Melandri ha regalato alla BMW la prima vittoria in Superbike. Ripercorriamo brevemente la storia della Casa tedesca nelle competizioni motociclistiche, dagli inizi sino al trionfo di Donington | C. Baldi
L’attività sportiva della BMW inizia nel 1923, quando non esisteva ancora un campionato mondiale e si correva su strada. La prima vittoria per la Casa bavarese arriva nel febbraio del 1924 nella corsa in linea Monaco-Garmisch, mentre a giugno dello stesso anno Franz Bieber, commerciante di biciclette, si aggiudica il campionato tedesco su strada. In quegli anni erano soprattutto le case inglesi a dominare le corse e la BMW non riesce a ripetere all’estero i successi che ottiene in Germania dove conquista ben 105 vittorie.
La prima vittoria nella storia del Nurburgring
Nel 1927 la BMW si aggiudica la gara con la quale viene inaugurato il circuito del Nurburgring e sullo stesso tracciato il pilota tedesco Stelzer vince il titolo di campione europeo della 750. I piloti ufficiali vincono in Germania e nelle nazioni limitrofe, ma non riescono ad impensierire le moto inglesi sino al 1935, quando la nuova “Typ 255 Kompressor”, moto sovralimentata, diventa la moto da battere a livello internazionale e sarà la moto di punta della casa tedesca nelle competizioni, sino agli anni 50.
Nel 1936 con la nuova moto la BMW vince il Gram Premio di Svezia, sconfiggendo per la prima volta le
squadre ufficiali Norton, FN e DKW. La fama della Typ 255 Kompressor arriva anche in Inghilterra tanto che Jock Westche si impone nell’importante Gran Premio dell’Ulster dopo aver sfiorato la vittoria nel Senior TT al Tourist Trophy. La vittoria nella prestigiosa gara inglese del TT arriva nel 1939 quando Schorsch Meier e la Kompressor vincono davanti ad un'altra BMW quella del suo compagno di squadra West. Anche allora, come oggi a Donington, la BMW rompe il ghiaccio con una doppietta.
Il dopoguerra
La seconda guerra mondiale interrompe la storia sportiva della BMW che riprende nel 1946 e dal 1947 al 1950 ritorna a dominare in campo nazionale, davanti a NSU e DKW. Nel 1949 viene istituito il Campionato del Mondo della classe 500 che però esclude i motori sovralimentati. La casa dell’elica si deve quindi adeguare alle nuove regole e prepara due modelli di 500cc che però non hanno la necessaria potenza per competere a livello mondiale con moto come ad esempio la Gilera 4 cilindri. Nonostante i risultati non arrivino, la BMW prosegue le gare e sperimenta nuove soluzioni tecniche ed aerodinamiche e nel 1954 presenta la RS54, nel tentativo di arginare lo strapotere delle quattro cilindri italiane Gilera ed MV. Purtroppo però nel mondiale la nuova moto non raccoglie nemmeno un punto.
I piazzamenti sul podio si susseguono (corsi e ricorsi storici ……) anche negli anni successivi, senza però mai
ottenere una vittoria, e nel 1956 Walter Zeller termina al secondo posto nel mondiale classe 500, miglior piazzamento di sempre per un pilota BMW nel motomondiale.
Nel 1957 la BMW ingaggia Geoff Duke che però non riesce ad assuefarsi alla trasmissione a cardano e non ottiene risultati di rilievo. Anche a causa delle difficili condizioni economiche la casa bavarese nel 1960 decide di ritirarsi dal campionato mondiale.
Il ritorno nel 2009
Da allora, se si esclude l’utilizzo di motori BMW nelle gare di sidecar, il marchio dell’elica non compare più nel mondo delle competizioni motociclistiche, sino al novembre del 2007, quando BMW Motorrad annuncia la sua partecipazione al campionato mondiale Superbike ad iniziare dal 2009. La moto è la nuova S1000RR ed i piloti sono Ruben Xaus e Troy Corser. Viene inoltre sancito l’accordo con il team Alpha Technik per colmare il vuoto di inesperienza dei tecnici della BMW in Superbike, ma più in generale nell’ambito delle competizioni motociclistiche. Nel 2009 il miglior risultato è un quinto posto di Corser a Brno.
Un inizio difficile
Nonostante il grande impegno economico i risultati non arrivano e si assiste allora alla prima svolta. Nel 2010 viene nominato team manager Davide Tardozzi, proveniente come sappiamo dal team ufficiale Ducati Corse. Le cose iniziano a migliorare e Corser sale due volte sul podio nelle gare italiane di Monza e Misano. Ma all’interno del team le cose non vanno bene. Salgono i contrasti tra lo staff italiano di Tardozzi e quello tedesco e gli attriti si fanno insanabili sino a portare ad un divorzio consensuale. Viene abbandonata la “via italiana alle competizioni” e nel 2011 si ritorna ad un team tutto tedesco. Haslam prende il posto di Xaus mentre fa il suo debutto in Superbike il team BMW Motorrad Italia. La squadra italiana proviene dalla Superstock 1000 FIM Cup dove in un’annata trionfale ha vinto il titolo con Ayrton Badovini, confermato anche in Superbike assieme al due volte campione del mondo James Toseland.
Non lascia, raddoppia
La BMW quindi non lascia, bensì raddoppia, ma la tanto sognata vittoria non arriva comunque. Haslam sale tre volte sul terzo gradino del podio a Phillip Island, Monza e Magny Cours, ma la moto ha i problemi di sempre e cala alla distanza anche a causa di un’usura prematura delle gomme. Dopo tre anni e molti milioni di euro investiti, la casa di Monaco di Baviera non ha ancora vinto una sola manche.
E allora nel 2012 assistiamo ad un altro ribaltone. Si torna all’”Italian style” con Marco Melandri ed il team manager Andrea Dosoli, entrambi prelevati dal team Yamaha che ha deciso di chiudere i battenti. E’ una nuova era per il team BMW e che si respiri un’aria nuova lo si capisce già dai test invernali, nei quali Melandri ed Haslam vanno forte e si dichiarano soddisfatti della moto e dei progressi che la squadra riesce ad
apportare alla S1000RR.
La stagione però inizia sotto il segno del chattering. A Phillip Island pur cogliendo il miglior risultato di sempre per la BMW in Superbike (secondo in gara uno) Melandri dichiara che un forte chattering all’avantreno gli impedisce di guidare come vorrebbe e come sa. Nella gara successiva di Imola è Haslam a salire due volte sul terzo gradino del podio, mentre Melandri combatte contro il male oscuro della moto bavarese. La situazione però migliora leggermente gara dopo gara. Ad Assen sul bagnato Haslam va vicino alla storica affermazione, ma cade quando è in testa a pochi giri dal termine. Però la tanto sognata vittoria è ormai nell’aria e arriva in gara uno a Donington ed è addirittura una doppietta. Vince Melandri davanti al compagno di squadra Haslam. In gara due si passa dal trionfo allo sconforto quando nell’ultima curva cadono entrambi i piloti. Ma ormai il ghiaccio è rotto. La vittoria è finalmente arrivata ed è una vittoria della BMW, ma anche della capacità e dell’esperienza di un pilota e di alcuni validissimi tecnici italiani.
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