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SEPANG – Te lo aspetti deluso, o quantomeno preoccupato, invece Valentino Rossi è abbastanza sereno. La classifica dice che Valentino è 12esimo in 2’03”365, a 1”791 da Stoner, secondo tra i sei piloti Ducati a poco più di due decimi da Randy De Puniet: come dire un risultato ben lontano dalle sue possibilità, specie su una pista dove Rossi in passato ha sempre dominato. Ma viste le condizioni della spalla destra, Vale dice che va bene così.
“Siamo contenti di come è andata – sono le sue parole – perché dopo il test di Misano con la Ducati SBK eravamo molto pessimisti, perché la spalla mi faceva molto male. Invece qui, con la Desmosedici, riesco a guidare meglio e anche la tipologia della pista mi dà meno fastidio alla spalla e siamo riusciti a fare un buon lavoro. Abbiamo tante cose da fare e sarebbe importante stare bene il prima possibile, però bisogna ancora aspettare. Ho fatto anche una visita dal Dottor Castagna (che l’ha operato insieme al Dottor Porcellini, nda): è molto tranquillo, ma mi ha detto che ci vuole tempo. Diciamo che adesso la spalla è al 50% della forza e della mobilità: speriamo di essere all’80% per il Qatar.
Sulla moto abbiamo lavorato bene, stiamo cercando di fissare un po’ di cose, come la posizione di guida. Con questa moto si può fare di tutto, ha un sacco di regolazioni diverse e c’è tanto lavoro da fare per capire quello che va meglio. Perdo un sacco in rettilineo e nelle frenate forti sulla destra, come la curva 1, la 4, dove lascio quasi un secondo. Rispetto a Valencia riesco a guidare la Ducati molto meglio e nei pezzi veloci sono già piuttosto competitivo. Stiamo cercando di capire che via seguire come bilanciamento della moto tra davanti e dietro: ricominciare da zero è sempre divertente e stimolante. Fino a quando sono riuscito a spingere un po’ con la spalla, nei primi 20-25 giri, ero a circa un secondo dai primi, non troppo lontano, poi nel pomeriggio ho fatto più fatica e abbiamo fatto delle uscite più corte e delle pause più lunghe per cercare di recuperare. Abbiamo provato le gomme dure, quelle morbide, tante cose: non è male, sono contento. Più giro e meno forza ho e quando ho meno forza mi comincia a fare più male: adesso l’importante è riuscire a recuperare bene stanotte, per poter fare altri giri domani.
La moto l’ho trovata molto meglio di Valencia: sono stati fatti degli interventi per avere un migliore feeling davanti e che sia efficace in accelerazione. Nei primi test mi si impennava moltissimo e non ce la facevo ad aprire il gas, invece adesso abbiamo migliorato tanto. Nel pomeriggio abbiamo fatto un ulteriore passo in avanti e adesso sono contento della GP11. Questa è una moto diversa dalle giapponesi, con i suoi vantaggi e i suoi svantaggi: questa è molto rigida e stabile, ma nella parte posteriore si comporta in un altro moto. Secondo me non deve cambiare tanto: dobbiamo sfruttare gli aspetti positivi e cercare di migliorare quelli negativi. Ma il DNA della Ducati è questo e rimarrà tale. Poi bisogna fare un lavoro di adattamento al mio stile di guida, io mi devo adattare a lei perché si guida diversa, ma ce la possiamo fare”.
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