Intervista a Ruben Xaus

Dal rapporto con il compagno di squadra Max Biaggi fino al contratto appena firmato con BMW. Xaus si racconta sulle pagine di Moto.it
16 luglio 2008


Abbiamo incontrato Ruben Xaus al Mugello durante il Premier Day, un'occasione d'oro per scambiare quattro parole in tutta tranquillità con il campione spagnolo. Ruben risponde volentieri alle nostre numerose domande, è una bella persona, disponibile e cordiale. Una dote sempre più rara tra i piloti.
Al Mugello, dove si correvano i trofei e le gare della Coppa Italia, è voluto entrare nei box per salutare tutti i piloti e i loro meccanici. Non ha mai negato una foto o un autografo e, alle cinque e mezza di sera, nonostante la stanchezza e il gran caldo, ha voluto che lo accompagnassimo sulla griglia di partenza della Premier Cup 600 per salutare i piloti prima del via. Un grande.

L'intervista
Raccontaci i tuoi inizi. 
Ruben Xaus: "Mio padre ha un negozio di moto a Barcellona e ha sempre avuto la passione per le corse. Non è riuscito a raggiungere grandi risultati e quindi ha fortemente voluto che suo figlio potesse farlo. Ho iniziato a quattordici anni con moto a due tempi, ma io odio i due tempi, e quindi dopo due anni di alti e bassi in 125, a 16 anni ho preso una Honda CBR semi distrutta di un cliente del negozio di mio padre, l'abbiamo rimessa in sesto (saldando anche il telaio) e mi sono iscritto al campionato spagnolo Supersport. 
Nel mio primo anno di SS sono arrivato 22° nella prima gara e 4° nell'ultima. Nel 1995 ho partecipato all'Open Ducados e sono arrivato terzo con due vittorie in gara. Non male per essere al debutto in un campionato così difficile. Nel  1996 non avevamo più soldi e sarebbe stato un anno difficile se non avessi trovato De Cecco, che mi ha messo a disposizione una Ducati 888 con la quale ho potuto partecipare al campionato Europeo Superbike. Molti piloti disponevano già della 916 ma grazie al lavoro di De Cecco ed all'aiuto dei miei genitori sono riuscito a fare dei bei risultati. Successivamente Oscar Rumi, che era rimasto senza pilota, mi fece provare la sua Honda 600 sul corto di Misano, e il provino andò molto bene, considerando che non avevo mai visto la pista e tantomeno la moto. Feci sei gare del trofeo Thunderbike in sostituzione di Innamorati, conquistando il sesto posto nella classifica generale e vincendo l'ultima gara. Partecipai anche a tre gare del campionato spagnolo SS e ad alcune prove del campionato SS Italiano e vinsi una gara a Misano davanti a Paolo Casoli".

(Eravamo presenti; Paolo Casoli era il pilota favorito in quella gara. Ruben partì fortissimo, ma tutti si aspettavano che Paolo, che lo seguiva a ruota, lo superasse. Paolo ci disse a fine gara: "Non so chi sia questo spagnolo, ma è completamente matto. Ad ogni curva rischiava moltissimo e io ero sicuro che prima o poi sarebbe caduto". Ruben invece non cadde e vinse la sua prima gara in Italia. Nda)

"La moto non era ufficiale - continua Xaus - e non si poteva fare nessuno sviluppo. Mi venne proposta la  possibilità di fare il mondiale SBK con il team di Battà, e di iniziare il progetto di sviluppo della Suzuki TL a 2 cilindri. Purtroppo il progetto non ebbe mai inizio e io mi ritrovai a dicembre senza moto e senza team. Preferii allora passare al Campionato Superbike tedesco e fu un anno difficile. Era il 1998 e disponevo di  una Suzuki nuova con il motore ad iniezione e con gomme Pirelli da sviluppare (la Pirelli debuttava proprio allora nelle corse motociclistiche). Feci comunque qualche bella gara, ma nel 1999 ritornai in SS e partecipai al mondiale con una Yamaha R6 e finii quasi sempre sul podio. Ero ancora immaturo, cercavo sempre di dare il massimo, rischiando delle cadute.
Ero troppo giovane e troppo scatenato.  
Venni in seguito contattato dalla Ducati che mi offrì un contatto di tre anni per fare la SS con una prospettiva futura in SBK. Riuscii a salire spesso sul podio e ad ottenere delle vittorie. La moto non era il massimo, ma  finalmente nel 2001 venni promosso in SBK".

