Le pagelle di Kyalami

Le pagelle di Kyalami
Grande prova di Haslam che allunga in classifica. Torna alla vittoria Fabrizio. Haga senza voto, serve una pausa di riflessione. Bene Biaggi e Scassa | C. Baldi, Kyalami
17 maggio 2010


Il circuito di Kyalami ha un fascino particolare, uno stile “old english” che gli deriva sopratutto dalla conformazione del tracciato, che è stretto, con molti saliscendi e con poche vie di fuga. Un circuito non certo tra i più sicuri, ma dove si possono ancora riconoscere i piloti più coraggiosi e sicuri di se. E poi c’è il pubblico, appassionato e caloroso che accompagna i sorpassi o le sbandate con lunghi boati. Erano in più di 50.000 ieri ad affollare le tribune ed i prati del circuito, tutti felici di poter assistere ad un grande spettacolo e di poter sventolare le bandiere della loro giovane nazione che si è ormai lasciata alle spalle l’haparteid. E lo spettacolo offerto dai piloti del mondiale Superbike è stato ancora una volta all’altezza delle aspettative.

Doveva essere un circuito favorevole alle Ducati, ed in effetti così è stato nella prima gara, ma nella seconda nessuna delle moto di Borgo Panigale è riuscita a salire sul podio. Ha vinto una Suzuki, quella del leader della classifica iridata Haslam. Leon fa parte della nuova generazione di piloti inglesi che sta scalzando dal trono i senatori della Superbike. Non è spettacolare come Rea, imprevedibile come Crutchlow o irruento come Camier, ma è tremendamente costante, una macchina da punti che sbaglia pochissimo, pur non essendo un “ragioniere”, visto che quando c’è la possibilità di vincere non se la lascia sfuggire.

In gara uno abbiamo assistito alla rinascita di Fabrizio ed al ritorno ad alti livelli di Ceca. Sono loro gli uomini sui quali la Ducati può puntare per vincere gare e titolo. Le due Yamaha sono ancora una volta andate a corrente alternata. In prove sono sembrate poter essere l’unica alternativa alle rosse italiane, ma poi in gara non sono andate più in la di buoni piazzamenti. Veloci in prova ma non abbastanza in gara. Il contrario di Biaggi e della sua Aprilia. Max in prova ha sofferto ma poi in gara ha tirato fuori le unghie ed è riuscito a salire sul podio ed a limitare i danni anche se i punti che lo separano da Haslam ora non sono più tre, ma quindici. La BMW si è presa una giornata di vacanza, mentre la Kawasaki, che in prova aveva fatto sperare i suoi tifosi, torna a casa con due soli punti nel carniere.

Ci sono poi cose che non riusciamo a capire. Cos’ha Haga? Non sarebbe meglio che si prendesse un periodo di vacanza per riordinare le idee e decidere cosa fare di questa tribolata stagione? Perché Vermuelen si ostina a correre con un ginocchio martoriato e non si vuole sottoporre ad un operazione che gli farebbe perdere la stagione ma lo rimetterebbe in sesto? Che senso ha correre e soffrire per non riuscire nemmeno ad entrare in zona punti? E Neukirchner? Possibile che anche lui come Haga non si ricordi più come si guida una Superbike? E Byrne? Dopo aver fatto grandi cose con una moto standard perché entra a fatica in zona punti con una moto che il suo compagno di squadra riesce a portare sul podio? Sono i punti interrogativi di questa stagione della Superbike. Però siamo solo a metà del cammino (proprio il prossimo appuntamento di Salt Lake City sarà il giro di boa di questo campionato 2010) e quindi aspettiamo e speriamo di vedere la soluzione di qualcuno di questi enigmi. Nel frattempo diamo i voti ai protagonisti delle gare del Sud Africa.

Leon Haslam
Facile giocare con il suo nome : Leon che vince in Sud Africa. Però a Kyalami il figlio di Ron Rocket Haslam è stato davvero un leone. In gara 1 si è lasciato scappare le Ducati di Fabrizio e Checa, anche a causa di Toseland che gli ha fatto da tappo nei primi giri. Nella seconda ha compiuto un capolavoro di determinazione e di tattica riuscendo a piegare il suo connazionale Rea quando tutti pensavano invece che si sarebbe accontentato del secondo posto, visto che è in testa al campionato e Biaggi era alle sue spalle. I suoi numeri sono impressionanti. Se si esclude gara 1 ad Assen quando venne limitato da una gomma difettosa, i suoi peggiori risultati sono stati i quarti posti di Valencia e Monza. E’ salito sul podio in ognuno degli appuntamenti iridati sino a qui disputati, conquistando tre vittorie, cinque secondi ed un terzo posto. A questo va aggiunto che non è mai partito più indietro del quinto posto in griglia. Un vero martello per i suoi avversari. Voto 9,5

Johnny Rea 
Nella prima manche si è visto solo nelle fasi finali, ma non è andato più in la del quinto posto. Nella seconda è stato uno dei tre protagonisti ma si è fatto beffare da Haslam proprio a poche curve dal traguardo. Giovane, coraggioso e talentuoso, ma ancora poco tattico e smaliziato. Ma impara in fretta e farà tesoro di questa sua esperienza africana. Voto 7,5

