Carlos l’americano

La tappa a stelle e strisce della Sbk vista dal nostro inviato. I colori del pubblico USA, il trionfo di Checa, la rinascita di Fabrizio, il tonfo di Bayliss e la “sana follia” di Haga
5 giugno 2008


Lucio Dalla cantava :"L'America è lontana, dall'altra parte della luna" ed aveva ragione. Ci sono volute ben 15 ore di volo per raggiungere Salt Lake City, ma ne è valsa la pena. Penso che gli USA siano importanti per la Superbike e per il mondo del motociclismo in genere.  Il motociclismo negli States viene vissuto in modo diverso rispetto a noi europei , ma la passione è tanta anche li e sono stati quasi 50.000 gli spettatori che hanno affollato le tribune del grandioso circuito Miller Motorsports Park. Se si pensa che per la precedente gara del campionato AMA Superbike gli spettatori erano stati solo 10.000, si può comprendere come la nostra Superbike abbia davvero raccolto molto interesse. Personalmente sono stato colpito sopratutto dal pubblico, dalla gente che è abituata a circolare nei box e a parlare con piloti, meccanici ed addetti ai lavori.  La FG Sport aveva preventivamente informato i team che (naturalmente non durante lo svolgimento delle prove o delle gare) il pubblico avrebbe avuto libero accesso ai box, e così è stato.  Gli americani entravano nei box ed avevano mille domande per tutti, ma soprattutto volevano sapere cosa ne pensavamo dei loro piloti, del loro circuito, se ci eravamo trovati bene nello Utah. Molto cordiali, gentili e curiosi.  Il circuito di Salt Lake City è bellissimo e con un organizzazione che difficilmente si trova in Europa. Tutto funziona alla perfezione. La pista è molto veloce ma anche molto sicura soprattutto se paragonata a Laguna Seca e alla maggior parte dei circuiti americani. Ho avuto il piacere di conoscere e di parlare con il sig. Miller, grande appassionato di motori (con una collezione di automobili, all'interno del circuito, davvero incredibile) che ha fortemente voluto (investendo più di 28 milioni di dollari) questo circuito. Il sig. Miller è anche proprietario della squadra di basket degli Utah Jazz. Era presente ad una cena organizzata dallo sponsor Hannspree il sabato sera e, parlando con Checa, gli aveva detto che sarebbe stato lui il vincitore di entrambe le gare. Complimenti per la lungimiranza!  
Certo Carlos Checa era uno dei più seri candidati alla vittoria finale, ma se Bayliss non fosse stato colpito dalla sfortuna, forse il sig. Miller avrebbe sbagliato il suo pronostico. Ma le gare sono fatte anche di cadute e di rotture meccaniche (il cambio della Ducati numero 21) e le due vittorie di Checa hanno riaperto un campionato che sembrava ormai saldamente nelle mani di Bayliss e della Ducati.  Ma vediamo nel dettaglio cosa hanno combinato i piloti della SBK sul circuito dello Utah.

Le alterne fortune dei piloti Superbike

Noriyuki Haga
- Doveroso iniziare con l'eroe di Salt Lake City. Haga è caduto nelle prove ufficiali del sabato mattina in un contatto con Sofuoglu. E' stato subito portato in ospedale e le lastre hanno evidenziato una frattura scomposta della clavicola destra. Il giapponese è rientrato però di corsa in pista per effettuare le prove libere e la Superpole.  Ha ottenuto il decimo tempo nel giro lanciato facendo gridare al miracolo, ma nessuno avrebbe scommesso sulla sua partecipazione alle gare del giorno dopo. Invece Noriyuki ha preso il via in entrambe le gare e nemmeno una ulteriore caduta in gara uno gli ha impedito di conquistare un incredibile sesto posto in gara due. Certo è stato curato in Clinica Mobile e trattato prima del via con antidolorifici, ma Nitronori ha compiuto un'impresa davvero incredibile. L'ho visto subito dopo l'arrivo di gara due con il ghiaccio sulla spalla infortunata ed il viso stravolto dal dolore. Penso non ci siano aggettivi sufficienti a descrivere il suo coraggio e la sua incredibile determinazione : i suoi due veri antidolorifici.

Carlos Checa - E' dall'inizio del campionato che scriviamo che è lui il vero (e forse unico) antagonista di Bayliss ed ora i fatti ci danno ragione. Ha impiegato poche gare per adattarsi alla sua nuova moto ed all'agonismo della Superbike ed ora Troy deve vedersela con questo spagnolo che sta dimostrando una grande classe unita ad un'intelligenza di gara davvero eccezionale.  Può contare su di una moto che è cresciuta con lui e su di un team molto efficiente che ogni anno non sbaglia una mossa. Complimenti ad entrambi.  Se a Monza non avesse raccolto solo otto miseri punticini forse ora sarebbe già in testa al mondiale, ma se continua così non sarà difficile per lui recuperare i ventotto punti che lo separano dall'australiano della Ducati.

