Donato Pedercini respinge le accuse mossegli al Nürburgring

Donato Pedercini respinge le accuse mossegli al Nürburgring
Con un comunicato stampa il team Pedercini respinge le accuse che piloti e stampa hanno mosso dopo la rottura del motore di Sandi | C. Baldi, Nürburgring
3 settembre 2013

Punti chiave

Si è parecchio discusso di quanto è successo a Federcio Sandi ed il successivo incidente che ha purtroppo visto coinvolti i piloti Leon Camier e Jonathan Rea domenica scorsa all’autodromo del Nürburgring. Tanto si è detto e tante dichiarazioni sono state riportate dai media. Per porre la parola fine a quelle più spiacevoli il  team Pedercini con un comunicato stampa dà la sua versione dei fatti. Lo riportiamo di seguito.


Il Comunicato



Il nostro pilota Federico Sandi dodici minuti dopo la partenza della prima manche ha fatto rientro al box lamentando un rumore anomalo della sua moto. I nostri tecnici hanno controllato la moto stessa rilevando un problema all’impianto di scarico che è stato prontamente riparato, tanto che due minuti dopo Sandi ha potuto rientrare in pista. Venti minuti dopo lo stesso pilota, che nel frattempo aveva percorso circa otto giri senza avvertire nessun inconveniente alla propria moto, è caduto a causa della rottura del motore, per fortuna senza riportare problemi fisici.

Non corrisponde quindi al vero che il nostro pilota sia stato fatto rientrare in pista con problemi al propulsore o a qualsiasi altro componente della sua moto. Siamo ovviamente molto dispiaciuti per quanto accaduto a Rea e a Camier, ai quali auguriamo una pronta guarigione, ma respingiamo fermamente le accuse che ci sono state rivolte secondo le quali Sandi sia stato fatto rientrare in pista con problemi al propulsore.

Il team Pedercini partecipa al campionato mondiale Superbike da quindici anni e si è sempre impegnato con serietà e correttezza, sia in pista che fuori. Respingiamo quindi fermamente le accuse che ci sono state formulate che riteniamo siano lesive nei confronti della nostra lealtà oltre che della nostra competenza.
Per quanto riguarda invece le affermazioni, o presunte tali, riportate da un pilota del mondiale Superbike ad una testata giornalistica italiana, secondo le quali il nostro pilota si sarebbe dovuto fermare ai box in occasione del suo pit stop in quanto non in lotta per il titolo mondiale, pensiamo che le stesse si commentino da sole.

 

L'intervista a Donato Pedercini 

A seguito del comunicato emesso dal team Pedercini abbiamo contattato Donato Pedercini, general manager e fondatore del team di Volta Mantovana. Ecco cosa ci ha dichiarato.
 

Dal vostro comunicato traspare un poco di amarezza. 

Se vogliono ci possono criticare per alcuni dei nostri risultati, ma non accettiamo che venga messa in discussione la nostra correttezza e la nostra competenza

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«E’ vero, ma ci siamo rimasti veramente male. Se vogliono ci possono criticare per alcuni dei nostri risultati, ma non accettiamo che venga messa in discussione la nostra correttezza e la nostra competenza. Se ci fossimo accorti che la moto di Sandi aveva un problema al propulsore lo avremmo fermato immediatamente. Federico invece quando è arrivato al box ci ha parlato di un rumore strano ed infatti si era staccato un tappo dall’impianto di scarico. Il nostro pilota non ci ha riferito di nessun altro inconveniente, la moto si è regolarmente avviata e nessuno di noi ha avvertito il minimo segnale di una possibile rottura».


Tra l’altro Sandi ha percorso otto giri prima di rompere il motore.
«Esatto e purtroppo non ha avuto nessuna avvisaglia o nessun sentore che il motore si stesse rompendo, se no si sarebbe fermato subito. Purtroppo è andata così, sono cose che capitano. Anche noi molte volte siamo stati coinvolti in cadute e incidenti dovuti alla rottura di un motore e dall’olio lasciato in pista. Spero solo, di cuore, che Rea e Camier si riprendano e possano tornare in pista al più presto».


E delle affermazioni di Melandri secondo le quali Sandi non sarebbe dovuto rientrare in pista, in quanto non era in lotta per il mondiale? Cosa ne pensi?
«Penso che Marco abbia dato per scontato che la moto di Sandi avesse dei problemi al propulsore quando si è fermato al box dopo alcuni giri. Oppure è stato male informato. Ad ogni modo prima di fare certe affermazioni sarebbe meglio accertarsi di come siano andate effettivamente le cose. Si è vero, noi non siamo in lotta per il mondiale, ma lavoriamo duramente e con mezzi molto inferiori rispetto a quelli di altre squadre, cercando di fare del nostro meglio e di aiutare molti giovani a farsi largo nel mondiale. Con noi negli anni hanno corso piloti come Badovini, Neukirchner, Scassa e Salom, mentre in Stock abbiamo lanciato Staring ed ora si stanno mettendo in luce Savadori e Mercado, che hanno vinto a Monza e al Nürburgring».


E questo è il vostro quindicesimo anno in Superbike.
«Sì non siamo propriamente dei novellini e tra l’altro abbiamo dei motoristi molto validi. Siamo un team privato e non disponiamo dei budget dei team ufficiali, ma non per questo possiamo essere accusati di incoscienza o peggio ancora malafede. In quindici anni non siamo mai mancati ad una gara e nemmeno ad un impegno economico, anche a costo di sacrifici importanti per il team, ma anche per la nostra famiglia. Chiediamo solo rispetto. Pensiamo di meritarcelo».

 

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