Le pagelle di Phillip Island

Le pagelle di Phillip Island
E’ calato il numero dei piloti al via, ma non lo spettacolo. Debutto spaventoso di Haslam, ma anche Checa entusiasma. Deludono gli ex MotoGP Toseland e Vermeulen, appannati Biaggi e Haga | di C. Baldi
3 marzo 2010


Il campionato mondiale Superbike è partito alla grande proprio come ci si aspettava. Come è consuetudine non sono mancate le sorprese ed i colpi di scena.
E’ calato il numero dei piloti al via, ma non certo lo spettacolo a significare che è diminuita la quantità ma non certo la qualità. Le gare di Phillip Island hanno tenuto tutti con il fiato sospeso sin sulla linea del traguardo e addirittura anche oltre, visto che la prima manche è stata decisa dal fotofinish. Come tutti gli addetti ai lavori avevano pronosticato, questo sarà un campionato molto combattuto, con tanti piloti a contendersi il titolo sino all’ultima gara di Magny Cours. 
 

E’ calato il numero dei piloti al via, ma non certo lo spettacolo a significare che è diminuita la quantità ma non certo la qualità. Le gare di Phillip Island hanno tenuto tutti con il fiato sospeso sin sulla linea del traguardo

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I tifosi australiani hanno risposto alla grande al richiamo della Superbike e sono stati 65.000 i tifosi che nei tre giorni hanno affollato il bellissimo circuito situato nelle vicinanze di Melbourne. Anche i media sembrano decisamente più interessati al campionato della Infront Motorsports, tanto che la sala stampa di Phillip Island era decisamente affollata. Ora si ritorna in Europa e la pista di Portimao ci aiuterà se i valori espressi in Australia sono da considerarsi attendibili o se invece qualcuno dei piloti che ancora non è riuscito a sistemate al meglio il proprio mezzo potrà entrare a far parte dei top riders che si contenderanno il titolo. Nelle gare australiane i piloti sempre al vertice sono stati una decina, tra i quali però mancavano tre componenti di quella pattuglia inglese che nelle prove di Portimao a Gennaio ci avevano fatto pensare che il mondiale 2010 potesse essere made in England.
Ci riferiamo a Byrne, Crutchlow e Toseland. Non osiamo immaginare cosa potrà succedere quando anche loro si sapranno esprimere al meglio. Prepariamoci a gare memorabili. Ma ecco le pagelle ai piloti delle prime due gare di Phillip Island.

Carlos Checa
Ha stupito tutti ad iniziare da se stesso. Non abbiamo memoria di un Checa così combattivo, non solo in Superbike ma nemmeno in GP. Al termine della gara era visibilmente emozionato, felice e consapevole di aver compiuto un’impresa. Il team Althea è nato meno di tre mesi fa e lui lo ha già portato alla vittoria. Come nelle favole Davide ha sconfitto Golia e Carlos si è messo alle spalle ben 14 piloti ufficiali. La sua grande esperienza, la sua pignoleria ed il suo metodo di lavoro hanno consentito alla sua squadra di Genesio Bevilacqua di ottenere un risultato eccezionale che ha galvanizzato lui e tutti i ragazzi del suo team. Il suo weekend australiano è stato uno di quelli da ricordare : pole position il venerdì, miglior tempo nelle ufficiali e nelle libere del sabato e quarto tempo in Superpole (dove non riesce ancora a sfruttare al meglio la gomma da tempo). L’unica mezza delusione è venuta da gara uno dove è sembrato quasi volersi nascondere, senza riuscire mai ad essere della partita. Ma nella seconda manche Carlos ha fatto quella che lui stesso ha definito “la gara perfetta”. Una volta recuperato il terreno perso sui primi a causa di una brutta partenza, li ha superati uno alla volta sino a sorpassare Haslam nella curva in fondo alla discesa per poi fare il curvone in apnea e a gas spalancato. Entusiasmante.
Voto: 8,5 (la media tra il 7 in gara uno e del 10 in gara 2)

Leon Haslam
Se Checa è stato entusiasmante, Haslam è stato spaventoso. E’ sempre stato nelle prime posizioni : nei test della settimana che ha preceduto la gara, nelle prove (sua la prima Superpole del mondiale 2010) e in entrambe le gare. L’inglese si era mostrato a suo agio e competitivo sulla Suzuki sin dalle prime prove disputate a Portimao nel novembre del 2009 ed ora comanda classifica provvisoria del mondiale con 46 punti, precedendo di 9 Fabrizio e di 11 Checa.   La sua moto va forte e lo ha dimostrato anche il suo compagno di squadra, ma Leon e la sua GSX-R1000 rappresentano al momento il binomio da battere e se il figlio di Ron Haslam confermerà la costanza di risultati già messa in mostra lo scorso anno (a punti in 23 gare su 28) ci troviamo di fronte ad uno dei più seri pretendenti al titolo 2010.
Voto: 9,5

