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Che bel circuito quello di Phillip Island. Un saliscendi affascinante che ha per sfondo l'azzurro dell'oceano.
Il clima variabile di giovedì e venerdì ha lasciato il posto a giornate soleggiate e con un vento fresco che però non ha disturbato i piloti in pista e tantomeno gli spettatori, visto che nei tre giorni del gran premio sono accorsi in circuito 65.400 appassionati, nuovo record per la Superbike a Phillip Island.
Il pubblico ha potuto assistere non solo ai mondiali Superbike e Supersport, ma anche alle gare dei campionati australiani Superstock, Supersport, Superbike e moto storiche.
E' stato davvero bello rivedere in pista le moto degli anni 80, la maggior parte delle quali senza carena, in perfetto stile Superbike americano, con la tabella del numero di gara al posto del fanale.
Questi piloti australiani delle moto d'epoca se le sono date di santa ragione, con staccate al limite e grintosi corpo a corpo. Nella Superbike nazionale abbiamo trovato anche una nostra vecchia conoscenza, quel Kevin Curtain che sino allo scorso anno gareggiava nella Supersport mondiale prima che, durante la gara di Valencia, l'incauto Pere Riba lo centrasse in pieno, causandogli seri problemi a una gamba.
I problemi sono stati risolti, ma probabilmente i suoi 42 anni lo hanno convinto a restarsene a casa per godersi la famiglia e questa splendida terra.
Guida una MV 312 R e, per confermare che la bravura è sempre la stessa, è attualmente in testa al campionato.
Anche nel mondiale Superbike e Supersport troviamo due australiani in testa alle rispettive classifiche.
Nella Superbike Bayliss si è tolto la soddisfazione di vincere la Superpole ed entrambe le gare. Troy ci teneva molto a fare l'en plein qui in Australia, davanti a quel pubblico che conosce la sua storia, che lo ha visto debuttare nelle gare motociclistiche e che lo adora.
Nemmeno una caduta nelle prove, e i conseguenti otto punti di sutura a un braccio, sono riusciti a rovinare la festa di Bayliss.
Certo gli hanno dato una mano anche alcuni avversari che si sono auto eliminati, come Corser, Haga e Biaggi e che dopo solo 4 delle 30 gare in calendario, si trovano già a dover rincorrere in classifica l'alfiere della Ducati.
Qui in Australia Bayliss ha confermato il suo ritiro a fine stagione ed è chiaro che l'australiano vuole chiudere la carriera da campione del mondo.
In Supersport l'australiano ad aver dominato prove e gara è stato Andrew Pitt, ma in classifica si trova al terzo posto preceduto dal connazionale Brookes e dallo spagnolo Lascorz. E' strano come la classifica della Superbike e quella della Supersport vedano ai primi cinque posti solo piloti australiani e spagnoli, fatta eccezione per il danese Harms.
E i nostri? In Superbike Fabrizio ha fatto grandi cose in prova come in gara, dando ragione alla Ducati che lo ha scelto per il proprio team ufficiale. Dietro Michel, solo Rolfo ha evidenziato grandi progressi, mentre Lanzi ha vissuto un gran premio tutto da dimenticare.
Iannuzzo si è fatto male nella tremenda partenza di gara uno e a lui va il nostro grande augurio di pronta guarigione. Morelli e Badovini continuano invece il loro apprendistato, ma sono sempre molto lontani dalle prime quindici posizioni.
In Supersport dobbiamo arrivare all'ottavo posto per trovare Vizziello, Roccoli, Nannelli e Clementi. Tutti in fila e tutti lontani dal gruppo dei piloti di testa.
Non si vede all'orizzonte un italiano che possa lottare ad armi pari con i piloti più forti, ma speriamo che qualcuno dei nostri faccia quel salto di qualità che tutti noi ci auguriamo e che ci ripagherebbe di tante delusioni.
Bayliss. Probabilmente guida la moto migliore e certamente fa parte di un grande team, ma quanto ha fatto a Phillip Island lo consacra ancora una volta come uno dei più grandi piloti della storia della Superbike. Sull'isola australiana, Troy ha vinto tutto quello che c'era da vincere e dopo sole due gare ha messo una seria ipoteca sul campionato 2008. Non resta che stare ad ammirarlo e non perdere le ultime occasioni che ci sono rimaste di vederlo in azione in pista, visto che sembra proprio intenzionato a ritirarsi a fine stagione.
