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Se non fosse vero, sarebbe difficile da credere: fino a domenica sera, nessuno dentro al box, a parte il responsabile tecnico Shinichi Sahara sapeva nulla. Non lo sapevano i piloti, non lo sapevano i tecnici, i meccanici, non lo sapeva neppure Livio Suppo, arrivato in Suzuki ai primi di marzo. Fino a domenica, Suppo parlava con i manager dei piloti, in attesa di sapere quanti soldi avrebbe avuto a disposizione per il 2023. Ma lunedì 2 maggio è cambiato tutto: Sahara San ha riunito tutti gli uomini Suzuki e ha detto loro di quanto era stato deciso in Giappone.
Una scelta fatta dimenticandosi del contatto con Dorna fino al 2026, con una penale pesantissima, valutabile attorno ai 30-40 milioni di euro. Non a caso, dopo la giusta presa di posizione di Carmelo Ezpeleta, che attraverso un comunicato ha fatto sapere che Suzuki non può decidere unilateralmente di uscire dal motomondiale, la Casa giapponese non ha più ufficializzato il ritiro. A oggi, nel momento in cui registriamo il podcast, giovedì 5 maggio, non è ancora arrivata nessuna comunicazione.
Cosa sta succedendo? E perché si è arrivati a questa decisione? Suzuki non se la passa bene: le moto vendono poco e anche le auto vanno male. Senza dimenticare che Suzuki è convolva in una indagine “dieselgate”, che potrebbe avere conseguenze economiche pesanti. E il covid e la guerra, purtroppo, non hanno fatto altro che peggiorare i conti della Suzuki. Così tanto da arrivare al ritiro? E adesso cosa succede, chi potrebbe prendere il posto della Casa giapponese? Di tutto questo parliamo con Carlo Pernat, ospite della 66esima puntata di #atuttogas.