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Quando si inizia con un progetto radicalmente nuovo, come quello che Ducati ha intrapreso con Panigale, è normale incontrare forti difficoltà nelle fasi iniziali. Carlos Checa ha avuto una prima presa di contatto sconcertante con la nuova Superbike bolognese, ma grazie ad un grande lavoro di sviluppo si è trovato ben più competitivo nei test che anticipano di pochi giorni il via del Mondiale 2013.
Carlos, è maggior la soddisfazione per la prestazione di oggi o quella per il salto in avanti fatto dalla Panigale?
«Per entrambe le cose. In Ducati ci hanno creduto, hanno rischiato, facendo una scelta tecnica molto diversa dalle altre. Vincere è molto difficile, e dovremo risolvere qualche problema per superare qualche limite che abbiamo ancora oggi, ma partire così, con una moto che rappresenta una nuova era per Ducati, è una doppia soddisfazione!»
Venerdì si inizia a fare sul serio. Cosa ti aspetti? I tempi sono molto vicini.
«Bisognerà vedere le gomme, le temperature e le condizioni in generale. Poi dovremo lavorare sulla moto, fare una gara è diverso che fare un giro veloce. Sappiamo che la gomma soffrirà, mentre non sappiamo come si comporterà la moto, per questo più che il tempo è importante il lavoro svolto sull'assetto, che completeremo durante il fine settimana»
Allora obiettivi raggiunti?
«Per me era importante venire qui ed integrarmi bene con la moto e la squadra, e raccogliere informazioni per dare modo alla squadra di lavorare per prepararci alla gara. La gara è sempre una cosa diversa, è lì che emergono i problemi e limiti della moto. Io spero di essere al mio meglio, di poter essere lucido, veloce e dare il 100%. Solo allora vedremo se la moto ci permette di fare quello che vogliamo»
A questo punto dello sviluppo qual è l'aspetto che ti piace di più della moto e quello che invece ti lascia ancora insoddisfatto?
«Ci manca qualcosa in accelerazione, e all'uscita delle curve veloci fatichiamo un po' nella gestione del retrotreno. Quello che mi piace di più della moto invece è la stabilità in inserimento, anche se a volte si perde un po' di feeling nei veloci trasferimenti di carico fra avantreno e retrotreno. Siamo migliorati tanto, ma c'è ancora tanto da lavorare e da scoprire»