Bevilacqua: "Se non cambiano i regolamenti io nel 2013 non ci sarò"

Bevilacqua: "Se non cambiano i regolamenti io nel 2013 non ci sarò"
Deluso da un regolamento ingiusto, il general manager del Team Althea Ducati si aspetta che cambino le regole della SBK e che a deciderle non siano più le Case, ma una commissione tecnica super partes | C. Baldi
30 agosto 2012

Punti chiave

Genesio a Mosca ti abbiamo visto molto deluso dall’andamento delle gare e dai risultati dei tuoi due piloti.
«Più che deluso a Mosca io ho avuto la conferma che la penalizzazione che ci portiamo dietro da inizio stagione è ingiusta e ci impedisce di competere con le altre squadre. È stato emblematico l’incidente tra Rea e Checa in gara uno. Il nostro pilota ancora una volta ha dovuto andare oltre il limite suo e della moto. Carlos ha dovuto fare una staccata al limite per cercare di resistere allo strapotere delle quattro cilindri che in quel rettilineo erano più veloci di 30 chilometri orari. Ha rischiato, si è toccato con Rea ed è caduto. Le moto a quattro cilindri sono migliorate moltissimo ed io mi complimento con quelle case che hanno investito e lavorato molto per sviluppare i propri mezzi. Non posso però accettare che la nostra moto, che invece non viene ormai sviluppata da anni, debba essere penalizzata togliendo ai piloti Ducati la possibilità di competere e di vincere».


Una penalizzazione, a tuo avviso ingiusta, della quale si discute da anni.

«Si è vero. Dobbiamo risalire a metà della stagione 2011 quando l’Aprilia e Biaggi iniziarono a preoccuparsi ed a lamentarsi del binomio Ducati Checa, affermando che noi eravamo favoriti dalla maggiore cilindrata della nostra moto. Vorrei chiarire che qualsiasi ingegnere può calcolare matematicamente la differenza di potenza tra un quattro cilindri ed un due cilindri e mi risulta che, per competere con un quattro cilindri di 1000 cc un bicilindrico dovrebbe avere una cilindrata di 1440 cc.

Sappiamo però che i bicilindrici hanno una curva di potenze più fluida e maggiormente sfruttabile e proprio per questo motivo nel 2008 venne deciso di applicare un regolamento che le penalizza tuttora. In quel momento i quattro cilindri non erano ancora stati sviluppati, case come Aprilia, BMW o Kawasaki non avevano ancora iniziato ad investire nello sviluppo delle rispettive moto. Già nel 2009 e nel 2010 la presunta superiorità Ducati non è stata confermata dai risultati in pista, visto che i titoli sono stati vinti da Spies su Yamaha e da Biaggi su Aprilia.

Le corse si fanno per dimostrare le maggiori capacità tecniche di un team e di una moto unite all’abilità di un pilota. E per questo noi abbiamo applaudito alla vittoria di Biaggi che quell’anno è stato superiore assieme alla sua RSV4 ed ha meritatamente vinto il titolo. Nel 2011 la vera novità, la vera arma vincente della Ducati non è

Nel 2011 la vera novità, la vera arma vincente della Ducati non è stata la maggiore cilindrata, ma la vera differenza l’hanno fatta l’abilità e le capacità di Carlos Checa

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stata la maggiore cilindrata, ma la vera differenza l’hanno fatta l’abilità e le capacità di Carlos Checa. Dopo un 2010 di apprendistato, nel quale probabilmente senza i due clamorosi passi falsi di Salt Lake City Carlos avrebbe potuto già dire la sua per il titolo, nel 2011 Checa e la Ducati hanno creato una coppia vincente. Le doti di guida di Checa, che ha fatto ad esempio tanta fatica con il quattro cilindri Honda, si adattano invece perfettamente alla 1198. E’ stato un matrimonio perfetto del quale, senza falsa modestia, mi prendo parte dei meriti.

E a seguito delle vittorie di Carlos sono state accantonate tutte le considerazioni tecniche e matematiche, che invece avrebbero dovuto essere ancora calcolate, e si è penalizzato un mezzo che di fatto non viene sviluppato dal 2009. Sia chiaro che se noi siamo fermi con lo sviluppo della nostra moto non è certo colpa delle altre case che competono nel mondiale Superbike e che hanno invece investito risorse ed energie nello sviluppo dei loro mezzi. Ritengo al contrario una fortuna che ci siano case che investono in questo campionato. Il problema è

Genesio Bevilacqua e Carlos Checa
Genesio Bevilacqua e Carlos Checa

che se il nostro pacchetto tecnico, fermo dal 2009, viene anche penalizzato, di fatto ci viene tolta ogni possibilità di competere per la vittoria. E questo è assurdo oltre che anti sportivo».