Miche Fabrizio
Iniziare il mondiale con un secondo ed un terzo posto non è certamente un fatto negativo, ma ancora più positivo ci è sembrato il suo atteggiamento in gara e nei box. Pur restando un ragazzo simpatico e sempre pronto allo scherzo, Michel è ulteriormente maturato e le due gare australiane ci consegnano un pilota consapevole dei propri mezzi e più costante. In entrambe le gare ha lottato per la vittoria che nella prima gara gli è stata negata per soli 4 millesimi di secondo (il minor svantaggio di tutti i tempi tra primo e secondo in Superbike). Michel non lo ammetterà mai – anche per scaramanzia – ma in cuor suo sa che può lottare per il titolo e che di certo sarà anche lui della partita, fino all’ultima gara. Convincente.
Voto: 8

Sylvain Guintoli
Assieme a Checa si può considerare la vera sorpresa delle due gare australiane. Però mentre Checa nelle prove era andato molto forte, quello di Sylvain è stato un crescendo impressionante. Quindicesimo nei test pre-gara, decimo e ottavo il venerdi, quinto in Superpole il sabato. In gara uno ha dovuto prendere le misure ai suoi avversari e non è riuscito ad inserirsi nel gruppetto che lottava per la vittoria. Nella seconda manche è sempre stato nel gruppo di testa e pur non salendo sul podio ha dimostrato per la prima volta di poter tenere il passo dei migliori (ed ha anche fatto segnare il giro veloce di gara due). Se continuerà su questa strada ben presto lo vedremo a podio. Visto come sta andando Neukirchner con la Honda, sembra proprio che Battà, team manager del team Alstare,  abbia ancora una volta fatto la scelta migliore. Sorprendente.
Voto: 7,5

Noriyuki Haga
Pur avendo collezionato due risultati di tutto rispetto (terzo e quinto) il giapponese non ha convinto. Nelle prove è sempre rimasto indietro e in Superpole non ha saputo far meglio del decimo posto. Nonostante partisse dalla terza fila, Nitronori è stato autore di due ottime partenze e si è saputo inserire nel gruppo dei primi, senza mai però puntare decisamente alla vittoria. Haga ha dichiarato che l’incidente avvenuto con Xaus nel warm up della domenica mattina  – vedi il nostro giudizio su Ruben Xaus – lo ha condizionato, in quanto un braccio colpito nel contatto con la BMW gli ha causato dei problemi in entrambe le manche. Non lo mettiamo in dubbio, però questo non spiega le brutte prestazioni offerte nelle prove. Noriyuki ci è sembrato fuori forma e non concentrato a dovere. Non vorremmo sentisse troppo il peso della responsabilità o che magari abbia perso un poco di fiducia in stesso dopo l’ennesimo secondo posto nello scorso campionato.  Appannato.
Voto: 7

Johnny Rea
L’alfiere della Honda non si è espresso secondo le proprie qualità ed in prova, così come in gara, è sempre stato a ridosso dei primi, senza però riuscire a raggiungerli. Non è certamente facile guidare la Honda del team Ten Kate e negli ultimi due anni Johnny è stato l’unico che ha saputo guidarla al limite , ma più che la moto a Rea manca come sempre la continuità e un poco di lucidità. Prendeva il via dalla seconda fila, ma in gara uno non è riuscito a tenere il passo dei primi tre piloti (facendo anche da tappo a Checa), mentre nella seconda ha fatto un dritto al primo giro che ha condizionato tutta la sua seconda manche. Questo è il suo secondo anno nel mondiale Superbike e ci si attende da lui che non continui a compiere errori come quello di Phillip Island che possano cioè vanificare un intera gara. Dopo il dritto Rea si è messo a girare fortissimo ed a recuperare posizioni su posizioni, sino ad arrivare alla sesta posizione. Cosa sarebbe successo senza quell’errore? Per ora sta ripetendo quello che – nel bene e nel male – aveva fatto vedere lo scorso campionato. Irruente.
Voto: 6,5

Max Biaggi
Inutile negarlo. Qualche problemino la sua Aprilia ce l’ha ancora e a Phillip Island la moto di Noale non ha aiutato il corsaro a raggiungere gli obiettivi che Dall’Igna e Guidotti (Aprilia Alitalia Team manager) si erano prefissati. Nelle prove Max ha rotto un motore, è caduto ed ha fatto qualche escursione fuori pista. Di certo i tecnici Aprilia devono ancora lavorare, ma il potenziale della RSV4 1000F non si discute (sua la velocità massima di 320 km/h nelle prove). Max è apparso nervoso e anche un poco confuso, però lui sa che il suo team sta pagando i pochi test che il maltempo gli ha concesso quest’inverno e che già nelle prossime gare potrà fare meglio di quanto non fatto in Australia. In stand-by (per usare un termine molto utilizzato dal suo main sponsor).
Voto: 6,5

