I privati sono il passato ed il futuro della SBK. Intervista a Giuliano Rovelli

I privati sono il passato ed il futuro della SBK. Intervista a Giuliano Rovelli
Un imprenditore con il casco. Pilota di buon livello e proprietario del team ParkinGO Yamaha, Rovelli vuole portare la sua squadra in SBK. Trattative in corso con Ducati, Aprilia ed ora anche con Yamaha | C. Baldi
8 agosto 2011


Giuliano Rovelli le corse le conosce bene anche perché prima di creare il team ParkinGO ha corso, cogliendo importanti risultati, nella Sport Production (si è classificato al terzo posto della SS600 nel 1992) e successivamente nel trofeo ParkinGO European Series da lui stesso organizzato assieme ad Infront Motorsports. Attivissimo imprenditore e proprietario della Oasi Handling (gruppo che comprende anche ParkinGO, società che organizza e gestisce parcheggi low cost dislocati in prossimità dei principali aeroporti italiani). Rovelli quest’anno è passato da Triumph a Yamaha quando mancavano solo poche settimane all’inizio della prima gara del mondiale Supersport. Ciò nonostante la sua squadra si è già aggiudicata ben sei vittorie nelle otto gare di campionato sin qui disputate. “Il team Yamaha ufficiale del 2009 colse sei vittorie con Cal Crutchlow – ci dichiara un orgoglioso Rovelli – e noi abbiamo già uguagliato questo risultato e speriamo ovviamente di fare ancora meglio, visto che mancano ancora quattro gare al termine della stagione”.
 

Specialmente dopo la gara di Silverstone, Chaz Davies è il grande favorito nella corsa al titolo SS.
“Stiamo facendo una grande stagione, ma non è ancora finita ed i nostri avversari sono molto agguerriti. Noi ci crediamo e daremo il massimo sino all’ultimo giro dell’ultima gara”.


Ed il prossimo anno farete il grande salto?

"Stiamo lavorando molto per poter partecipare il prossimo anno al mondiale Superbike. Lo vogliamo fare nel migliore dei modi per essere protagonisti come lo siamo quest’anno in Supersport. Non corriamo per far numero. So quanto sia impegnativa la Superbike se si vuole disputare ad alti livelli, ma ci sto lavorando da tempo ed ho creato un pool di aziende interessate al mondiale che affiancheranno ParkinGo".
 

Da più parti si da per scontato che resterete con la Yamaha rilevando il loro team.
"Si l’ho letto anche io, ma in realtà nulla è ancora stato deciso. Il progetto Superbike sta andando avanti da alcuni mesi, nel corso dei quali abbiamo sentito Ducati, Aprilia ed ora, alla luce del loro ritiro, anche Yamaha, con la quale esiste ovviamente un canale preferenziale. Lo scorso anno in poco tempo abbiamo trovato con loro un accordo che ci ha permesso di disputare una buona stagione in Supersport, ma non è detto che nel 2012 utilizzeremo le loro R1. Stiamo valutando attentamente diverse possibilità perché vogliamo essere competitivi, ma nello stesso tempo dobbiamo rispettare i nostri budget".
 

Il budget è ormai per tutti il problema principale.
"La crisi esiste e secondo me è appena all’inizio. Reperire i fondi necessari per correre ad lato livello è difficilissimo e richiede una gestione estremamente professionale. La mia squadra è organizzata esattamente come un azienda, con centri di costo, budget e sotto budget. Nulla è lasciato al caso per ottimizzare le risorse. Solo così si può sopravvivere e sono convinto che in questo i team privati siano più bravi di quelli ufficiali. Prendete ad esempio il team Althea. Genesio Bevilacqua è un grande appassionato, ma soprattutto un ottimo imprenditore. In poco tempo ha messo assieme una squadra che funziona e che sta ottenendo risultati eccezionali con costi certamente inferiori a quelli dei team ufficiali".


Può essere questa la strada per dare un futuro alla SBK?
"Ne sono certo. In Superbike abbiamo la fortuna di avere a che fare con Infront e con persone come Ciabatti e Flammini. Dirigenti che hanno a cuore il loro lavoro e con i quali è facile dialogare. Non cercano di imporre nulla, ma anzi collaborano per aiutare i team e di conseguenza il loro campionato. Stanno lavorando per ridurre i costi e per facilitare l’ingresso di squadre private nel mondiale Superbike. Non ci sono più le risorse per i mega team ed il futuro è rappresentato da quelle squadre private che uniranno la passione alle capacità imprenditoriali e gestionali".


Le moto per la Superbike non sono ancora state scelte ed i piloti?
"Per quanto riguarda i piloti abbiamo un punto fermo che è rappresentato da Davis. Lui sarà certamente alla guida di una delle nostre moto. Considero Chaz un grande pilota ed un professionista serio che è arrivato alla sua massima maturazione ed è quindi pronto per la Superbike. In passato ha accumulato molte esperienze correndo in quasi tutte le categorie ed è giunto per lui il momento di mettere a frutto queste esperienze e le sue indubbie capacità. Davies sarà uno dei nostri piloti, indipendentemente dal fatto che si possa o meno laureare campione del mondo della Supersport 2011".
 

Certo se assieme alle R1 arrivasse anche un certo Melandri...
“Sarebbe il benvenuto. Come vi dicevo noi andiamo in Superbike per far bene e non per riempire la griglia. E’ quindi nostra intenzione ingaggiare piloti che possano puntare a grandi risultati e naturalmente Marco è uno di quelli. Al momento è prematuro fare dei nomi, ma una volta che avremo deciso quali moto utilizzare sceglieremo anche chi affiancherà Davies che, ripeto, resta il nostro punto di riferimento per quanto riguarda i piloti”.

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