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Troy Bayliss si è congedato dalla Superbike e dalle competizioni motociclistiche con due sonanti vittorie sul bellissimo circuito di Portimao. Una degna conclusione per un grande campione e per un campionato emozionante. Anche quest'anno infatti il mondiale Superbike è stato spettacolare e avvincente. E questo nonostante Bayliss lo abbia dominato e stravinto, lasciando ai suoi avversari solo qualche vittoria di tappa. Troy ha vinto perché è stato il più forte, mentre i suoi avversari sono stati discontinui, alternando vittorie entusiasmanti a prestazioni incolori.
L'alfiere della Ducati non ha mai avuto un diretto concorrente nella vittoria finale. In classifica dietro di lui si sono alternati Checa, Neukirchner, Haga ma alla fine il secondo classificato è stato Corser. Secondo senza aver mai vinto una manche.
Questo non toglie nulla ai meriti di Bayliss, ma questa alternanza di risultati lo ha facilitato.
Ma entriamo nel dettaglio e vediamo, confortati dai numeri, come si sono comportati quest'anno i primi dieci piloti della classifica finale.
1 - Troy Bayliss
Un dominatore. Ha vinto 11 gare(39%), è salito 19 volte sul podio (68%) e ha conquistato 8 Superpole su 14 (57%). Mai come in questo caso i numeri parlano da soli. Ha voluto vincere questo campionato sin dall'inizio, anche perché aveva deciso che questa sarebbe stata la sua ultima possibilità di laurearsi campione del mondo. Oltre alla sua straordinaria bravura, quello che lo ha differenziato da tutti gli altri piloti è stata proprio la sua determinazione, la sua grande voglia di vincere. La Ducati molte volte lo ha aiutato, ma non sempre è stata la moto migliore, anzi in alcuni circuiti la moto di Borgo Panigale è stata inferiore alle Honda, alle Suzuki o alle Yamaha, ma Bayliss proprio nelle difficoltà ha dimostrato di saper lottare e di sapersi intelligentemente accontentare. Quando non era possibile vincere, l'australiano ha cercato di portare a casa più punti possibili, sempre con un occhio alla classifica finale. Troy non è andato a punti solo in quattro delle ventotto gare in calendario. Ha avuto la sua giornata peggiore a Salt Lake City dove è caduto nella prima manche ed è stato costretto al ritiro per noie meccaniche nella seconda. Gli altri due zero sono stati causati dalle cadute di Donington, nel tentativo di raggiungere uno scatenato Kiyonari, e di Vallelunga, all'ultimo giro. Un grande campionato, un grande campione che resterà nella storia della Superbike e del motociclismo.
2 - Troy Corser
Il pilota della Yamaha è stato il meno discontinuo. E' salito sul podio 13 volte, secondo solo a Bayliss in questa particolare classifica. Non ha mai vinto, ma è quello che ha collezionato più secondi (5) e terzi posti (8). Si è aggiudicato due volte la Superpole e solo in tre gare non è andato a punti: Phillip Island, Salt Lake City e Donington; tutte e tre le volte a causa di una caduta. Non ha vinto perché non aveva la stessa determinazione di Bayliss. Non è un lottatore e questo è apparso evidente. Pilota molto esperto e grande collaudatore (non per niente la BMW lo ha in squadra) ha nel carattere il suo punto debole. Forse a 37 anni il pilota di Wollongong ha perso quella determinazione che gli ha consentito nel passato di vincere 33 gare e due titoli mondiali in Superbike. La sua Yamaha è andata via via crescendo sino ad essere la moto più competitiva del lotto e molte volte superiore anche alla Ducati. Ma Troy non ha saputo approfittarne. Un secondo posto finale che forse soddisfa il pilota australiano, ma non certo il team di Meregalli.