Com'è stato l'esordio nella Superbike?
Ruben Xaus: "Il campionato SBK era già molto competitivo ed io ero ancora inesperto. Restai nel team Ducati per due anni e nel 2003 mi laureai vicecampione del mondo. Il team era molto competitivo e il mio compagno di squadra era Neil Hodgson.
L'anno successivo mi venne offerta l'opportunità di passare in MotoGP con il team D'Antin. Non volli perdere quell'opportunità  anche se poi mi sono accorto di aver scelto la MotoGP più per seguire i consigli di chi mi stava intorno che non per me stesso.
Corsi in MotoGP per due anni. Il primo anno non andò male. La moto era la Ducati dell'anno precedente, difficile e scorbutica, ma i risultati furono buoni ed io ero abbastanza soddisfatto. Feci però un poco di fatica ad adattarmi all'ambiente della GP, così diverso da quello più  famigliare della SBK. L'ambiente era ostico per una persona aperta come sono io e non mi piaceva, però feci un altro anno in GP con il team Tech3 con una Yamaha.
Un altro anno davvero difficile, iniziato male e finito peggio che mi lasciò senza prospettive. Non avevo possibilità in MotoGP e non ci volevo nemmeno restare. Rientrai quindi a testa bassa in SBK, ma senza più sponsor. Dovevo contare solo sul mio talento e sulla mia voglia di correre in moto. 
Per fortuna trovai il nascituro team Sterilgarda e iniziai la mia avventura con Borciani".

Hai fatto fatica ad adattarti a un team privato, dopo anni di squadre ufficiali?
Ruben Xaus: "Marco Borciani è animato dalla mia stessa passione e dalla mia stessa voglia di far bene. Ha allestito un team tra mille difficoltà e con pochi mezzi economici, ma nel 2007 abbiamo iniziato ad andare bene e ho anche vinto gara uno a Valencia. Pur non disponendo di una moto ufficiale anche ora siamo sempre con i primi. Con Borciani mi sono subito trovato bene.
Il team ha fatto sempre il massimo e io ho cercato di fare il meglio che potevo. Ora le nostre strade si divideranno, ma tra noi c'è un sincero affetto. Sono davvero felice di essere riuscito a dare al team due vittorie e ritengo sia un risultato ottimo, negli ultimi due anni siamo stati tra i pochissimi privati ad aver vinto delle gare in SBK.  Negli ultimi tempi ho parlato spesso con Marco esortandolo a portare avanti il suo progetto ed il suo team. 
Il team Sterilgarda merita di avere dei piloti forti e spero davvero che Borciani riesca a proseguire nel migliore dei modi".

Si dice che potrebbe essere Canepa il tuo successore.
Ruben Xaus: " Canepa? A sentire i media Canepa correrà su tre o quattro moto contemporaneamente. Se la Ducati aiuterà Borciani può darsi che Canepa corra con Sterilgarda, ma per ora non so chi sarà il mio sostituto".

Ed il tuo compagno di squadra di quest'anno?
Ruben Xaus: "Biaggi ha un grande talento e una importante storia alle spalle, visto che è stato 4 volte campione del mondo della 250. Max ha confermato che senza una moto ufficiale in SBK si fa tanta fatica. Erano in molti che mi criticavano quando affermavo che la nostra moto non era ufficiale e che io dovevo dare il 110% per stare con i primi, ma ora Max lo ha dimostrato. Non voglio dire che con una moto ufficiale vinci di sicuro, ma con una moto privata di certo è molto più difficile. Chi mi criticava per i miei risultati ora ha capito cosa voglia dire correre in un team privato. Quando un campione del calibro di Biaggi ha le stesse difficoltà che ho io non servono parole. Da questo punto di vista Biaggi mi ha tolto un peso. Tutti ora possono capire in che condizioni corro e quanto impegno ci metto per andare sul podio o addirittura vincere come ho fatto a Misano".

Dal punto di vista umano come ti trovi con Biaggi?
Ruben Xaus: "Io penso di stare bene con tutti.  Su Max ne avevo sentite di tutti i colori, ma io credo solo a quello che vedo. Una volta terminate le prove esco dal box e vado dalla mia famiglia e mi rilasso. A parte che con i miei meccanici, non ho rapporti con nessuno al di fuori del box.  Sceso dalla moto io vado da mia moglie e da mia figlia perché voglio stare con loro, rilassarmi e non pensare alle gare e alle moto. Biaggi è una persona abbastanza schiva e anche lui cerca riparo dalla tensione ritirandosi nel suo motor home. Sto parlando di più con te adesso di quanto non abbia parlato con Max in tutta la stagione.  Non posso dire che con Max ci sia un buon rapporto perché in realtà non ci sono rapporti. C'è rispetto quello sì. Lui rispetta me e io rispetto lui e quindi non abbiamo mai avuto problemi".

