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Con un comunicato stampa la FIM ha reso noto che la Superbike Commission ha approvato una nuova procedura relativa all’omologazione delle moto che possono prendere parte al mondiale delle derivate dalla serie.
Considerando la situazione del mercato motociclistico mondiale, sono state cambiate le quantità minime richieste per l’omologazione :
- Il numero minimo di unità richieste per iniziare la procedura di omologazione è di 125 unità
- Al termine del primo anno di partecipazione, il produttore deve aver prodotto 250 unità
- Al termine del secondo anno di partecipazione, il produttore deve aver prodotto 1.000 unità
La Superbike Commission seguirà da vicino il piano di produzione di ogni costruttore al fine di controllare il numero minimo di unità prodotte come sopra indicato e la regolarità delle competizioni.
La Superbike Commission sta comunque considerando ulteriori miglioramenti delle nuove regole, ulteriori incontri si svolgeranno a Phillip Island.
Una descrizione completa verrà inclusa nelle nuove regole tecniche WSBK 2014, che verranno aggiornate sul sito della FIM nei prossimi giorni.
Il comunicato della FIM riduce quindi il numero di moto richieste per l’omologazione di una moto al fine della sua partecipazione al campionato mondiale Superbike. Crescono quindi le possibilità che la Bimota si possa iscrivere alla classe regina delle derivate dalla serie. La riunione citata dal comunicato si è effettivamente tenuta a Phillip Island tra la Dorna e la MSMA e sembra però che le case costruttrici non siano d’accordo con quanto proposto dalla FIM. Il timore è che dei numeri di omologazione troppo bassi consentano la produzione un numero limitato di moto, progettate esclusivamente per un uso agonistico in pista. Questo sarebbe contrario allo spirito originale della Superbike che richiede invece l’utilizzo in pista delle moto che chi vuole può acquistare dai concessionari. Una soluzione potrebbe essere quella di porre un limite di prezzo alle moto utilizzabili nelle gare delle derivate dalla serie. Con un limite massimo di prezzo sarebbe molto difficile e comunque troppo dispendioso produrre, nelle quantità richieste dalla FIM, moto utilizzabili quasi esclusivamente in pista.