3 - Noriyuki Haga
Genio e sregolatezza. Poteva essere proprio lui l'avversario principale di Bayliss nella corsa al titolo. Nitronori ha vinto 7 gare, è arrivato 4 volte al secondo posto (mai al terzo) ed è salito sul podio 11 volte. Purtroppo ha avuto ben 7 battute a vuoto, annullando così in classifica l'effetto delle sue vittorie. Si è aggiudicato anche una Superpole. Ci ha lasciato stupefatti sia quando ha dominato entrambe le gare, come al Nurburgring e a Vallelunga, sia quando a Donington non solo non ha raccolto nessun punto, ma addirittura non si è fermato dopo aver rotto il motore ed ha imbrattato la pista d'olio, mettendo a repentaglio l'incolumità degli altri piloti. Sconcertante nel bene come nel male. Come Corser anche lui ha avuto a disposizione una Yamaha estremamente competitiva, ma l'ha sfruttata solo a gare alterne.
Un grande talento che speriamo trovi continuità. Lo sperano soprattutto i tifosi della Ducati visto che sarà lui il pilota di punta della casa italiana nel 2009. Far dimenticare Bayliss sarà impossibile, ma a Borgo Panigale sperano di mettere a frutto il grande talento del giapponese per continuare a vincere. Il terzo posto di quest'anno nel 2009 sarebbe considerato un fallimento.
4 - Carlos Checa
Ci aspettavamo di più dallo spagnolo che ha vinto solo due gare (entrambe sul circuito americano Miller Motosport), ha conquistato 3 secondi e 2 terzi posti, salendo complessivamente 7 volte sul podio e aggiudicandosi una Superpole (sempre negli U.S.A.). Solo 3 volte non è riuscito ad andare a punti (Monza, Brno e Donington), ma troppe volte ha ottenuto risultati scarsi e posizioni di rincalzo. Anche lui, come tutti i piloti Honda, ha sofferto del ritardo nella consegna delle nuova CBR 1000RR e della sua scarsa competitività su molti dei circuiti del mondiale. Alla fine è stato comunque il primo dei piloti Honda e al suo primo anno in Superbike ha ottenuto la quarta posizione finale a soli 14 punti da Haga. Purtroppo per lui e per il team Ten Kate, Carlos proprio dopo la doppia vittoria americana è quasi sparito e ha rivisto il podio solo nell'ultimo appuntamento di Portimao. A suo discolpa va anche detto che non conosceva molti dei circuiti sui quali ha corso. Infatti è salito sul podio ad Assen, pista che ospita anche il mondiale GP e sui due circuiti che rappresentavano una novità per tutti i piloti della Superbike: Miller Motorsport e Portimao. Il prossimo anno con una moto più competitiva e che conosce ormai bene Checa sarà uno dei piloti da battere.
5 - Max Neukirchner
E' stato la vera novità della stagione 2008. Ha ottenuto 2 vittorie, 2 secondi posti e 3 terzi posti, per un totale di 7 podi. Ha conquistato due Superpole e solo 4 volte non ha raccolto punti. Niente male per un pilota di venticinque anni che faceva il suo debutto su di una moto ufficiale. Riteniamo che proprio la sua Suzuki non gli abbia consentito risultati migliori. Specialmente sul bagnato la moto di Max si è dimostrata poco competitiva, con grossi problemi di trazione. Dalla gara di Misano in poi, la Suzuki non è più stata al passo con le moto concorrenti e il tedesco non è più salito sul podio. Ha concluso comunque al quinto posto a due soli punti da Checa, ma se a Valencia proprio lo spagnolo non l'avesse buttato in terra, fratturandogli una clavicola e costringendolo a tornare in Germania senza punti nel carniere, Neukirchner sarebbe riuscito non solo a superare Checa nella classifica finale del campionato, ma molto probabilmente anche Haga che lo precede di soli 16 punti. Queste cifre ci fanno comprendere come la stagione del tedesco sia stata del tutto soddisfacente. Molto continuo, veloce e con tanta sete di vittorie. Se la Suzuki saprà assisterlo adeguatamente, Max sarà uno dei protagonisti della prossima stagione.
