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Il mondiale Superbike sta vivendo in questi giorni un momento di estrema incertezza e nell’attesa dei comunicati ufficiali si fanno largo voci ed indiscrezioni. Prime tra tutte quelle che riguardano Max Biaggi ed un suo possibile ritiro, avvalorate dal fatto che Max ha indetto una conferenza stampa per mercoledì pomeriggio a Vallelunga. E’ difficile pensare che il sei volte campione del mondo abbia convocato una conferenza stampa solo per annunciare il suo rinnovo con l’Aprilia, che sembrava cosa fatta ma che invece sino ad ora nessuno ha annunciato. Subito dopo la vittoria del suo secondo mondiale Superbike sia Max che Dall’Igna rilasciarono dichiarazioni secondo le quali il rinnovo del contratto sembrava fosse solo una formalità, il tempo di incontrarsi per apporre delle firme. Però è passato quasi un mese ed il rinnovo non è mai stato ufficializzato.
In mancanza di comunicati ufficiali ed in attesa delle dichiarazioni di Biaggi si possono però fare delle ipotesi, soprattutto considerando quanto avvenuto ultimamente nel mondo della Superbike. Ci riferiamo al divorzio tra Ducati ed Althea. A breve la casa di Borgo Panigale renderà ufficiale il suo matrimonio con il team Alstare di Batta, che oltre a Checa dovrebbe schierare Sylvain Guintoli. Ma la domanda che in molti si pongono e : cosa farà il team di Genesio Bevilacqua? Proprio a Moto.it la settimana scorsa, l’imprenditore di Civita Castellana dichiarò di essere già al lavoro per proseguire l’attività della sua squadra, annunciando (sue testuali parole) “programmi sorprendenti ed ambiziosi”. Se colleghiamo queste dichiarazioni all’intenzione da tempo manifestata da Aprilia di cedere il suo team Superbike ad una squadra privata (come fece a suo tempo la Ducati proprio con Althea e come ha fatto BMW con il team Motorrad Italia) il cerchio sembra chiuso e si spiegherebbe così anche il possibile ritiro del Corsaro.
Un eventuale team Althea Aprilia schiererebbe infatti Davide Giugliano ed Eugene Laverty, entrambi già sotto contratto per il 2013 con Althea ed Aprilia
Un eventuale team Althea Aprilia schiererebbe infatti Davide Giugliano ed Eugene Laverty, entrambi già sotto contratto per il 2013 con Althea ed Aprilia, mentre Max si ritroverebbe a trattare il suo rinnovo non più con la casa di Noale, ma con Bevilacqua. Passare ad una struttura privata, pur se appoggiata dalla casa madre, potrebbe anche non rientrare nei piani di Biaggi che quindi potrebbe decidere di appendere il casco al chiodo, chiudendo in bellezza da campione del mondo (proprio come Bayliss nel 2008).
Il condizionale è però più che mai d’obbligo, sia per la mancanza di comunicazioni ufficiali sia perché la speranza di tutti è che mercoledì Max annunci invece il suo rinnovo con Aprilia (che sia nel team ufficiale o in un eventuale team Althea). Un mondiale Superbike senza Biaggi sarebbe certamente un campionato meno prestigioso ed interessante e poi, vista la condizione fisica (e psicologica) del Corsaro, sarebbe un vero peccato perdere un campione che può dare ancora moltissimo al motociclismo.
Al di là delle supposizioni, appare però certo che la Superbike 2013 sarà molto diversa rispetto al passato. Il divorzio tra Althea e Ducati ha sconvolto gli scenari ed ha consentito il rientro del team Alstare, una delle squadre che hanno fatto la storia della Superbike . E cosa dire della recente decisione della Yamaha di legarsi per tre anni al team russo Yakhnich Motorsport con chiare ambizioni di rientrare, magari già nel 2014, in Superbike? I vertici della casa dei tre diapason sono stati molto chiari: "Se la Dorna ridurrà i costi della Superbike, avvicinandola maggiormente alla serie, potremmo anche valutare un nostro ritorno". E se Yamaha ha deciso di appoggiare il team russo significa che ha già avuto rassicurazioni da parte di Dorna. Il nuovo gestore dei mondiali delle derivate dalla serie sino ad ora ha detto poco, ma quel poco è stato molto significativo “Manterremo ben distinti i due campionati, i prototipi in GP e le derivate dalla serie in Superbike”. Una decisione apparentemente scontata, ma decisiva per mantenere distinti i due campionati le cui strade stavano invece pericolosamente convergendo.
Si delinea quindi in modo netto il futuro del mondiale Superbike che vedrà sempre di più le case presenti non più in forma ufficiale, ma in appoggio a strutture private. La BMW con il suo team italiano, la Ducati con Alstare, la Yamaha con Yakhnich e (forse) l’Aprilia con Althea. Inoltre moto maggiormente vicine alla serie non significa necessariamente Stock 1000, bensì nuovi regolamenti che evitino ad esempio modifiche o evoluzioni nel corso del campionato, una possibilità che sino ad ora è stata ovviamente ad esclusivo vantaggio dei team ufficiali e con un conseguente aumento dei costi. Così come in GP anche in Superbike è venuto il momento di bloccare una sfrenata corsa all’evoluzione che non solo stava allontanando le Superbike dalle moto di serie, ma aumentava i costi e rendeva sempre più netto il divario tra privati ed ufficiali, a discapito dello spettacolo.
La Superbike non può fare a meno dei team privati. Ridurre i costi ed avvicinare maggiormente la Superbike alla serie aumenterebbe la competitività dei team privati a vantaggio dello spettacolo. E si possono diminuire i costi e mantenere interessante la Superbike sia per le case che per i piloti senza per forza ridurre il tutto ad un campionato Stock, che sarebbe invece poco appetibile per chiunque (televisioni e sponsor innanzi tutto). Speriamo che la Dorna intenda intraprendere questa strada, ma nel frattempo le decisioni di Yamaha e Ducati smentiscono chi vede nell’avvento della società organizzatrice spagnola la fine della Superbike. Le pessimistiche Cassandre, vedove di Infront, si mettano il cuore in pace: lo spettacolo della Superbike continuerà.