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Enrico Folegnani è un tecnico molto conosciuto nel mondo delle corse sia GP che Superbike. Dopo aver iniziato negli anni ottanta con il team Gallina, nel 1992 il suo destino ha incrociato per la prima volta quello di un allora giovanissimo Max Biaggi. Entrambi facevano parte del team Iberna di Alessandro Valesi che partecipava al mondiale 250. L’anno successivo Enrico e la sua squadra vincono il titolo mondiale di categoria con Tetsuya Harada. Passato alla Superbike il tecnico di La Spezia vince il mondiale nel 1996 nel Team Promotor Ducati, pilota Troy Corser. L’anno successivo Biaggi divorzia dal team Aprilia e, passato al team Honda Kanemoto, vuole dimostrare al mondo di essere ancora il più forte. Ha bisogno di tecnici validi, ma anche di amici e in Folegnani trova entrambi. Insieme vincono un mondiale dal sapore molto particolare.
Ed ora Enrico le vostre strade si sono incrociate per la terza volta
"Era sabato 26 Novembre ed ero a casa quando è squillato il telefono. Era Max. Il giorno dopo ero in viaggio per Portimao".
Ti avrà fatto piacere che Max si sia ricordato di te
"Certamente, ma devo dire che con Max sono sempre rimasto in contatto. Abbiamo un bel rapporto di amicizia e di stima reciproca".
Dopo tanti anni l’hai trovato diverso?
"Il Max senza casco è certamente diverso, più sereno e forte della tranquillità che gli infonde la sua bellissima famiglia. Il Max con il casco in testa non è cambiato. Pignolo sino all’inverosimile, caparbio, incontentabile e perfezionista. Un mastino. Pensa che in tre giorni ha fatto più di duecento giri di pista senza mai darsi una pausa. Per il Biaggi pilota il tempo sembra non sia mai passato".
E la squadra? Che impressione ti ha fatto?
"Ho lavorato con loro solo per tre giorni, ma l’impressione generale è certamente positiva. Non sappiamo ancora se tutti i tecnici che erano con noi a Portimao resteranno nel team Aprilia o se qualcuno seguirà Sandi in CRT e quindi non so se la prossima volta troverò le stesse persone o se dovrò lavorare con altri tecnici. Certo la squadra che ho trovato in Portogallo lavora benissimo e lo provano i fantastici risultati che hanno conseguito i ragazzi e Sandi. Ma con molta probabilità non sarà questa la mia squadra".
Ma hai già firmato il contratto con l’Aprilia?
Ancora no. E’ successo tutto troppo in fretta. Nei prossimi giorni penso di incontrarmi con i vertici di Noale per conoscere i loro programmi e per definire i vari aspetti della nostra collaborazione. Non penso ci siano problemi per trovare un accordo, ma non ti nascondo che ci sto pensando su perché mi attende una stagione certamente non facile, in un ruolo di grande responsabilità. A me piacciono le sfide, ma questa è davvero tosta. Una squadra nuova che potrò conoscere solo poche settimane prima dall’inizio del mondiale e con la quale dovremo ripetere i grandi risultati raggiunti negli ultimi anni dal team ufficiale Aprilia Superbike. Un bell’impegno davvero".
E Max come vive questa situazione?
"Certamente non è contento del fatto che Sandi ed alcuni tecnici della sua squadra abbiano deciso di abbandonare l’Aprilia per passare alla CRT. E’ deluso e forse anche un poco amareggiato da questa fuga che gli crea dei problemi. Si aspettava un atteggiamento diverso da persone che hanno lavorato con lui per anni e con i quali ha diviso gioie e vittorie. Però lui è forte e sa guardare avanti".
Se, come pensiamo, troverai l’accordo con l’Aprilia, quando sono previsti i prossimi test?
"Come ti dicevo il problema è proprio il tempo. Il prossimo appuntamento è fissato (se non ci saranno cambi di programma) a Phillip Island a metà Febbraio. In Australia ci potremmo ritrovare a poche settimane dalla prima gara del mondiale con una squadra composta di persone che non si conoscono e che probabilmente non hanno mai lavorato insieme. So bene come deve funzionare una squadra che lotta per il titolo mondiale e non è certo questo che mi preoccupa, ma il problema è che il tempo è davvero pochissimo e si tratterà di amalgamare la squadra in pochi giorni per mettere subito Max nelle migliori condizioni per partire con il piede giusto. Certo è una sfida difficile ma anche esaltante che ci porterà tutti a dare il massimo".
In bocca al lupo Enrico