Yamaha MotoGP: "Si pensa solo al Titolo"

Yamaha MotoGP: "Si pensa solo al Titolo"
Lin Jarvis (direttore generale): “Dobbiamo avere tutto il meglio per la prima gara”. Tsuji (Project Leader): “Tante modifiche, anche se possono sembrare di dettaglio. In Qatar con il seamless anche in scalata” | G. Zamagni, Madrid
28 gennaio 2015

MADRID – Ronda de la Comunicacion, dove ha sede la Telefonica, colosso della telefonia spagnola, è un posto impressionante, tanto grande che c’è addirittura una fermata dedicata della linea 10 della metropolitana di Madrid: sbalorditivo. Qui lavorano 15.000 persone (quindicimila!), all’interno del complesso c’è un asilo, una scuola, un piccolo centro di pronto intervento. Insomma, una vera e propria cittadina: la sensazione è che qui i soldi non manchino. Così come sembra evidente che i vertici Yamaha ci credano più che in passato: sono convinti di poter tornare al top.
 

«Nel 2014 – spiega Lin Jarvis, direttore generale di Yamaha MotorRacing – abbiamo fatto secondo e terzo nel mondiale, ma non eravamo contentissimi, anche se nella seconda parte della stagione abbiamo fatto un grande recupero. Quest’anno, però, dobbiamo essere subito competitivi, dobbiamo avere tutto a posto, arrivare al meglio alla prima gara in Qatar. E, devo dire, tutti mi sembrano preparati: i piloti, gli ingegneri, i tecnici».


Jarvis confida molto in Rossi e Lorenzo. «Ho visto Valentino e Jorge allenarsi senza risparmiarsi: sicuramente Marquez e Pedrosa sono una coppia molto forte, ma noi abbiamo i piloti giusti per batterli: entrambi sono in grande forma fisica e mentale».

 

KOUICHI TSUJI: «PRIMO TEST DECISIVO»

Kouichi Tsuji è il “project leader” della M1 e come tutti i giapponesi della Yamaha è un po’ atipico: pubblicamente non si sbilancia più di tanto, ma se ci chiacchieri a quattr’occhi ti dà un sacco di informazioni». Tsuji, in passato, ha anche lavorato in F.1 («ma non mi piaceva granché») e da undici anni segue lo sviluppo della M1, con compiti sempre più importanti, fino a diventare il responsabile del progetto: sotto di lui, ci sono circa 150 ingegneri, tecnici, uomini operativi. «Per tutto il 2014 – confida – abbiamo lavorato in Giappone sul motore 2015, cercando di migliorarlo in ogni aspetto. Per questa stagione, l’intera M1 ha subito tantissime modifiche, anche se, apparentemente possono sembrare minime e di dettaglio».

Come tutti, Tsuji attende il primo test di Sepang con impazienza. «Sono curioso di vedere il nostro livello rispetto ai rivali e, soprattutto, c’è sempre grande apprensione per il responso dei piloti dopo i primi giri: la primissima sensazione è molto importante». L’ingegnere giapponese spiega anche che dopo il primo test c’è il tempo per fare modifiche, anche importanti, ma sottolinea come: «la scelta del materiale è stata fatta a Valencia, lì si decide quale direzione seguire, poi si lavora sui dettagli». Sul cambio “seamless”, Tsuji dice ufficialmente che «ci stiamo lavorando», poi, in privato, fa capire che non ci sarà a Sepang1 (dal 4 al 6 febbraio), soprattutto per una questione di sicurezza, ma sarà quasi certamente all’interno del quattro cilindri per la prima gara in Qatar.

«Ci stiamo lavorando da tanto tempo: nel 2014 abbiamo introdotto il seamless tra la prima e la seconda marcia, adesso ci stiamo occupando del seamless in scalata. Le difficoltà sono soprattutto nelle dimensioni: non è facile farlo entrare dentro al carter. E pesa di più». Il tecnico giapponese si augura di aver migliorato la frenata, mantenendo, però, la stessa velocità in curva. E rivela un particolare curioso: «Non dico tutti i giorni, ma quasi, sia Rossi sia Lorenzo mi mandavano una email con le richieste per migliorare la M1: li vedo veramente molto carichi».

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