Wrooom 2013. Gobmeier: "Evoluzione, non rivoluzione"

Wrooom 2013. Gobmeier: "Evoluzione, non rivoluzione"
Il nuovo direttore di Ducati Corse spiega le strategie per il 2013: rimarranno la V90°, la distribuzione desmo e il telaio perimetrale in alluminio. Più collaudi per il test team e meno per i piloti | G. Zamagni, Madonna di Campiglio
16 gennaio 2013

Punti chiave

C’è attesa per il debutto in rosso di Bernhard Gobmeier, il nuovo direttore del reparto corse Ducati, l’uomo che sostituisce un mito come Filippo Preziosi. Gobmeier, proveniente dalla BMW SBK, ha la faccia simpatica, parla chiaro anche se, per la verità, non dice granché. Ma ha idee, sa già dove bisogna intervenire per provare a ridurre la differenza – purtroppo grande, al momento – con Honda e Yamaha.


«Ho assunto questo incarico da pochi giorni, anche se già a fine dicembre ero stato in Ducati. E’ quindi troppo presto per dire qualcosa su come cambierà la moto e il reparto corse. Abbiamo fatto un’analisi tecnica e organizzativa: al momento posso dire che useremo tutti gli ingegneri esistenti nel reparto corse e affronteremo la situazione pensando a una evoluzione, non a una rivoluzione».


Quali sono le tue prime impressioni sulla Ducati? E’ come te l’aspettavi?
«La prima impressione è stata molto positiva: la Ducati appare e sembra una grande famiglia amichevole, con persone molto motivate. L’atmosfera aziendale/familiare che si respira è quella di una grande dedizione al marchio e ai progetti futuri».


Hai parlato di evoluzione e non di rivoluzione: perché, visti i risultati passati?
«Cercheremo di mantenere tutti gli aspetti positivi, analizzando quelli negativi dal punto di vista tecnico. Odio usare il termine rivoluzione, perché la storia insegna che una rivoluzione distrugge tutto, anche le cose positive».


Sostituisci un mito per Ducati come Filippo Preziosi; non era possibile utilizzare in qualche modo la sua esperienza? Collaborerà ancora nelle corse?
«Io personalmente trarrò vantaggio dell’esperienza di Preziosi: abbiamo un rapporto aperto e lui è ancora direttamente dedicato al successo dell’azienda e con la sua nuova posizione garantirà una comunicazione costante tra prodotto e sport. Per quanto mi riguarda, dovrò capire perché sono state fatte certe scelte, perché certe cose sono state fatte in quel modo. Non dimentichiamo che in azienda ci sono altri ingegneri di talento che hanno ottime idee per migliorare la moto e il modo di stare insieme. Spero che questo possa velocizzare il processo di sviluppo e competitività. Per quanto riguarda le mie idee, non le svelo, ma le devo esplorare con i miei ingegneri».

 

Dobbiamo lavorare su tutti gli elementi: motore, elettronica, telaio, aerodinamica. La moto sicuramente non è perfetta, ma il potenziale c’è e abbiamo delle idee per i prossimi mesi

Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Qual è il tuo concetto di moto?
«In realtà, come ha detto ieri anche Hayden, non esiste un singolo pezzo che possa essere cambiato per rivoluzionare una moto, ma ci sono tanti elementi. A cominciare dalle gomme, che influiscono pesantemente sul comportamento. Poi c’è il team , la squadra, il morale, la motivazione. Naturalmente contano i piloti e io sono molto contento dei nostri 5 piloti, compreso il collaudatore Michele Pirro che farà tre gare come wild card (Spagna, Italia e Rep.Ceca, NDA). Incide la componente tecnica e per ultimo la… fortuna, che naturalmente non si può controllare. Dall’analisi che abbiamo fatto è chiaro che dobbiamo lavorare su tutti gli elementi: motore, elettronica, telaio, aerodinamica. La moto sicuramente non è perfetta, ma il potenziale c’è e abbiamo delle idee per i prossimi mesi».

 
Ti aspetta un lavoro difficile: avrai il tempo per farlo? Ieri Dovizioso ha detto che il progetto è biennale, che nel primo anno non si aspetta grandi risultati: sei d’accordo?
«Non completamente. Condivido l’approccio generale di Andrea, sicuramente il nostro è un progetto a lungo termine sia da parte di Ducati sia di Audi e le corse sono nel DNA di questa azienda. Sicuramente, come ha detto Dovizioso, il 2013 servirà soprattutto per lo sviluppo per raggiungere certi risultati e sono consapevole che per avvicinare chi è davanti a noi ci vuole tempo e lavoro. Io sono un ingegnere, ho lavorato in passato su tanti motori da corsa, anche sulla parte elettronica».


Vieni dalla BMW SBK: all’inizio la moto era lontanissima dalle avversarie, poi, nel 2012, è diventata molto competitiva; vedi una situazione simile in Ducati?
«E’ incredibile come parlando con gli ingegneri Ducati, vengano utilizzati gli stessi termini di quando in BMW abbiamo iniziato l’avventura in SBK: manca grip, bisogna migliorare l’erogazione, ecc. ecc. Quindi sì, è corretto dire che la situazione è per certi versi simile. Ma questa è una sfida ancora più difficile».


Che cosa è mancato con Valentino Rossi?
«Per quello che ho letto, stando anche alle dichiarazioni di Valentino, è mancata soprattutto la comunicazione tra cosa accade in pista, tra il pilota, il team e la fabbrica. E’ un aspetto fondamentale, va migliorato, dobbiamo lavorare su questa carenza. Ma tutti in azienda hanno un approccio positivo, con buone idee per lavorare meglio insieme».