Max Neukirchner
Crisi profonda. Max non riesce a venire a capo dei molti problemi della sua CBR 1000RR. Il tedesco ha confermato quanto aveva fatto vedere nei test invernali e nelle prove australiane e ciòè che di non riesce proprio ad adattarsi a questa Honda. Se valutiamo bene i fatti dobbiamo dire che a parte Rea nessuno sino ad ora si è trovato a suo agio su questa moto. In passato nessuno dei team privati, Althea su tutti, è riuscito ad ottenere risultati soddisfacenti e nel team ufficiale Ten Kate dello scorso anno sia Kiyonari che Checa hanno deluso. Ora tocca a Neukirchner? Speriamo di no ma i segnali sono molto negativi. Le stiamo provando tutte – ci ha confidato Neukirchner – ma non riusciamo a migliorare. Ho chiesto ai miei meccanici di cambiare rispetto alle prove di Portiamo, ma i risultati sono gli stessi e quindi a questo punto non sappiamo più dove intervenire. Coraggio Max. Avvilito.
Voto: 4,5


Toseland e Crutchlow

Dura la vita se non ci si chiama Ben Spies vero? I due forti piloti inglesi vanno ad alti e bassi, ma nelle gare di Phillip Island il loro bottino è stato davvero magro. In gara uno sono caduti entrambi, mentre nella seconda manche si sono accontentanti del decimo e del nono posto rispettivamente. Decisamente meglio il giovane Cal che al debutto in Superpole è riuscito a staccare un ottimo terzo tempo ed una prima fila che però non ha saputo sfruttare. Toseland è uscito malconcio dalla caduta delle prove di Venerdì e non era quindi al massimo della forma. Sino ad ora risulta chiaro che Spies sapeva ovviare ai problemi della YZF R1 (non sempre visto che qualche volta è restato a piedi) mentre Crutchlow e Toseland devono ancora lavorare molto per entrare nei top rider di questo campionato. Ma il team di Meregalli è molto valido e serviranno solo poche gare alla squadra Yamaha Sterilgarda per lottare per il podio. Certo Spies era un'altra cosa. Lavori in corso.
Voti:
Crutchlow 6,5 (era al debutto e sino ad ora è sempre stato davanti al suo più blasonato compagno di squadra)
Toseland 5,5

Ruben Xaus ed il Team BMW
Nel warm up della domenica mattina Xaus ha colpito Haga e sono caduti entrambi. Quello che sembrava una semplice incidente ha invece evidenziato tutti i problemi di Ruben che dopo essere andato a scusarsi nei box Ducati ha deciso di non essere nelle condizioni psicologiche adatte per disputare una gara. E’ molto triste vedere un pilota solitamente gioviale ed allegro come Xaus in queste condizioni. Lo spagnolo è caduto tre volte nelle prove (le prime due cadute a distanza di dodici minuti l’una dall’altra) e nel warm up probabilmente è arrivato lungo ed ha trovato Haga davanti a se, portandoselo nella via di fuga. Ruben non è sereno e per certo sente tutta la responsabilità di correre per una casa ufficiale che quest’anno ha dato l’ultimatum a tecnici piloti : bisogna vincere. Abbiamo sentito un Tardozzi molto preoccupato non solo per le condizioni di Xaus, ma per tutto il suo team. Pensiamo che Davide correrà ai ripari e che nei prossimi giorni avverranno molti cambiamenti nella squadra tedesca. Speriamo che l’ottimo settimo posto di Corser in gara due porti un poco di serenità in casa BMW, ma la nostra speranza è soprattutto quella che Ruben ritrovi fiducia in se stesso e ritorni a correre già da Portimao.
Voto: non giudicabile.


Per finire uno sguardo in Supersport, una categoria che quest’anno purtroppo assomiglia sempre più alla MotoGP con solo 17 moto al via, poco spettacolo e risultati scontati. I piloti che si giocheranno il titolo sono solo quattro: Laverty, Lascorz, Sofuoglu (che in quest’ordine sono saliti sul podio in Australia) ed il nostro Pirro (sfortunatissimo a Phillip Island dove si è dovuto ritirare per una foratura).
La Supersport, se vorrà sopravvivere, dovrà correre ai ripari, soprattutto ridimensionando i costi che al momento attuale sono molto vicini a quelli della Superbike, ma con un ritorno di immagine nettamente inferiore.

 

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