Una domanda cattiva. Molti ti accusano di essere uno sfascia carene.
Ruben Xaus: " Cattiva o non cattiva è importante che tu mi faccia questa domanda e questa intervista. Vuol dire che sono un pilota del mondiale SBK e che i tifosi si interessano a me. Mi si può anche criticare, ma io sono qui e corro nel mondiale più difficile che ci sia. Le mie cadute? Quando cerchi di dare sempre il massimo, e io do sempre il massimo, rischi molto, e se rischi molto puoi anche cadere. Negli ultimi cinque  anni io non ho mai potuto disporre di  una moto ufficiale. Con D'Antin e la Ducati GP rischiavo alla morte e nessuno è riuscito a fare meglio di quanto ho fatto io con quel team. Tornato in SBK ho corso con una moto privatissima che ti fa rischiare di più rispetto ad una ufficiale. Ma io ho sempre preferito rischiare e non mi sono mai tirato indietro. Se non rischi non ottieni nulla. La gente e gli sponsor non si curano di te.  Che tu ti chiami Ruben Xaus o Max Biaggi senza i pezzi buoni è difficile far bene.  Max è un pilota che è sempre caduto pochissimo, ma quest'anno ha avuto dei problemi e fa tanta fatica. Non voglio cercare scuse e non ho più voglia di  difendermi dalle accuse di chi non crede in me. I miei risultati e la mia storia sono davanti agli occhi di tutti. Se pensate che sia facile, salite su una Ducati privata in un team privato e provate a fare meglio di me. Forse è un mio difetto quello di cercare di dare sempre tutto quello che posso, ma i miei tifosi e chi mi vuole bene sanno che sono fatto così".

Ora c'è un azienda importante, BMW, che crede in te.
Ruben Xaus: " Questo è un momento molto positivo per me. Io ed il mio team stiamo facendo bene. Guido bene e tutto mi riesce facile. Non ero mai andato così forte in Superpole, ma quest'anno parto sempre dalle prime file e sto progredendo costantemente. Sono tornato a gustare il sapore del podio e dello champagne e penso di continuare a farlo perché mi sento più sicuro e più maturo. Le esperienze precedenti anche se a volte negative, mi sono servite per crescere. Se guardo al mio passato sono contento di quello che ho fatto, nel bene e nel male, perché tutto ha contribuito a farmi maturare. Sono passato molte volte dalle stelle alle stalle, ma se ne sono uscito vuol dire che sono forte e che posso raggiungere ancora traguardi ambiziosi.
Penso che il bello debba ancora arrivare. Tra poco inizierò a lavorare per un progetto completamente nuovo con BMW e penso di essere pronto ad affrontare questa nuova sfida, con la giusta mentalità e la necessaria serenità. La famiglia mi sta aiutando moto. Ho una moglie e una figlia meravigliose e questo mi dà una grande gioia e sicurezza. Sono una persona felice, e c'è solo una cosa che mi manca, vincere il mondiale SBK. Fino a che potrò cercherò di vincerlo. Ma non starò nel mondo delle corse ancora per molti anni. Non voglio invecchiare nel paddock e terminate le corse voglio dedicarmi di più a me stesso ed alla mia famiglia".

L'accordo con BMW ti avrà portato anche dei benefici economici.
Ruben Xaus: " Non sono una persona con molte pretese. Non ho bisogno di avere molti soldi per essere felice. Sono felice anche ora che corro per un team privato. Sono felice perché faccio un lavoro bellissimo, posso stare con la mia famiglia e ho abbastanza soldi per non far mancare niente a loro. Certo, come ti ho detto, mi manca il titolo di campione mondiale SBK, ma ora con BMW avrò la possibilità di ottenerlo. La casa tedesca ha deciso di competere in SBK per vincere. Loro vogliono solo vincere ed io voglio solo vincere.  Mi sono trovato subito in sintonia con i dirigenti del progetto corse BMW. Io sono Catalano e non ho mezze misure e anche loro la pensano come me, si corre per vincere e vincere è il piacere assoluto".