Checa. Lo avevamo detto in Qatar e non possiamo che confermarlo : Carlos può essere uno dei più agguerriti rivali di Bayliss. E' un grande pilota e riesce a sopperire ai problemi di gioventù della sua Honda con tanta classe ed esperienza. Salire sul podio dopo solo 3 manches è un segnale forte per tutti. Quando il team Ten Kate riuscirà a mettergli a disposizione una Honda davvero competitiva ne vedremo delle belle.
Nieto. Losail non è stato un fuoco di paglia. Il nipote del grande Angel ora fa sul serio. È secondo in classifica ed è già salito due volte sul podio. E' costantemente nel gruppo dei primi e ha voglia di vincere e di fare grandi risultati. Bravo Battà a credere in lui anche dopo un annata deludente come quella passata.
Xaus. Assieme ai suoi connazionali Checa e Nieto, ci ha fatto vedere tanti sorpassi e tanto coraggio. Ad un passo dal podio in entrambe le gare di Phillip Island, ha dimostrato più sicurezza del suo compagno di squadra ed è stato premiato dal terzo posto nella classifica del campionato. E attenzione : la prossima gara sarà a Valencia, dove l'anno scorso ottenne una clamorosa vittoria in gara uno.
Fabrizio. Che grinta Michel! Ecco finalmente un giovane pilota italiano che non ha paura di nessuno e che sa tirare fuori gli attributi al momento giusto. Dopo la tragedia sfiorata alla partenza di gara uno, nessuno si sarebbe stupito per una sua prestazione sotto tono, ma Michel aveva sentito al telefono sua moglie che piangeva dopo averlo visto colpito sulla linea di partenza. Per tranquillizzarla e farle capire di non aver subito conseguenze dall'impatto con David Checa prima e Iannuzzo poi, le ha detto : "Sto benissimo e ora lo vedrai. Riparto e vado sul podio" Non poteva deludere la madre dei suoi figli, anche se per farlo ha dovuto fare a spallate e a colpi di carena.
In gara due invece la sua partenza anticipata lo ha deconcentrato ed il conseguente ride through lo ha costretto nelle retrovie. Continua così Michel.
Haga. Qualcuno ha sue notizie? Non riusciamo a capire quale sia il suo problema, ma di certo il simpatico Noriyuki ha smarrito la strada giusta. Sembra che non riesca a mettere a punto la moto e a lavorare bene nelle prove, per cui poi in gara paga il set up approssimativo della sua Yamaha. Speriamo si riprenda presto.
Che campionato sarebbe senza Haga tra i protagonisti?
Corser. Forse schiacciato dalla forza e dal carisma del suo connazionale e omonimo, in gara uno ha lottato e raggiunto un ottimo secondo posto, ma in gara due prima una falsa partenza e poi un caduta gli hanno fatto perdere quei punti in classifica che gli avrebbero consentito di restare vicino a Bayliss che invece ora lo precede di 43 punti. Sembra gli manchi sempre qualcosa per raggiungere grandi risultati.
Biaggi. Sfortuna, ma anche errori che da lui non ci saremmo mai aspettati. La leva del cambio rotta nel giro di lancio della Superpole, lo ha costretto ad una partenza difficile. Max però aveva saputo recuperare tante posizioni, salvo poi gettare tutto alle ortiche con due cadute che lo fanno ripartire dall'Australia a mani vuote. Per un pilota che fa della regolarità uno dei suoi punti di forza, questo è stato davvero un week end da dimenticare. Di certo ora sarà dura recuperare 52 punti ad un lanciatissimo Bayliss.
Supersport
Davvero bravo Andrew Pitt. Il pilota australiano di nascita, ma toscano di adozione, voleva recuperare il terreno perduto in Qatar e qui a Phillip Island ha dimostrato che chi vuole conquistare il titolo dovrà fare i conti con lui. Bravi anche Brookes, Harms e Foret, anche se l'eroe della giornata è stato McCoy che con la sua Triumph è stato autore di una rimonta davvero incredibile. Dopo aver effettuato numerosi sorpassi ha raggiunto il gruppo dei primi e ha lottato con loro sino all'ultima curva. Bravo Garry. La classe non è acqua. Nel gruppo dei primi troviamo anche lo spagnolo Lascorz e il giovane inglese Jonathan Rea, mentre i nostri proprio non riescono ad entrare nella lotta per la vittoria. Qui non c'è un altro Michel Fabrizio e gli italiani sembrano timorosi, incerti. Speriamo che da Valencia in poi mi smentiscano con prestazioni incisive e con grandi risultati.
Carlo Baldi
(Foto: Baldi, Porrozzi)