6 - Fonsi Nieto
Il nipote del grande Angel ha iniziato vincendo gara due a Losail, ma il prosieguo del campionato non è stato di certo entusiasmante. In compenso è stato il pilota più costante di tutto il campionato con due sole battute a vuoto: gara uno ad Assen (caduta) e gara due a Donington (problemi meccanici). In totale quindi tre podi ed un sesto posto in classifica distanziato però da Neukirchner di ben 55 punti. Nieto non è ancora riuscito a consacrarsi tra i top riders della Superbike e ha dimostrato una grande continuità di rendimento, ma anche una scarsa propensione a restare nel gruppo dei primi. Anche lui come il Max tedesco ha sofferto della scarsa competitività della Suzuki, ma è comunque riuscito a sfruttarla molto meno di quanto non abbia fatto il suo giovane compagno di squadra. Un'altra stagione in tono dimesso per un pilota dal quale ci si aspettava di più. Sembra che il prossimo anno debba lasciare la squadra di Battà e la Suzuki, ma ad oggi non si conosce ancora la sua destinazione (Yamaha?).
7 - Max Biaggi
Stagione difficile per Max che ha collezionato 3 secondi posti e 4 terzi posti senza mai salire sul gradino più alto del podio. Sette podi ma anche sette gare senza raccogliere nemmeno un punto. Un settimo posto a 222 punti dal vincitore. Non dobbiamo dimenticare però che Max ha subito degli infortuni che ne hanno limitato il rendimento. Inoltre non si può certamente affermare che Biaggi quest'anno sia stato fortunato. La caduta e l'infortunio di Phillip Island, dopo un ottimo inizio di stagione a Losail, gli hanno tarpato le ali. Risolti i problemi fisici, ha potuto riprendersi e da Misano in poi è sempre stato nei primi posti ad esclusione dell'ultima gara di Portimao dove però ci ha pensato Fabrizio ha farlo cadere in gara uno. Possiamo dividere la stagione di Max in due parti. Nelle prime sette gare ha infatti conquistato 97 punti, mentre nelle restanti sette i punti racimolati sono stati 141. Se la prima parte della stagione non fosse stata così difficile, Biaggi avrebbe ora una classifica migliore, vicino al terzo posto che ha conquistato al suo primo anno in Superbike con la Suzuki. A sua discolpa va anche ricordato come quest'anno Max abbia corso per un team privato e con una Ducati ben diversa da quelle del team ufficiale Xerox. Da un campione come lui ci si aspetta sempre tanto, ma il suo settimo posto in classifica lo consacra primo dei piloti privati anche se non era certo questo il suo obiettivo. Encomiabile la sua volontà - a 37 anni - di rimettersi ancora una volta in gioco e di impegnarsi in una nuova avventura con una moto completamente nuova - Aprilia RSV4 - e da sviluppare. Non sarà più un pilota privato e anche per questo ci aspettiamo da Max una grande stagione.
8 - Michel Fabrizio
Stagione tutto sommato positiva quella del giovane romano della Ducati. Ha ottenuto esattamente gli stessi risultati di Biaggi (7 podi, 3 secondi e 4 terzi posti e 7 gare senza punti) dal quale lo separano solo 15 punti nella classifica generale. E' andato alcune volte vicino alla vittoria, dimostrando che la classe non manca, ma forse l'esperienza e la concentrazione sì. In più di una gara si è cimentato in furiose rimonte. E' giovane ed al suo primo anno alla guida di una moto ufficiale. Inoltre essere compagno di squadra di un "mostro" come Bayliss non deve essere facile. Ha alternato grandi prestazioni ad errori banali (come la caduta di Portimao) e si è espresso al meglio ogni volta che ha avuto la giusta rabbia agonistica. Per fortuna la Ducati gli ha concesso un altro anno per maturare ed il prossimo anno sarà di certo determinante per Fabrizio. Non si dovrà accontentare di buoni piazzamenti, ma dovrà puntare al bersaglio grosso. Non gli verranno più perdonati gli errori di quest'anno e dovrà dimostrare essere uno dei top riders della categoria. Il talento non manca e la moto ed il team neppure.