Cosa sai della tua nuova moto?
Ruben Xaus: " Ho parlato con Martin che l'ha provata e che mi dice che la moto è molto ben bilanciata e che non assomiglia e nessuna delle moto che attualmente corrono in SBK.  Ha tanta potenza e Martin, che l'ha provata al Laustzring, ha girato più forte di quanto non avesse fatto lo scorso anno con la Suzuki di Celani. Mancano ancora molti mesi all'inizio del prossimo campionato e di certo c'è molto da lavorare. L'hanno provata anche altri piloti (tra i quali Kevin Curtain) e tutti si sono trovati a loro agio. Vuol dire che la moto si adatta a stili diversi di guida e quindi la base è ottima. Dobbiamo solo lavorare ed io credo davvero molto in questo progetto". 

Chi sarà il tuo compagno di squadra?
Ruben Xaus: " Avrò certamente un compagno di squadra e sarà un pilota molto competitivo. Non voglio come compagno un collaudatore, ma un top rider. Io stesso ho consigliato alla BMW di prendere un pilota forte.
Se vogliamo vincere deve essere così. Lo scorso anno che ero da solo in squadra avevo troppo lavoro da svolgere, gomme, messa a punto, rapporti. Tutto senza avere riferimenti. Ora che c'è Max, ho dei riscontri importanti e lavoro molto meglio e più velocemente. Se il tuo compagno è forte,  ti può essere di stimolo e di aiuto e quindi ho chiesto alla BMW di cercare un pilota al top. In SBK ci sono quattordici moto ufficiali e se una casa come la BMW vuole entrare in questo difficile campionato lo deve fare al meglio e loro non partecipano di certo per far numero. Le voci del paddock indicano in Troy Corser il mio possibile compagno, ma ora Troy va forte e forse la Yamaha non lo vuole lasciare andare via o forse non hanno  ancora trovato un sostituto alla sua altezza".

Quali sono i piloti che a te piacciano di più?
Ruben Xaus: " A me piace Troy Bayliss. A Misano dopo il podio l'ho ringraziato perché lui è un pilota vero ed è difficilissimo batterlo. E' un duro e quando riesci a stargli davanti vuol dire che hai fatto davvero qualcosa di grande. Stare in bagarre con lui è uno spettacolo. Lui non passa mai nello stesso posto. Inventa sempre qualcosa di  nuovo ed è impossibile studiarlo e capire cosa ha in mente. Se gli vuoi stare davanti devi attaccarlo e dare il meglio di te. Inoltre è  anche grazie a lui che il mondo della SBK è cresciuto così tanto e questo è molto importante. Mi piace anche Max Neuchirkner che ora tutti hanno scoperto, dimenticandosi che lui ha fatto degli ottimi risultati già con il team Klaffi che poi lo ha lasciato a piedi per prendere Barros, proprio mentre Max stava crescendo. E' poi passato al team Pedercini e quando successivamente è salito sulla Suzuki ha dimostrato di essere subito competitivo. Quest'anno con una moto ufficiale sta vincendo delle gare e quindi non è una novità per me vederlo secondo nella classifica generale . Lui è quattro anni che è qui ed io l'ho sempre visto andare forte, è bravo e sa fare le cose giuste al momento giusto. Quest'anno in pochi se lo aspettavano a questi livelli e quindi può lavorare con serenità, ma sta dimostrando di non sentire troppo la pressione del team e dell'ambiente che lo circonda".

Mancano ancora sei gare alla fine del campionato.
Ruben Xaus: " Certo e voglio continuare a fare bene. Sino a che sarò nel team Sterilgarda darò il mille per mille. Nel mio passaggio alla BMW ho fatto tutto alla luce del sole e ho parlato prima di tutti con Marco Borciani. Sono un professionista. Ora il mio lavoro è quello di fare tutto il meglio possibile con il mio attuale team  e da novembre farò del mio meglio con la BMW.  Non sono poi tanto lontano dal vertice della classifica e voglio dar del filo da torcere a tutti. E poi voglio fare bene anche per ringraziare Marco e tutti i ragazzi della mia squadra. Ci lasceremo in amicizia perché sono persone eccezionali e me ne vado veramente con molto dispiacere. Ma la vita è fatta così. Questa sarà la mia seconda grande opportunità e non potevo lasciarmela sfuggire. La prima opportunità che mi venne offerta (Ducati ufficiale) forse è arrivata troppo presto. Ero giovane ed inesperto. Non ero pronto. Ora mi sento pronto e questo non vuol dire che farò meglio di quanto non abbia fatto in precedenza, ma certo adesso mi porto dietro un bagaglio di esperienza, di podi e di vittorie che mi sarà molto utile e mi darà maggiore sicurezza".

Grazie Ruben e in bocca al lupo per le corse e per il tuo futuro.


Carlo Baldi
Foto: Porrozzi

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