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Qualche anno fa la notizia secondo cui Valentino Rossi guadagnasse più dalla sua azienda, la VR46, che non dalla sua attività di pilota aveva fatto sorridere diverse persone. Diversi dettagli emersi nelle stagioni successive – come il fatto che l’azienda gestisse il merchandising dei più popolari fra i rivali di Rossi, fra cui Marquez, Pedrosa e Crutchlow – ha reso più credibile la cosa anche per i più scettici.
Non è finita qui, perché VR46 si è appena aggiudicata un contratto triennale con Yamaha per la fornitura del merchandising ufficiale del team Movistar MotoGP. Un accordo accolto con soddisfazione da entrambe le parti – Lin Jarvis, in particolare, ha sottolineato come la partnership consenta a Yamaha di ampliare la propria offerta di gadget e prodotti brandizzati – ma che sembra aver fatto storcere il naso alcuni rappresentanti della stampa spagnola.
Da parte nostra è difficile immaginare che un accordo del genere porti a qualsivoglia conseguenza oltre all’aumento del fatturato per VR46, dato l’estremo pragmatismo che regna nell’ambiente – lo stesso fatto che VR46 resti fornitrice di Marc Marquez per quanto riguarda il merchandising la dice lunga a riguardo – ma non si tratterebbe la prima eccezione alla regola, soprattutto da un punto di vista formale. Basti pensare alle comunicazioni seguite alla cessazione del rapporto fra Sector e Jorge Lorenzo, in cui non si è ancora trovata sintesi alle due campane dissonanti, ma anche alla cessazione del rapporto fra il campione del mondo e Dainese a fine decennio scorso, quando il cambio di casacca verso Alpinestars venne giustificato con gli interessi economici di Valentino Rossi nel gruppo vicentino.
In questo caso qualcuno suggerisce che questo accordo potrebbe offrire una (ulteriore) motivazione a Lorenzo per il suo più volte ventilato passaggio in Ducati a fine stagione: tutti i contratti sono in scadenza quest’anno, e il mercato terrà banco più che mai. Da parte nostra riteniamo che Lorenzo… farà quello che gli conviene, com’è giusto che sia trattandosi della sua carriera. Un abbandono di Yamaha per questo accordo, con tutto il rispetto per i colleghi spagnoli, sarebbe poco credibile anche come scusa di facciata.