9 - Ryuichi Kiyonari
Era al debutto nel mondiale Superbike, proveniente dal British SBK. E' il pilota sul quale la Honda punta per vincere il mondiale delle derivate di serie e che probabilmente approderà nei prossimi anni alla Moto GP. Però è un raccomandato giustificato dalla giovane età (26 anni) e da un buon talento, al contrario di Tamada e Kagayama che dispongono di una moto ufficiale per il solo fatto di essere giapponesi. Ha ottenuto 3 vittorie ed un terzo posto salendo quindi 4 volte sul podio. Per ben 8 volte però non è riuscito a raccogliere punti. La sua classifica finale parla di un nono posto a soli 17 punti da Michel Fabrizio. Anche lui ha sofferto all'inizio della stagione per la scarsa competitività della sua nuova Honda e anche perché non conosceva nessuno dei circuiti sui quali andava a correre. Si è espresso al massimo sui due circuiti inglesi di Brands Hatch e Donington, gli unici che conosceva bene. Ha dimostrato di essere fortissimo quando la pista è bagnata e a Donington in gara due è stato irraggiungibile per chiunque, guidando sull'acqua come se la pista fosse asciutta. Però dopo i due exploit inglesi Ryuichi è tornato nell'anonimato, complice anche un infortunio che non gli ha certo consentito di correre come avrebbe voluto. Il prossimo anno avrà ancora a disposizione una Honda ufficiale, ma soprattutto conoscerà meglio le piste e pensiamo possa avere un ruolo da protagonista.
10 - Ruben Xaus
Pilota caliente, generoso e focoso. Ruben va preso per quello che è, un pilota che dà sempre il massimo e che a volte non si sa controllare. Anche quest'anno ha raccolto una splendida vittoria a Misano ed un secondo posto in Qatar. Due podi, ma ben 12 gare senza punti. Le cadute non sono certamente mancate. E' riuscito a convivere con il suo scomodo compagno di squadra sino a Donington, dove una regola assurda gli ha negato la gioia del terzo podio stagionale e gli ha fatto dire cose delle quali poi si è certamente pentito. La sua moto era una Ducati privata, come quella di Biaggi, ma se vuole migliorarsi deve essere più continuo e trovare il suo limite. La BMW lo ha scelto per portare al debutto la nuova S1000RR e ancora una volta Xaus non si risparmierà di certo e cercherà di sfruttare al massimo questa stupenda opportunità. Di certo non cambierà il suo stile di guida, ma ormai ha raggiunto una maturità che speriamo gli consenta di ottenere quei risultati che merita. Un uomo e un pilota vero, tutto cuore e passione.
Che campionato ci aspetta il prossimo anno?
La Superbike ha perso il suo dominatore, ma proprio per questo la stagione 2009 sarà a nostro parere molto spettacolare e incerta. Saranno ben sette le case ufficiali impegnate nel mondiale delle derivate dalla serie. Un grande risultato per la FG Sport, proprio in un momento nel quale in altri campionati si fa fatica a comporre una griglia di partenza di almeno 16 piloti. Oltre ai soliti protagonisti vedremo all'opera una nutrita pattuglia di piloti provenienti dalla Superbike inglese, animati da tanto coraggio e voglia di stupire. Rea, Haslam e Sykes daranno del filo da torcere ai santoni della Superbike, senza dimenticare l'americano Spies e probabilmente Tommy Hill, un altro pilota che è cresciuto nella British SBK. Sarà un campionato incredibile, con almeno quindici piloti che potenzialmente si potrebbero aggiudicare la vittoria. Impossibile fare pronostici. Prepariamoci quindi a gare al cardiopalma e a risultati a sorpresa. Un campionato che appassionerà anche Valentino Rossi che da tempo strizza l'occhio alla Superbike. Mai dire mai.
Carlo Baldi
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