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Che il team Alstare fosse prossimo al ritiro dal mondiale Superbike era nell’aria da tempo, ma in un intervista rilasciata da Francois Batta alla rivista Cycle News, il proprietario della squadra belga ha dichiarato che il team Alstare ha di fatto cessato la propria attività.
La squadra belga se ne va dopo 15 anni trascorsi da protagonista sia in Supersport che in Superbike. Per questo team hanno corso e vinto campioni del calibro di Pirovano, Chambon, Corser (campione del mondo Superbike nel 2005), Biaggi e nella scorsa stagione Haslam, che ha lottato per il titolo mondiale sino a poche gare dal termine. Batta ha cercato sino all’ultimo di convincere la Suzuki proseguire il suo impegno nel campionato delle derivate dalla serie, ma la Casa giapponese ha diminuito negli anni il proprio impegno nel mondo delle competizioni sino al ritiro anche dalla MotoGP, che ci si aspetta verrà ufficializzato prorpio in questi giorni.
Batta non se ne va sbattendo la porta, ma in alcuni passaggi della sua intervista lascia trasparire la sua delusione nei confronti del mondiale Superbike e soprattutto delle aziende che non hanno onorato gli impegni presi con la sua struttura, sino a costringerla al ritiro. Perché sia chiaro che questo è il motivo per il quale Alstare chiude i battenti : la mancanza di sponsor seri ed attendibili. Terminato il rapporto di collaborazione con l’azienda che produce la birra Corona, che tanto lustro aveva dato non solo alla squadra belga, ma a tutto il mondiale Superbike, è mancato il main sponsor che potesse dare a Batta la possibilità di organizzare al meglio la propria squadra e di fare programmi per il futuro.
Negli ultimi anni Alstare era andata avanti con l’aiuto della Suzuki e di qualche sponsor che però non garantiva la piena sopravvivenza del team, tanto che Batta ha dovuto più volte far fronte personalmente alle spese necessarie per proseguire la sua attività. Non avendo trovato sponsor attendibili per il 2012 e vista la decisione presa dall’azienda di Hamamatsu, non aveva più senso proseguire, e da qui la decisione di sciogliere la squadra.
Nel finale di stagione c’erano stati contatti sia con Kawasaki che con Yamaha al fine di rilevare i rispettivi team ufficiali, ma entrambe le operazioni non erano realizzabili senza il sostanzioso contributo di uno sponsor che però purtroppo non è stato possibile reperire.
Batta ringrazia la Suzuki ma nello stesso tempo dichiara che se la Casa di Hamamatsu dovesse contribuire alla partecipazione del team Crescent al mondiale Superbike, lo considererebbe come un vero e proprio tradimento e si augura che il materiale che la Suzuki ha ritirato dalla sede della squadra belga proprio in questi giorni, non venga dirottato al team inglese. Sarebbe una mancanza di rispetto che non riteniamo conforme alla serietà della Casa giapponese che ci sembra abbia sempre mantenuto un comportamento logico e coerente. La crisi economica mondiale e lo tsunami che ha colpito il Giappone hanno messo in ginocchio molte industrie del sol levante e Suzuki ha comprensibilmente preferito investire sulle produzioni nei paesi emergenti dove i mercati sono in pieno sviluppo (ha aperto di recente una sede produttiva nelle Filippine) anziché nelle corse. Nei momenti di crisi che stiamo vivendo, qualcuno se la sente di accusare la Suzuki (ma anche la Yamaha visto che ha preso esattamente la stessa decisione anche se riferita alla sola Superbike) per aver dirottato gli investimenti destinati al settore racing verso nuovi prodotti destinati ai mercati emergenti di Asia e Sud America?
Nei momenti di crisi che stiamo vivendo, qualcuno se la sente di accusare la Suzuki per aver dirottato gli investimenti destinati al settore racing verso nuovi prodotti destinati ai mercati emergenti di Asia e Sud America?
Parlando della situazione attuale del mondiale Superbike, Batta da una parte tesse le lodi di Paolo Flammini, appassionato ed in grado guidare la barca della Superbike verso mari più tranquilli rispetto agli attuali, dall’altra però accusa gli organizzatori del mondiale delle derivate dalla serie per non aver – a suo dire – mai controllato l’Aprilia di Biaggi e per aver sempre favorito i bicilindrici con regolamenti che penalizzano i motori a quattro cilindri. Secondo il manager belga i regolamenti consentono troppe modifiche ed elaborazioni e questo non fa altro che incrementare i costi per i team. Il risultato è che i privati non possono più sopportare gli alti costi della Superbike e le Case ufficiali si ritirano o scelgono la MotoGP. Analisi precisa e condivisa da tutti gli addetti ai lavori e non solo.
Ma per una Suzuki che se ne va per fortuna ce n’è un'altra che arriva ed il team Crescent (che non ha però ancora ufficializzato il main sponsor e nemmeno il secondo pilota che dovrebbe affiancare Camier e che sarà molto probabilmente il vice campione inglese SBK John Hopkins) ha firmato un accordo di collaborazione con Yoshimura che fornirà al team inglese motori e impianti di scarico. Peccato che questa idea non sia venuta prima al vulcanico Batta che invece ha provato a rivolgersi alla MV senza però ricevere mai risposte positive dalla Casa italiana.