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Wayne Rainey, il grandissimo Wayne Rainey, tre titoli mondiali e 24 vittorie in 500, lo ha detto chiaramente: “Per battere Kevin Schwantz ho cercato di minare le sue sicurezze, entrando nella sua testa. Come facevo con i miei compagni di squadra, i primi che vuoi battere: se stai davanti al tuo compagno fin dalle prove, gli togli sicurezza”.
Insomma, la testa fa, può fare la differenza. Oggi parliamo degli aspetti psicologici del pilota: io sono lo zam, questo è tutto gas, il podcast domenicale di moto.it.
Tutti i campionissimi non sono solo tecnicamente molto bravi, ma hanno anche una forza mentale che gli permette di fare la differenza. Per anni si è detto che Valentino Rossi distruggesse i suoi avversari ancora prima di entrare in pista e si è detto lo stesso di fenomeni come Magic Johnson nel basket, Federica Pellegrini nel nuovo, Cristiano Ronaldo nel calcio, Mike Tyson nel pugilato e così via. Tutti atleti dotati di un talento fuori dal comune, ma che non avrebbero potuto vincere tanto se non fossero stati molto preparati a livello psicologico. E la testa è fondamentale anche per sopportare pressioni inimmaginabili: Tom Dumoulin vincitore del giro d’Italia 2017, ha detto basta a soli 30 anni perché, parole sue, “aveva un macigno insopportabile sulle spalle”. E gli esempi sono tantissimi.
Come si prepara un atleta, nello specifico un pilota da un punto di vista psicologico? Può allenare la mente esattamente come si allena il corpo? Può arrivare a fare la differenza più psicologicamente che tecnicamente? Per rispondere ci facciamo aiutare da Eugenio Lizama, psicologo dello sport, da anni a fianco di alcuni campioni di moto, come Andrea Dovizioso.
Grazie per l’ascolto: a tutto gas, il podcast di Moto.it, torna domenica prossima.