Vista l’esperienza che hai avuto con la BMW, credi che Audi possa essere utile alla Ducati?
«Audi non ha nessuna esperienza nelle moto, mentre Ducati ce l’ha: sotto questo aspetto, quindi, saremo noi a dover gestire le sfide sportive. Ma Audi ci aiuterà dove non abbiamo risorse a sufficienza, con i laboratori, nella ricerca scientifica, con il suo personale: ci sarà sicuramente uno scambio tecnologico».

 

Solo se il materiale sarà competitivo, verrà passato ai piloti ufficiali, ma non bisogna ripetere gli errori fatti in passato, quando c’è stata un po’ di confusione tra collaudi e gare: l’approccio sarà diverso

Si può dire che inizierete il 2013 con una GP12.1 e non con una GP13? Quando arriveranno le prime evoluzioni?
«Sì, partiremo con la base della GP12: pensiamo che lo sviluppo di questa moto non abbia raggiunto il suo reale potenziale, che dobbiamo ancora esplorare nella sua completezza. Abbiamo già delle evoluzioni per motore, elettronica e telaio, tutte da verificare: prima vogliamo provare tutto con il nostro test team. Poi, se sarà competitivo, verrà passato ai piloti ufficiali, ma non bisogna ripetere gli errori fatti in passato, quando c’è stata un po’ di confusione tra collaudi e gare: l’approccio sarà diverso».

 
Si dice che la Ducati sia una moto un po’ selvaggia, che richieda piloti un po’ “pazzi”, ma alla fine l’unico che è riuscito a guidarla è stato Stoner; secondo il tuo punto di vista la Desmosedici deve diventare una moto facile o deve mantenere queste caratteristiche?
«Non sono d’accordo con la tesi che la moto debba essere “selvaggia”: nella mia idea deve essere adatta a tutti e 5 i piloti, non solo a Stoner. D’altra parte, però, non faremo certo una moto super facile, una replica delle giapponesi, perché la Ducati deve sempre avere delle sue caratteristiche, bisogna rispettare la filosofia. Ma deve diventare più guidabile, senza perdere il suo carattere».


Oggi, con Audi, avete risorse superiori rispetto al passato; c’è la possibilità di allestire un terzo team per sviluppare una moto rivoluzionaria, magari senza telaio, come era la Ducati prima e come è oggi la Panigale?
«In realtà, non abbiamo tutte queste risorse in più rispetto al passato e ci sono state ragioni valide per passare al telaio perimetrale in alluminio: il contingentamento dei motori è una di quelle».


E’ vero che la Ducati farà fare il telaio a Suter?
«C’è un accordo tra Suter e Ducati: Suter è un fornitore tecnico, come lo è stato negli anni scorsi, e continuerà a esserlo in futuro. Noi, però, non dobbiamo certo rivelare quali sono i pezzi realizzati dalla Suter: è un fornitore esterno così come lo è, per esempio, per la Casa (BMW, NDA) con la quale ho lavorato in passato. Direi che dietro a questa notizia è stato creato molto fumo, ma senza arrosto…».


Qual è la tua visione dei due campionati MotoGP e SBK?
«Sono d’accordo con Ezpeleta quando dice che i due campionati sono importanti e devono esistere entrambi. La MotoGP deve essere l’apice della tecnologia, dove si sfidano veramente i vari costruttori, mentre la SBK deve essere più vicina alle moto da strada».

 

La MotoGP deve essere l’apice della tecnologia, dove si sfidano veramente i vari costruttori, mentre la SBK deve essere più vicina alle moto da strada

Ducati modificherà il motore con distribuzione desmodromica?
«Non c’è nessuna ragione tecnologica per farlo: il desmo fa parte della storia Ducati e continueremo su questa strada, a meno di una normativa che lo impedisca. Si dice che il desmodromico dia dei problemi, ma la realtà è che dal punto di vista ingegneristico non c’è nessuna ragione per cambiarlo. Naturalmente noi ci stiamo già preparando per il 2014, perché certi sviluppi vanno pianificati con un anno in anticipo: è un lavoro che da fuori non si vede, ma, in realtà, è molto importante».

 
Rimarrà anche la V di 90°?
«Sì, rimarrà tale, anche se, naturalmente, cercheremo di migliorare il motore. Non c’è nulla che non vada bene in un motore a 90°, anzi, è esattamente il contrario. Naturalmente bisogna migliorare l’erogazione e la guidabilità, ma l’architettura del motore non cambia».


I 4 piloti avranno tutti lo stesso materiale?
«Come linea di principio sì, anche se, a volte, possono esserci dei ritardi. Ma il piano generale prevede di garantire a tutti lo stesso materiale».


Il telaio sarà lo stesso del 2012: ci puoi dire se viene costruito in Inghilterra o in Svizzera?
«Viene fabbricato in uno di questi due paesi che hai detto… Riteniamo, come ho già detto prima, che ancora non sia stato sfruttato tutto il suo potenziale e non voglio passare a qualcosa di nuovo prima di aver verificato nel dettaglio il materiale che abbiamo. Stiamo lavorando sulla coppia del motore, abbiamo nuove strategie sia per l’hardware sia per il software: l’elettronica è un aspetto fondamentale per migliorare la dinamica di guida per il controllo di queste “bestie”».
 

Caricamento commenti...