Max Neukirchner - Una importante conferma. Max si è subito adattato alla nuova pista americana ed ha sfruttato tutti i cavalli della sua veloce Suzuki. In settimana firmerà un nuovo contratto, che lo legherà per due anni al team Alstare. Il tedesco avverte la fiducia che tutto il team ha verso di lui ed almeno per ora sembra che invece non avverta alcuna pressione e riesca ad esprimersi al massimo. In gara uno ha avuto un calo di pneumatici che gli hanno impedito di salire sul podio, mentre in gara due è stato sconfitto solo da un fortissimo Checa.  Ora è terzo in classifica a cinquanta punti da Bayliss. Checa ha riaperto il campionato anche per il venticinquenne tedesco che sembra essere l'unico in grado di tenere il passo dei due ex Motogp.

Troy Bayliss - Sia a Monza che a Salt Lake City Bayliss è stato tradito dalla sua Ducati e anche la caduta in ara uno non sembra sia frutto di un errore dell'australiano, bensì di un malfunzionamento dell'elettronica della sua moto che lo ha buttato in terra in uscita di curva. Solo il sangue freddo di Troy ha evitato che quella caduta avesse gravi conseguenze. In gara due era pronto a dare battaglia, ma il cambio della sua 1098 ha ceduto e lo ha costretto al rientro ai box.  La Ducati ha evidenziato alcuni problemi sia a Monza che in America e a nulla ha potuto la classe e la voglia di vincere di un Bayliss che ora ha sete di rivincita e che già dalla prossima gara del Nurburgring tornerà a salire sul podio.

Michel Fabrizio - Peccato sia così discontinuo. Certo è giovane e deve ancora raggiungere la sua piena maturità, ma è un vero peccato che non riesca ad esprimersi a questi livelli con più continuità. A Salt Lake City ha fatto entrambe le gare in rimonta ed ha effettuato alcuni sorpassi davvero spettacolari passando di forza chiunque gli fosse davanti. Ha ripetuto la gara di Brno di due anni fa, quando superò Haga con estrema determinazione all'ultima curva. Forse non è ancora convinto della sua forza e delle sue grandi capacità, ma siamo certi che la Ducati ha visto giusto puntando su di lui e con gli insegnamenti di Tardozzi e di Chili potrà fare tanta strada.

Max Biaggi - Finalmente qualche segnale di ripresa. Non è ancora il Max che abbiamo conosciuto negli anni passati, ma nemmeno il fantasma di se stesso che era stato a Monza e ad Assen. Fisicamente sta meglio, ma si esprime solo a sprazzi e commette ancora errori che non sono da lui. Forse la Ducati non è la moto più adatta al pilota romano, ma da un campione come lui ci aspettiamo molto di più. Non possiamo credere che Max abbia dimenticato di essere un campione o che  voglia dare ragione a chi lo vede già sulla strada del tramonto. Ormai non può più dire molto per quanto riguarda la classifica, ma qualche acuto da lui ce lo aspettiamo ancora.

Troy Corser - Bentornato Troy ! La pista americana piace molto al pilota australiano della Yamaha e lo ha dimostrato sia in prova che in gara uno. Nella seconda invece ha commesso un errore ed è caduto senza poter rientrare in pista. Un peccato perché sul circuito dello Utah Troy si era ricordato di essere stato due volte campione del mondo della SBK e, al contrario delle gare precedenti, nel finale non si era spento ma anzi aveva  aumentato il ritmo e si era riavvicinato a Checa.  Un altro campione che forse ha perso la voglia di lottare, ma che in quanto a classe ne ha di certo da vendere. Peccato se lo scordi spesso.

Roberto Rolfo - Il sacrificio di Haga ha messo in secondo piano quello del pilota italiano che come il giapponese ha sofferto molto in questo week end americano e ha stretto i denti per vincere il dolore e correre nonostante il suo problema alla spalla. La frattura della clavicola che gli aveva fatto saltare la gara di Monza si è quasi saldata completamente, ma Roberto ora accusa il distaccamento di alcuni tendini della capsula rotulea.  Un infortunio molto doloroso e che dopo pochi giri faceva mancare forza al braccio sinistro. In gara due Rolfo ha guidato quasi completamente con le gambe senza poter contare molto sul suo braccio malandato, ed è arrivato vicinissimo alla zona punti. Davvero bravo. In questi giorni una risonanza magnetica svelerà l'entità del suo infortunio, nella speranza che possa gareggiare in Germania. Forza Roberto. Non mollare.

Ayrton Badovini - Il giovane pilota italiano continua a stupire. Si è adattato subito alla veloce pista americana, è entrato in Superpole e in gara due è arrivato dodicesimo. Per essere al primo anno di Superbike non è niente male. Lo abbiamo intervistato a Salt Lake City per conoscere meglio questo ragazzo che la Kawasaki sta seguendo con molta attenzione e presto pubblicheremo la sua intervista.

Il prossimo appuntamento
Ora il circus della Superbike ritorna in Europa, a casa di Neukirchner, sul circuito del Nurburgring in Germania.  Un'altra pista nuova per tutti ed altre due gare al cardiopalma. Vedremo la riscossa di Bayliss o Checa riuscirà ad agguantare in classifica il pilota della Ducati? O forse tra i due litiganti sarà il terzo (il Max tedesco) a godere? Il campionato della FG Sport è sempre più avvincente e siamo solo al giro di boa.


Carlo Baldi
Foto: Porrozzi

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