Intervista a King Carl

Carl Fogarty è stato per anni il mattatore della Superbike, l’icona di questa specialità. Ecco come affrontava gli avversari, e cosa pensa della Moto Gp di oggi
23 dicembre 2007
Carl Fogarty un mito della Superbike Dietro agli occhi di ghiaccio è sempre stato difficile andare. Come tutti i campioni di razza, Carl Fogarty, è un personaggio affascinante, ma a differenza di molti colleghi è sempre stato difficile prenderlo, farlo parlare apertamente. Aggressivo, magico in pista, capace di fare sognare, il Re è sempre stato uno schivo, timido nel paddock e da qui la difficoltà spesso a esprimersi, a piacere agli sponsor, a cui comunque piaceva per i risultati. Insomma il baronetto è la doppia faccia di una stessa medaglia che incuriosisce e affascina, non solo noi appassionati, ma anche i piloti, i grandi piloti come Max Biaggi. Durante un momento di pausa dell’intervista per il suo dvd, mi ha chiesto:”ma com’è Fogarty?” Una domanda bella, che dimostra quanto un personaggio come King Carl abbia attirato la curiosità di un campionissimo come Biaggi, sempre attento e appassionato a quello che accade nel mondo delle due ruote. E com’è questo Fogarty? Un angelo e un diavolo direbbe lui! Io dico, sorprendente. Forse perché non corre più, forse perché aveva voglia di darci la possibilità di fare un dvd degno del campionissimo della Superbike, forse perché gli siamo rimasti simpatici e perché l’appuntamento è stato preso da Paolo Ciabatti, ma fatto sta che Foggy è stato il contrario di ciò che immaginavo. La sera prima di partire, l’aereo per Manchester partiva alle 5, non ho dormito! Timore reverenziale! Finalmente potrò conoscere King Carl, il mio mito! Fortuna, curiosità e paura di fare una figuraccia con il mio inglese alla Totò, mi hanno tenuto sveglio le poche ore che mi separavano dal prendere l’aereo! Tensione allo stato puro, mille domande da fargli e tanta voglia di fare bene e soprattutto mi sentivo come la prima volta che gli ho chiesto l’autografo, avevo tredici anni, a Monza. Mani sudate e cuore impazzito. Per fortuna il tempo è volato e siamo arrivati a Blackburn. Telefono:” Carl sono Filippo Delmonte, mezz’ora e siamo da te! A che numero sei di…” Ok! Non c’è numero.” E mi sorprende in un primo momento, poi quando entriamo nella strada che porta a casa Fogarty. La sua è l’ultima! E che casa. Si apre su una vallata splendida, verde! King Carl è ora davanti a me ed Enrico, il cameraman, è tranquillo, amichevole. Gioca con il cane nel cortile. Sorride! Volete un drink? S’inizia. La casa è splendida, la cucina spettacolare. Nera, tutta nera e in mezzo un super schermo al plasma. Avanti il tipo! Carl chiacchiera e gli ricordo la prima volta che mi ha fatto un autografo (era a Monza ed era ancora un pilota privato, con la Honda, e veniva dalla splendida performance del TT). Da fan sono diventato quello che gli farà le domande, cercherà qualcosa di bello per il dvd a lui dedicato. Forte e strana la vita, i sogni a volte si avverano! Lui è tranquillo. Ride, scherza è affabile. Iniziamo con l’intervista. Poi facciamo un break, suona il campanello è un conoscente che con lui realizza quadri particolari. Dipinge la tavola, poi vi immerge strumenti che lasciano un’impronta. Queste”opere” una volta asciugate vengono firmate da Carl e poi vendute per beneficenza. Anche questo è Carl Fogarty. L’intervista passa via veloce, Carl chiacchiera con passione, regala bellissimi aneddoti e si mette a nudo. Finisce che il Foggy mio eroe in pista rimane ancora uno dei miei piloti preferiti che ora ho potuto conoscere e apprezzare. Grazie Carl! Un sogno l’ho realizzato anche io… Carl Fogarty e la Ducati assieme hanno davvero segnato un'epoca importante della Superbike. La canottiera verde, il suo portafortuna ora in quadro, che in pochi ha mai saputo la sua esistenza. Foggy: “Negli anni passati in Irlanda- racconta il Re- si correva una grande gara e tutti gli anni, puntualmente, mentre stavo al commando della gara accadeva sempre qualcosa….! Ricordo l’ultima volta che ci gareggiai su una Ducati nel 93’: guadagnata la Pole Position nelle qualifiche, mi dicevo “sicuramente domani accade qualcosa…!”