Ma chi le prende queste decisioni?
«In un mondo di professionisti dove le case e le squadre investono svariati milioni è assurdo che le decisioni tecniche vengano prese dai rappresentanti delle case e non da una commissione tecnica. Purtroppo attualmente sono i rappresentanti dei team a decidere del regolamento tecnico e questo ritengo sia un grave errore al quale Infront deve porre un rimedio al più presto. Le decisioni tecniche non possono essere prese dai team, ma dovrebbe esserci una commissione di tecnici ed ingegneri, nominata da Infront, che possa prendere in considerazione tutti gli aspetti tecnici della questione. Il parere delle case è importante però gli aspetti tecnici devono essere valutati da Infront e dalla Federazione Internazionale, sulla base di precise conoscenze tecniche e meccaniche. Non può essere credibile un regolamento preparato dalle case, specialmente ora che

Le decisioni tecniche non possono essere prese dai team, ma dovrebbe esserci una commissione di tecnici ed ingegneri, nominata da Infront

una sola casa utilizza motori bicilindrici. Al termine delle riunioni tra le case e l’organizzazione del campionato, Infront non ha potuto far altro che prendere atto della volontà della maggioranza, commettendo un errore anche se in buona fede. Solo ingegneri super partes possono stabilire un regolamento tecnico. In questo modo non si penalizzerebbero piloti e squadre. Il regolamento deve esaltare le qualità dei piloti e non mortificarle. Il pilota più forte deve essere messo in grado di vincere altrimenti non si può parlare di sport».


Perché queste cose le dice Bevilacqua e non la Ducati?
«Ernesto Marinelli è un validissimo aiuto per noi. E’ un ingegnere preparatissimo ed è stato tenace nel cercare di tutelare quelli che sono gli interessi della sua azienda. Così come Dall’Igna parla per Aprilia, Marinelli parla per Ducati. Ma io invece faccio un discorso diverso e punto ad un obiettivo diverso. La mia è una squadra che trasmette passione e che ha sempre lavorato e fatto molti sacrifici per raggiungere gli eccezionali risultati che abbiamo ottenuto. Noi abbiamo raccolto la bandiera che in Superbike era stata abbandonata da Ducati ed abbiamo il dovere di raccontare agli appassionati come stanno le cose, da uomini di sport. Io ho lavorato in passato con Honda, Yamaha, Bimota e quello che dico non è di parte e proprio per questo sento il dovere di

Se le regole non verranno cambiate, la mia squadra ed i miei piloti non saranno in grado di competere per la vittoria

denunciare un regolamento iniquo. Se le regole non verranno cambiate, la mia squadra ed i miei piloti non saranno in grado di competere per la vittoria. Non voglio prendere in giro i ragazzi del mio team facendoli lavorare con impegno e passione sapendo in partenza che i nostri sforzi non saranno premiati. Non intendo partecipare ad una competizione che sappiamo in partenza di non poter vincere».


Anche perché il prossimo anno ci sarà la Panigale, una moto dal potenziale ancora tutto da scoprire in Superbike.

«Questo è il lato più assurdo di tutta la vicenda. La Panigale è una moto nuova e come tale andrà sviluppata. Nei suoi test Checa ci ha confermato che la 1199 è per alcuni aspetti superiore alla 1198 mentre per altri è ancora inferiore. Nutriamo una grande fiducia in questo nuovo prodotto Ducati che però deve ancora dimostrare di poter essere competitivo. Ciò nonostante il regolamento, con un ragionamento assurdo e

Ducati 1199 Panigale
Ducati 1199 Panigale

preconcetto, penalizza una moto ancora prima che scenda in pista. Spero veramente che i regolamenti vengano modificati per ritrovare la voglia e lo spirito giusto per correre ancora per qualche anno con questa marca e in questo campionato. In caso contrario non credo di essere più della partita. Parlo per quanto riguarda me, perché chi lavora nella mia squadra deve continuare a lavorare per sostenere la propria famiglia e quindi non li abbandonerò di certo. Spero che Ducati non voglia rinunciare ad un progetto che ha portato senza dubbio degli ottimi risultati e dei benefici alla casa di Borgo Panigale, ma a queste condizioni io il prossimo anno non ci sarò. Mi mancherebbero le motivazioni giuste per continuare, non avrei più gli stimoli per lottare come abbiamo fatto sino ad ora, facendo tanti sacrifici sia economici che personali. Se non vedo obiettività ed equità non mi sento più a mio agio in questo ambiente».


Pensi che Ducati non interverrà per richiedere modifiche al regolamento?
«Quello che farà Ducati sinceramente non lo so e non lo sa ancora nemmeno Checa che al momento attuale non ha ancora firmato il rinnovo del contratto. Non so se Carlos accetterà di competere con un mezzo nuovo e già penalizzato o se cercherà una strada diversa. Non penso che la casa di Borgo Panigale possa accettare queste regole e ritengo che farà valere le proprie ragioni, ma è una considerazione mia personale».


E Davide Giugliano?

«Davide quest’anno ha dimostrato di avere un grande potenziale. Deve ancora raffinarlo e far un ulteriore passo in avanti per gestire al meglio le proprie energie. Sappiamo che non è facile diventare un professionista completo, ma Davide ne ha tutte le possibilità».

 

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