SBK a Monza. Cronaca di una domenica annunciata

SBK a Monza. Cronaca di una domenica annunciata
La Superbike a Monza ha vissuto una delle sue giornate più difficili. Analizziamo nel dettaglio quanto è successo e valutiamo il comportamento dei protagonisti | C. Baldi, Monza
7 maggio 2012


La Superbike domenica ha vissuto a Monza uno dei suoi momenti più difficili
, con l’annullamento della prima manche e la sospensione definitiva della seconda dopo soli otto giri. Le critiche non sono mancate non solo dall’esterno del circus della Superbike, ma anche dal proprio interno. Alcuni dei fatti li conosciamo già e ve li abbiamo raccontati nei nostri articoli precedenti. Ora cerchiamo di approfondirli per comprendere cosa ha portato la Superbike a vivere una domenica strana, quasi surreale.
Per comprendere quanto accaduto la domenica bisogna fare un passo indietro e andare alla Superpole di sabato che ai più attenti, ed a quelli che avevano esaminato le previsioni meteo, aveva fatto prevedere cosa ci si poteva aspettare nella giornata successiva. Pista mai completamente asciutta, difficilissima scelta delle gomme, gomme rain che (ovviamente) si sbriciolavano sul lunghissimi ed asciutti rettilinei, piloti che rientravano sbigottiti ai box incerti sul da farsi. In quel frangente, la vittoria, cioè la Superpole, era andata a Guintoli, a colui che (da sempre esperto della pioggia e forte dell’esperienza accumulata in passato nel piovoso British Superbike) aveva interpretato nel migliore dei modi lo stato della pista nel momento decisivo, vale a dire a pochi minuti dal termine dell’ultima sessione.

Ma cosa sarebbe successo in gara quando lo stato della pista in caso di pioggia, sarebbe stato da valutare non più in pochissimi minuti, ma nell’arco dei venti/venticinque della gara?

Se l’incognita meteo/gomme/pista si fosse presentata anche per le gare cosa sarebbe successo?
La domanda se la sono posta ovviamente anche i team e la Infront, che si sono riuniti sabato sera, assieme alla Pirelli, per decidere come comportarsi nella giornata successiva. La Pirelli ha annunciato che, per cercare di dotare i piloti di un’ulteriore scelta nel caso di pista bagnata o in condizioni miste, avrebbe portato l’indomani ad ogni pilota una gomma posteriore SC0 intagliata.
 

Purtroppo domenica il meteo non è migliorato. Anzi, è sembrato quasi prendersi gioco dei piloti, degli organizzatori e del pubblico.

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Pirelli


Giorgio Barbier aveva dichiarato sabato che non esisteva una gomma in grado di essere utilizzata con sicurezza a Monza nel caso che la pista fosse bagnata solo in parte. Siamo d’accordo con lui, visto che pensiamo sia impossibile preparare una gomma che possa resistere al calore ed alle tremende velocità e frenate dei rettilinei della pista di Monza e che nello stesso tempo sia anche abbastanza morbida da consentire un buon grip nei curvoni bagnati. Perché queste erano le condizioni a Monza. I lunghissimi rettilinei si asciugavano prima delle curve, dove gli alberi impedivano al (pallido) sole di asciugare l’asfalto. Le gomme intermedie non sono mai state nemmeno prese in considerazione dai piloti, in quanto non sono in grado di garantire l’aderenza necessaria per andare forte sul misto. Però ovviamente Pirelli conosce benissimo la pista lombarda, tanto da aver preparato per questo round della Superbike, particolari gomme slick con caratteristiche molto particolari, adatte a resistere alle alte temperature ed alle incredibili velocità di Monza. Perché non ha posto la stessa attenzione anche alle gomme rain? Perché la proposta di intagliare la SC0 non è stata valutata nei giorni precedenti, magari testandola nella gara del CIV corsa la settimana prima in condizioni meteo molto simili a quelle che si sono poi verificate in Superbike? Proporre una soluzione al sabato sera per la domenica mattina è chiaro che non ha convinto i piloti che di fatto non hanno mai preso in considerazione l’utilizzo delle SC0 intagliate.
 

Infront


Per tutto il weekend Infront ha responsabilmente messo al primo posto la sicurezza dei piloti. Nei momenti critici ha cercato di ascoltare il parere sia delle squadre che dei rider e lo prova la riunione di sabato sera ed il dialogo con i piloti stessi sulla linea di partenza, cercando di far fronte a situazioni delicate quanto mutevoli. La prima gara è stata sospesa in quanto i piloti non si sentivano sicuri ed avevano accertato che alcune curve erano ancora bagnate. Per quanto riguarda poi la decisione di concludere la seconda gara all’ottavo giro senza tornare in pista per i restanti otto giri bagnati, pensiamo sia figlia della riunione di sabato di cui sopra, durante la quale molti i team hanno apertamente dichiarato di non voler correre in caso di pioggia. Va anche detto che questo inizio di campionato non è stato certo dei migliori e che ovviamente sulle decisioni della Infront hanno pesato – giustamente – i gravi incidenti di Phillip Island e di Imola, oltre alle molte cadute nel precedente appuntamento di Assen dove McCormick ha rischiato grosso. Se si fosse rischiato e fosse successo qualcosa di grave – e le condizioni della pista lo facevano presagire – ora staremmo parlando di ben altro.  L’unica accusa che si può muovere ad Infront è quella di aver inserito ancora la pista di Monza nel calendario della Superbike, ma di questo parliamo più avanti.
 