Michel Fabrizio
In gara uno ha fatto un capolavoro. E’ partito benissimo ed è rimasto in testa dal primo all’ultimo giro, con un ritmo insostenibile per tutti i suoi avversari. Michel non vedeva l’ora di lasciarsi alle spalle il suo momento critico e sperava di confermare la sua ritrovata competitività anche nella seconda gara, dove invece è stato tradito da una gomma che è durata solo pochi giri. Ma Michel c’è. E’ definitivamente tornato. Voto 8,5

Carlos Checa 
Monza è stato solo un incidente di percorso e a Kyalami abbiamo rivisto il vero Checa. Fabrizio in gara uno era di un altro pianeta, ma l’unico che è stato in grado di impensierire il pilota romano è stato proprio Carlos. In gara due è partito male (e proprio la partenza sembra essere il suo punto debole) ma si è impegnato in un recupero che ci ha ricordato la sua cavalcata trionfale di Phillip Island. In Sud Africa invece una volta riagganciatosi al gruppo di testa, si è come spento e ha concluso al quinto posto. Voto 8

Max Biaggi 
Max ha faticato in prova, ma poi, come spesso capita ai campioni di razza, in gara ha corso sopra i problemi portando a casa un quarto ed un terzo posto. Nella prima manche anche lui come Rea è stato ostacolato da Toseland, che gli ha negato la possibilità di giocarsi il terzo posto con Haslam (Fabrizio e Checa sono sempre stati fuori dalla sua portata). Nella seconda invece si è piazzato nel gruppo dei primi e nel finale è rimasto a guardare il duello tra Haslam e Rea. In attesa di dover accettare qualche corpo a corpo con i giovani inglesi, Biaggi accumula costantemente dei punti per la sua classifica e se quando la sua moto non è al massimo lui riesce a portare a casa ventinove punti, vuol dire che questo è proprio il suo anno. Voto 7,5

James Toseland 
Non era in perfette condizioni fisiche a causa della brutta caduta in prima variante di domenica scorsa. La sua moto era velocissima (inferiore in velocità massima solo a quella di Biaggi) ma James in gara uno ha fatto da tappo prima ad Haslam e poi a Biaggi, per poi concludere al settimo posto. In gara due invece non è partito bene ed è sempre rimasto nel gruppo degli inseguitori, senza mai avvicinarsi ai primi. Il suo sesto posto gli consegna comunque dieci punti e lo conferma al quinto posto della classifica, in attesa di rivederlo al meglio. Voto 7
Cal Crutchlow
Così come il suo compagno di squadra anche “the dog” ha accusato problemi di precoce usura degli pneumatici e di scarsa aderenza. In gara uno non è mai stato della partita, mentre nella seconda non ha mai mollato i primi tre, senza riuscire ad impensierirli, ma tenendosi dietro Checa. Fa ancora una volta meglio del suo compagno di squadra che però non era al meglio fisicamente. Stesso voto 7

Luca Scassa 
Non doveva nemmeno farlo questo mondiale tant’è vero che ha dovuto saltare il primo appuntamento di Phillip Island. Poi per fortuna il team Supersonic gli ha consentito di restare nel circus mondiale e lui li sta ripagando nel migliore dei modi. Se si esclude Portimao (dove  il team ha fatto il proprio debutto) Luca è in costante progresso e a parte la prima gara di Monza è sempre andato a punti. Da il meglio di se in prova e a Kyalami ha sfiorato addirittura la terza fase della Superpole, dalla quale è stato escluso per soli ventiquattro millesimi di secondo. In gara invece si diverte a lasciarsi alle spalle i piloti ufficiali. Non vorremmo sembrare patriottici, ma speriamo che il prossimo anno il giovane pilota toscano abbia la possibilità di guidare una moto ancora più competitiva per capire se abbiamo davvero trovato l’erede di Chili, Fabrizio e Biaggi. Voto 7,5

Noriyuki Haga 
Lo abbiamo scritto nell’introduzione. Non può continuare così. Non lo merita per tutto quanto ha dato alla Superbike e per tutto lo spettacolo che ci ha saputo offrire in questi anni. Quello che è sceso e in pista a Kyalami era la sua controfigura. Nitronori non sta bene e si vede. Il suo non è un male fisico, ma per certo non può guarire continuando a correre e a sprofondare nella sua crisi. Speriamo si prenda una pausa di riflessione, perché non possiamo più vederlo lottare per la zona punti. Senza voto.

I piloti stanno facendo ritorno a casa mentre le casse con le moto e le attrezzature sono già in viaggio per gli Stati Uniti. Il circuito di Miller dovrebbe favorire le quattro cilindri a discapito delle Ducati, ma dopo quanto successo nella terra degli Zulu c’è ancora qualcuno che se la sente di azzardare qualche pronostico. Dovremo attendere due settimane prima di rivedere in pista le Superbike che a Salt Lake City correranno il lunedi 31 maggio, giornata di festa nazionale nello Utah. Nel 2008 assistemmo a due vittorie di Checa e nel 2009 a due vittorie di Spies. Chissà se anche quest’anno ci sarà un pilota in grado di aggiudicarsi entrambi le gare? Ve lo racconteremo tra quattordici giorni.

 



 

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