un centesimo mai più recuperabile.
Era davvero un po' che non si vedeva nella classe regina un recupero come quello di Valentino al GP del Qatar. Almeno in condizioni normali di gara, perché con il bagnato, si sa, le carte si sparigliano e si può vedere davvero di tutto.
Forse non tutti se lo ricorderanno, ma Rossi iniziò la sua lunghissima serie di vittorie nella classe regina del motociclismo - allora era la 500 - con una rimonta. Era il 2000, a Donington: in quel caso la pista era mezza bagnata e mezza asciutta, e Rossi partì intruppato a metà schieramento.
Evidentemente però Valentino sapeva qualcosa che gli altri non avevano ben chiaro: in tredici giri si portò a tre secondi e mezzo dal trio di testa, al diciassettesimo si mise a duellare con i due pretendenti alla vittoria (Roberts jr, che a fine stagione vinse il titolo, e un McWilliams la cui Aprilia bicilindrica era efficacissima in quelle condizioni di scarsa aderenza). A tre giri dalla fine Rossi prese il comando e non lo mollò più, ottenendo la prima delle sue 79 vittorie nella classe regina.
L'altra rimonta di un certo spessore di Rossi non è finita con la vittoria, ma con un "banale" secondo posto, a Barcellona 2003. Valentino stava amministrando la fase centrale della gara, quando un attimo di distrazione nel duello con Capirossi al diciassettesimo giro gli costò un brutto lungo nella ghiaia.
Otto secondi e mezzo da recuperare in otto giri, con quattro piloti da saltare (e in mezzo ci sono i Nakano, Biaggi ed Edwards dei tempi migliori). Gara finita per chiunque, non per Rossi, che si mise a martellare sui tempi del primo, ricucendo il distacco dal gruppetto degli inseguitori e macinandoli tutti al penultimo giro. Capirossi era ormai lontano, impegnato a regalare la prima vittoria alla Desmosedici, ma poche volte come quel giorno la superiorità del pacchetto Rossi-Honda fu evidente.
Non fosse bastato quell'episodio, un'altra rimonta - per quanto atipica - Rossi la fece nella gara di Phillip Island dello stesso anno. Al quinto giro Valentino prese la testa della gara e non la mollò più, ma poco prima di metà corsa un sorpasso in regime di bandiera gialla gli costò 10 secondi di penalità, che avrebbe significato finire dietro alla Ducati di Loris Capirossi.
Difficile farlo capire al pilota, ma dai box esposero a Rossi una tabella in cui veniva indicato "P2" con un distacco di poco meno di 10 secondi. Valentino capì al volo e decise che valeva la pena di provarci. Dal sedicesimo al venticinquesimo giro non salì mai sopra l'1'32", recuperando oltre 15 secondi a Capirossi. All'ultimo giro, quando gli venne comminata la penalità, il distacco totale è comunque rimasto superiore ai 5 secondi.
Molti pensarono che prove del genere sulla Yamaha non gli sarebbero più riuscite, ma si sbagliavano. Le gare nel frattempo erano cambiate, l'elettronica iniziava ad avere ruoli sempre più rilevanti, ma condizioni particolari hanno sempre aperto la porta a prestazioni di assoluto spessore da parte di Rossi.
Nel 2005, anno in cui l'accoppiata Valentino-M1 sembrava semplicemente onnipotente, il diluvio di Donington fu teatro di una delle rimonte più incredibili della storia del motociclismo moderno. Partito con calma, Rossi gestì la gara restando attaccato alla testa fino al dodicesimo giro, quando un lungo gli costò oltre quattro secondi. Rossi recuperò due secondi a tornata, risalento al secondo posto in due giri e andando in testa a quattro giri dal termine. Vittoria, applausi e incredulità generale.
La gara che forse più ricorda quella di domenica è Sepang 2010, non a caso l'ultima vittoria di Valentino. Uno scroscio di pioggia e una sbavatura nella prima tornata gli fecero tagliare il traguardo al primo giro solo nono a due secondi e mezzo dalla vetta. Una rimonta che apparve impossibile a tutti i commentatori dell'epoca, a tutti tranne al pilota stesso, motivato dalla fortissima rivalità con il compagno di squadra Lorenzo che, proprio in quel giorno, era avviato a conquistare il suo primo titolo iridato in MotoGP.
In dieci giri Valentino si riportò sulla testa della gara, incalzando Lorenzo e Dovizioso, per poi prendere la testa e non mollarla più all'undicesimo. Da allora sono passati tre anni. Sembra proprio che Rossi stia riprendendo il discorso da dove l'aveva lasciato.