….a quel punto ci fu qualcuno che mi disse “se indossi qualcosa di verde vinci…” e io, essendo un po’ superstizioso, decisi di indossare una canottiera verde sotto la tuta in pelle e vinsi entrambe le gare e stabilì inoltre il record sul giro…; la portai anche per la settimana successiva e vinsi le mie prime due gare su Ducati ad Albacete e da quel momento decisi ci indossarla sempre e continuai a vincere". E proprio durante la sua fase di pilota, da strada, Carl diventa amico di Hislop, altro grande eroe sfortunatamente scomparso in un incidente in elicottero. Foggy: “Siamo stati amici per tantissimi anni…e quello che gli è successo è stata proprio una tragedia…, avevamo fatto delle belle gare nel TT dell’isola di Man… e lui era molto veloce nel TT, come nel 92’.., lui stava alla Norton e io stavo alla Yamaha…lui vinse di 4 secondi e io registrai il giro più veloce…, credo che fummo entrambi felici. Magari fosse ancora qua oggi…". Altri amici? Foggy: “Credo che quando vuoi vincere così tanto non puoi avere tanti amici…è normale..; comunque James Whitham è stato un mio grande amico…; ora sto rivedendo un po’ tutti…, ho visto Scott Russell 3 o 4 settimane fa…ora siamo diventati buoni amici…ma quando gareggiavamo…lo odiavo! Ma si cambia.., io sono cambiato…, sono un bravo ragazzo ora…forse…!” Il Fogarty pilota aveva paura prima delle gare? Foggy : "Io credo che come qualsiasi altro pilota avevo paura, o meglio, ero nervoso prima di ogni gara. Anche quando gioco a tennis con mia moglie avverto nervosismo perché so che lei è più forte di me e mi può battere! Quindi è normale sentirsi nervosi prima delle gare…; ed è anche una cosa che va sempre in crescendo… non si attenua mai! Anche durante il mio ultimo anno di gare, nel 2000…, ero più nervoso allora degli anni precedenti. Si è nervosi fino a quando si vede il semaforo verde…; è allora che sparisce tutto e ci si concentra sulla corsa…cercando la determinazione per poter vincere…; ma prima della gara si è molto nervosi. Io personalmente non permettevo a nessuno di parlarmi prima della gara…, volevo stare da solo". Quali sono le componenti per poter vincere una gara? Variano o basta dare gas? Foggy : "Sicuramente tutto sta nella testa! Qualsiasi cosa uno faccia, qualsiasi sport si pratichi il segreto sta sempre nella testa. Se si crede nella propria caparbietà, nella propria volontà, nella propria forza, nella propria aggressività….tutto dipende dalla testa. E’ la testa che ti dice dove aprire o chiudere il gas…! Non conta certo quanto tempo si passa in palestra o quanto si corra…., tutto dipende dalla testa: se si vuol vincere o no, come si vuol vincere etc…". Perché non hai mai corso in MotoGp? Foggy : "Perché nessuno me lo ha chiesto! Onestamente non saprei….Moto Gp…moto 500…! Ci fu forse una piccola possibilità con la squadra di Kenny Roberts nel 95’ o con la squadra Lucky Strike nel 92’ o 93’ credo…ma non accadde poi nulla. E’ difficile tra l’altro passare alla Moto Gp ed è un discorso prevalentemente politico…: è facile se si è spagnoli o italiani o giapponesi…, ma per gli inglesi è sempre stato difficile entrare. Tuttavia oggi le cose sono più semplici. Magari avessi 20 anni oggi…correre in Moto Gp con la Ducati e vincere delle gare…! Sarebbe fantastico! La Moto Gp è arrivata purtroppo troppo tardi per me". Credi che i piloti sbk siano adatti alla GP? Foggy: "I piloti sono dei bravi piloti…, basti pensare che il campione uscente della Moto Gp , Hayden, è un pilota che viene dalla Superbike…, d’accordo Rossi è un pilota Moto Gp…… Credo comunque che alcuni piloti della Superbike sono passati un pò tardi alla Moto Gp…; prendiamo Edwards, per esempio.., due volte campione del mondo Superbike, passa alla Moto Gp…, intasca tanti soldi.., ma non ha le motivazioni per vincere…; secondo me si deve entrare in Moto Gp o in Superbike quando non si è nessuno. Se vuoi trovare qualcuno che batta Rossi non puoi chiamare Biaggi, Checa, Capirossi o Gibernau…è impossibile che ci riescano…sono troppo vecchi! L’ho ribadito tre anni fa…, se si vuol battere Valentino Rossi devi schierare piloti giovani e affamati! E ora lo stanno facendo…vedi Casey Stoner, Pedrosa…, è normale…ed è l’unico modo! Quando un pilota della Superbike passa alla Moto Gp è gia troppo vecchio, ha già in tasca tanti soldi e manca delle giuste motivazioni! Vermeulen è un’ eccezione: è un grande pilota, giovane e non ha ancora vinto nulla…., avrebbe potuto vincere nella Superbike ma non aveva la moto e la squadra giusta…. Lui è veramente forte e credo che entro i prossimi due anni vincerà la Moto Gp". Filippo Del Monte (Filippodelmonte.it)
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