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“Sono stato molto preoccupato per la situazione, ho sofferto da matti il non poter vedere mio nonno e ho letto tantissimo, soprattutto libri sulla motivazione. Ora aspetto solo di poter tornare alle gare, prima possibile e in ogni condizione, e di poter tornare anche al cinema, visto che a giugno uscirà il sequel del film da cui ho preso il nome” - Parola di Viñales: "Aspetto Top Gun". Maverick, il pilota. Come Tom Cruise in Top Gun, che sarà di nuovo nelle sale dal 26 giugno prossimo.
Sintetizzati al massimo il passato e le aspirazioni future del pilota di punta di casa Yamaha (visto che Valentino è ai saluti), per Maverick Viñales: è tempo di concentrarsi sul presente. “Dopo oltre due mesi in Andorra – ha detto – quando ho potuto ritrovare una moto ci sono stato sopra per tre giorni di fila”. L’occasione l’ha fornita il circuito di Pas de La Casa, con la piccola motard di Viñales che è stata chiamata agli straordinari per assecondare la voglia dello spagnolo di allenarsi sull’asfalto e tra le curve. “Certo – ha aggiunto – siamo lontani dalle prestazioni e dai parametri di una moto da gran premio, ma è un buon allenamento e, soprattutto, è stato l’unico possibile. Senza moto non riuscivo più a starci”. Nella lunga intervista rilasciata al giornale spagnolo AS, Maverick parla anche della stagione che lui e gli altri piloti del Motomondiale si preparano ad affrontare: “Sarà un mondiale sprint, con meno gare e alcune sugli stessi circuiti – ha commentato – Personalmente però non mi importa, voglio solo tornare a correre, ho bisogno della velocità. Certo, non si potranno fare errori e sarà necessario andare sempre a punti, ma non sono preoccupato. Mi fa più effetto, invece, l’idea di passare tra le tribune o nel paddock senza vedere la solita folla. Sarà strano, ma in ogni caso non vedo l’ora di cominciare. Magari già a Jerez, come si dice, il 19 luglio”.
Quanto ai rivali, Viñales non ha dubbi: “Ho visto molto bene la crescita delle Suzuki, credo che Rins e Mir potranno contare su un’ottima moto. L’uomo da battere, però, sarà ancora Marc Márquez. Sta sempre lì, ed è inevitabilmente l’elemento di confronto per chi ambisce alla vittoria. Oltre a lui, la mia attenzione sarà anche su Quartararò, è un quasi compagno di squadra, ha la mia stessa moto, e quindi ci marcheremo stretto, sarà un riferimento”. Come lo è stato, ma in maniera più generale e per tutta la sua carriera, anche Valentino Rossi. “E’ chiamato a una decisione difficile – ha detto Viñales – Valentino è una leggenda, e immagino che per lui smettere o proseguire sia una scelta che gli fa sentire anche l’enorme carico di responsabilità dovuto a ciò che lui rappresenta per questo sport. Correre contro Valentino è stato un ulteriore privilegio per la generazione di piloti a cui appartengo, averlo come compagno di squadra è stato un sogno. Da lui ho cercato di apprendere molto, soprattutto dal punto di vista della motivazione: non la perde mai”.