I piloti


I duri della Superbike sono diventati femminucce? Certamente no. Sono rimasti dei tipi tosti, ma sono pur sempre essere umani. Un conto è rischiare ed un conto è essere sconsiderati. I piloti rischiano la vita in pista, ma lo fanno quando esistono le giuste condizioni di sicurezza. Siccome c’erano le televisioni e gente che aveva pagato il biglietto avrebbero dovuto sentirsi obbligati a correre con gomme slick nei curvoni bagnati di Monza dove le velocità superano costantemente i 200 km/h? Show must go on? Per una volta, grazie a Dio non è stato così.
I piloti
I piloti


Da non dimenticare poi che il discorso fatto per Infront e che riguarda i molti e gravissimi incidenti di questo inizio di stagione 2012, ha certamente pesato anche sulle scelte e sull’atteggiamento dei piloti che in alcuni casi non è stato omogeneo, ma contradditorio. Ma incidenti come quello di Lascorz lasciano il segno anche sui “duri della Superbike”. Va anche detto però bisogna che i piloti della Superbike si riuniscano finalmente in una propria associazione. Se vogliono, come è giustissimo che sia, avere voce in capitolo e sedersi al tavolo di chi decide anche della loro incolumità devono costituire un’associazione ed un portavoce che possa poi far valere i loro diritti. Se ne parla ogni volta che capitano incidenti gravi o che si corre al limite della sicurezza. Se ne era parlato a Donington lo sorso anno e anche a Imola dopo il grave incidente a Lascorz, ma poi non è stato fatto nulla. A Monza sembra che finalmente qualcosa si stia muovendo e che Troy Corser potrebbe essere il promotore ed il portavoce di questa nascitura associazione. Speriamo.


La pista di Monza


E’ la vera causa della difficile domenica della Superbike. La pista di Monza non è più adatta alle competizioni motociclistiche. E’ una pista obsoleta ed ormai anacronistica, fatta di lunghissimi rettilinei in stile anni 60 e di varianti aggiunte solo per interrompere altri rettilinei. E’ finito il tempo nel quale si correva negli ex aeroporti o quando le corse motociclistiche si misuravano con il valore della velocità massima. Negli anni 2000 si corre al Mugello, a Portimao, circuiti spettacolari e sicuri e chi ha voluto stare al passo dei tempi, come Silverstone, ha dovuto cambiare completamente. Ieri la pioggia ha complicato le cose, ma negli anni precedenti quando non ha piovuto, le gare di Monza sono state decise dai tagli di quelle varianti assurde nelle quali si arriva a oltre duecento (o potremmo dire anche trecento) chilometri orari. Per non parlare della pericolosità della prima variante, ora finalmente modificata, che per anni ha falciato decine di piloti subito dopo la partenza e se non è mai successo l’irreparabile lo si deve solo alla fortuna (vedi incidente di Neukirchner nel 2009). Nelle condizioni meteo di questo ultimo fine settimana correre a Monza un campionato mondiale Superbike diventa impossibile. Quando smette di piovere i rettilinei si asciugano abbastanza in fretta mentre molte curve restano bagnate. Quali gomme utilizzare? E che dire della curva del Serraglio che è non asciuga mai essendo coperta da una fitta vegetazione e che scorre con due lunghi guard rail sui lati?
 

Il pubblico


Il pubblico è stato la vittima di Monza, della pista obsoleta e della pioggia. Pagare il biglietto e beccarsi l’acqua per assistere a due sole gare complete e a 11 giri di Superbike è una vera ingiustizia. Per fortuna il pubblico del motociclismo ha dimostrato una grande maturità, superiore a quella di molti altri sport, dove per molto meno si fanno invasioni di campo.
Il pubblico di Monza
Il pubblico di Monza


Il pubblico e lo spettacolo ieri sono stati sacrificati sull’altare della sicurezza
e speriamo che dopo la giusta rabbia, chi ieri era sulle tribune o nei prati di Monza ora se ne faccia una ragione e che comprenda che molto probabilmente non si poteva fare in modo diverso.
Vogliamo chiudere questa pagina difficile e per molti versi amara, con una battuta scambiata con la mamma di Haslam ieri sera prima di lasciare l’autodromo. Anne non è solo madre di Leon, ma ovviamente anche moglie di Ron Haslam, pilota degli anni 70-80. Ron aveva due fratelli entrambi deceduti a seguito di incidenti in gare di moto. Non è quindi una donnina qualsiasi e conosce bene le corse. Le abbiamo fatto i complimenti per il podio di suo figlio e lei ci ha risposto :”No, il podio non è importante, l’importante è che questo weekend sia finito e che nessuno si sia fatto male. I piloti hanno rischiato molto oggi qui a Monza”.

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