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MADONNA DI CAMPIGLIO – E’ al suo quinto anno con la Ducati e dopo essere stato compagno di squadra di Casey Stoner, poi di Valentino Rossi, adesso, Nicky Hayden si ritrova al fianco di Andrea Dovizioso. Come sempre, anche se non ufficialmente, sarà la seconda guida, ma, come sempre, Nicky non se ne preoccupa più di tanto. E, come sempre, le sue risposte sono sempre sincere e interessanti.
Cosa ci puoi dire della moto nuova?
«Per la verità, non è corretto parlare di moto nuova… Ci saranno degli aggiornamenti, ma abbiamo le idee chiare su cosa lavorare. Ci vorrà tempo e, purtroppo, il tempo non è nostro alleato, specie con la regola che congela i motori. Ma siamo tutti molto motivati e i nuovi arrivati hanno portato stimoli inediti».
Come sono andati i test a Valencia e Jerez?
«A Valencia abbiamo fatto pochi giri, mentre a Jerez abbiamo potuto lavorare meglio, anche se faceva freddo. Abbiamo fatto delle verifiche sul telaio, per capire quale direzione seguire, facendo un passo in avanti. Quest’anno la Ducati ha un pilota collaudatore in più (Michele Pirro che affianca Franco Battaini, NDA): è sicuramente importante. Dobbiamo concentrarci sul motore, ancora troppo brusco nell’erogazione, e sulla ciclistica, perché abbiamo ancora tanti problemi di consumo delle gomme, ben sapendo, però, che in MotoGP è difficile fare grandi cambiamenti: bisogna fare continui e piccoli aggiornamenti».
Dall’esterno, negli ultimi due ani, è sembrato che la Ducati lavorasse solo per accontentare Rossi; tu condividevi le sue richieste?
«E’ chiaro che, visti i risultati, forse si poteva fare qualcosa di diverso, ma posso assicurare che la Ducati ha sempre seguito sia me sia Rossi. In questi due anni, la Ducati ha ricevuto molto critiche, ma la verità è
Io e Valentino eravamo in sintonia, chiedevamo le stesse cose
andata anche oltre le sue possibilità, portando addirittura perfino troppo materiale. Valentino ha voluto il telaio in alluminio e io ero d’accordo con le sue richieste: con il monogomma, è una strada praticamente obbligata da seguire. Insomma, io e Valentino eravamo in sintonia, chiedevamo le stesse cose».
Conosci la Ducati meglio di tutti; il tuo consiglio è cancellare quanto stato fatto in passato o proseguire per quella strada?
«Non dobbiamo assolutamente cancellare quanto abbiamo acquisito negli ultimi anni. Naturalmente, con l’arrivo di nuove persone ci sono anche nuove idee, ma dobbiamo basarci su quanto fatto in passato. Sicuramente, con il telaio in alluminio, il pilota riceve informazioni più sincere, ma, purtroppo, i problemi sono rimasti: sappiamo che dobbiamo lavorare».
Rossi non è più al tuo fianco: è un bene o un male?
«Entrambe le cose. Personalmente non ho mai avuto nessun problema con Valentino, né quando ero alla Honda né negli ultimi due anni in Ducati, durante i quali sono anche stato competitivo nei suoi confronti. Adesso che lui ha cambiato squadra, la Ducati probabilmente si concentrerà più su di me, ma, d’altra parte, con lui in squadra c’erano grandi motivazioni e quando lui parlava tutti lo ascoltavano: senza di lui il telaio in alluminio non sarebbe arrivato così velocemente. Purtroppo, i risultati sono stati inferiori alle aspettative, ma così sono le corse. Adesso Rossi è tornato in MotoGP ed è sicuramente un bene per la MotoGP. E Ducati lo vuole battere».
Cosa pensi di Lorenzo, Pedrosa e, in particolare, di Marquez?
«Negli ultimi anni gli spagnoli sono stati grandi protagonisti: Lorenzo e Pedrosa si “spingono” a vicenda, alzando continuamente l’asticella della competitività. Per quanto riguarda Marquez, credo che ci voglia solo un po’ di tempo perché lui diventi competitivo: ha un grande talento, è molto coraggioso e guida un’ottima moto. A Valencia scherzavo con lui, gli ho detto che per me sarebbe stato molto meglio se fosse rimasto qualche altro anno in Moto2…».
Dovizioso ha detto che il primo anno servirà per capire la moto, ma tu hai il contratto solo per il 2013…
«Sì, io non posso aspettare troppo tempo. Del resto, è il mio quinto anno con la Ducati, conosco sicuramente meglio la moto, non posso aspettare: bisogna subito spingere forte».