Il team Pedercini festeggia la prima vittoria dopo 11 anni

Il team Pedercini festeggia la prima vittoria dopo 11 anni
Staring ha vinto ad Aragon la gara della Stock 1000 con la Ninja del team italiano. Tutto il paddock si è stretto attorno alla famiglia Pedercini per festeggiare una vittoria dal valore storico anche per la Kawasaki | C. Baldi
5 luglio 2012

  

Il paddock della Superbike è ancora a misura d’uomo e l’atmosfera che vi si percepisce è uno dei punti forti dei campionati delle derivate dalla serie. Niente barriere, nessun pilota che scappa con il motorino per rifugiarsi nel motorhome. A volte, come a Imola o a Brno, è difficile muoversi e lavorare tra i box e le hospitality, a causa della marea di gente che affolla il paddock, ma questa è la Superbike e a tutti va bene così.


La storia del team Pedercini


Da sempre l’hospitality più accessibile, dove per gli addetti ai lavori (ma anche per amici, conoscenti e amici degli amici) un piatto di pasta ed un bicchiere di birra non manca mai è quella del team Pedercini. Un team storico, presente in Superbike dal 1993, quando da una MotoGP sempre più ostica nei confronti dei privati, la famiglia Pedercini decise di spostarsi in Superbike con le Ducati. Nel 2006 Lucio Pedercini fu costretto a ritirarsi dalle competizioni a causa di un serio infortunio al braccio destro, ma la squadra proseguì la propria attività e dal 2007 iniziò a partecipare anche alla Superstock 1000. E proprio da questa categoria arrivò la prima vittoria quando il 9 Settembre 2001 ad Assen l’italiano Mauri tagliò per primo il traguardo, davanti ai padroni di casa Bakker e Withag.

Nel 2007 la Ducati mette in pista le nuove 999 F07, ma nonostante la serietà (anche nei pagamenti) dimostrata per anni dalla famiglia Pedercini, le nuove moto non vengono concesse al team italiano, che decide allora di passare alla Kawasaki. E la vittoria di Staring domenica in Spagna non è stata storica solo per il team Pedercini, ma anche per la casa di Akashi che non vinceva una gara di Stock 1000 dal 2000, quando a Brands Hatch Gary Mason portò alla vittoria la ZX 9R. Corsi e ricorsi storici : Mason è il pilota che quest’anno ha corso con il team Pedercini a Donington in Superbike, in sostituzione dell’infortunato David Salom.


Un trionfo condiviso da tutti


Momenti davvero emozionanti quelli di domenica scorsa quando sotto (ma anche sopra) il podio le lacrime si trattenevano a stento e tutti si congratulavano con la squadra italiana. Non capita spesso di vedere

Il trionfo di Staring e del team Pedercini è stata anche la vittoria di tutte le squadre private

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tanta gente, avversari compresi, stringersi attorno ad un pilota e ad una squadra per una vittoria. Il trionfo di Staring e del team Pedercini è stata anche la vittoria di tutte le squadre private, di chi fa fatica a raccogliere il budget per correre e di chi crede ancora nelle persone e non solo nel Dio denaro.

Proprio come David Salom che qualche mese fa ha rinunciato a salire sulla Kawasaki Superbike dello sfortunato Lascorz, in segno di riconoscenza verso chi aveva creduto in lui quando nessun altro lo faceva.
Persone con dei valori e dei sentimenti. Come Bryan Staring che l’anno scorso ha lasciato la bellissima e soleggiata Australia per trasferirsi nelle nebbie del mantovano. Bryan è stato campione australiano 125, 600 e Superbike e lo scorso anno ha deciso che era giunto il momento di uscire dai propri confini e di confrontarsi con i piloti stranieri. Troy Bayliss giura sulle capacità di questo taciturno e sensibile australiano, che al Motorland Aragon ha dato otto secondi al suo ex compagno di squadra Guarnoni e più di undici a Baroni ed alla BMW.

Partito in testa, Staring ha sempre tirato come un matto, facendo segnare il giro veloce della gara. Si è calmato solo quando a due giri dalla fine si è voltato ed alle sue spalle non ha visto nessuno. «Ero così concentrato che non guardavo la tabella che i miei meccanici mi esponevano. Inoltre il cruscotto della moto si era guastato e io ero convinto che i miei inseguitori fossero dietro a me, vicinissimi. Solo verso la fine mi sono girato e non vedendo nessuno alle mie spalle ho capito che stavo vincendo la mia prima gara in Europa».


Pedercini: una famiglia!


Una grande soddisfazione per lui e per i suoi meccanici. Il giusto riconoscimento per la famiglia Pedercini nella quale mamma Donatella dirige l’hospitality, papà Donato (ascolta la sua intervista) è il team manager e guida uno dei due camion. L’altro lo guida Lucio (al quale spetta il compito più difficile : trovare gli sponsor), alternandosi con suo fratello Ivan, direttore tecnico della squadra Superbike. I meccanici sono gli stessi da molti anni e fanno ormai parte della famiglia.

In Superbike Salom e Mercado stanno facendo fatica. E’ difficile combattere con tanti piloti ufficiali e con team che dispongono di budget dieci volte superiori a quelli del team italiano. Ma loro ci provano e lottano con quello che hanno e ci mettono tutto il loro impegno e la loro passione. Il giorno che i privati non ci saranno più, quando realtà come quella dei Pedercini non avranno più spazio, il motociclismo non sarà più lo stesso e avrà perso gran parte del suo fascino. Speriamo però che non accada mai e nel frattempo : bravo Staring e bravi Pedercini!