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Grande vittoria per Carlos Checa nella seconda gara di Phillip Island. Dopo una prima manche abbastanza incolore nella quale non è mai riuscito mai ad inserirsi nella lotta per il podio, sembrava che anche nella seconda lo spagnolo non potesse recitare un ruolo da protagonista. Ancora una volta la sua partenza era decisamente lenta, tanto che al primo giro Carlos transitava solo in nona posizione. Ad un certo punto però Checa ha cambiato marcia. E’ uscito dal gruppo degli inseguitori ed è riuscito a raggiungere i quattro fuggitivi, vale a dire le due Ducati ufficiali di Haga e Fabrizio e le due Suzuki di Guintoli e del vincitore di gara uno : Haslam. Una volta raggiunti i primi Carlos sembrava si accontentasse della quinta posizione, ma al contrario, visto che la classe non è acqua, ha iniziato a superare uno ad uno i piloti che lo precedevano sino a portarsi alle spalle di Haslam. Mancava un giro alla fine e Leon non aveva nessuna intenzione di scendere dal primo gradino del podio, ma ha dovuto arrendersi a Checa che nella curva in discesa che immette sul curvone prima del traguardo lo ha passato all’interno e poi ha scatenato tutti i cavalli della sua 1198 per non lasciarsi sfuggire una vittoria davvero eccezionale.
Detto dello spagnolo, dobbiamo tessere anche le lodi di Haslam che vinta gara uno avrebbe fatto lo stesso se non si fosse imbattuto nel miglior Checa degli ultimi anni. L’inglese ha combattuto con Fabrizio e con Haga, ma anche il suo compagno di squadra, il sorprendete Guintoli, quarto al traguardo ed autore tra l’altro del giro veloce in gara due con 1’32”236, non gli ha certo reso la vita facile. I due piloti Ducati sono stati autori di una bella gara e solo nel finale Haga ha leggermente perso contatto dai primi terminando al quinto posto. Fabrizio invece ha dato del filo da torcere ai suoi avversari ed alla fine è salito ancora sul podio, in terza posizione.
Biaggi ha fatto ancora peggio della sua prima manche ed ha concluso all’ottavo posto
Sesto è giunto Rea che avrebbe potuto inserirsi nella bagarre per il primo posto se al primo giro non avesse fatto una lunga escursione nei verdi prati che separano la pista australiana dall’Oceano Pacifico. Il giovane e discontinuo pilota inglese ha regolato un gruppone di inseguitori tra i quali si è distinto Corser, settimo, che è riuscito così a dare un poco di morale alla sua squadra. Biaggi ha fatto ancora peggio della sua prima manche ed ha concluso all’ottavo posto. Lo seguono Crutchlow (anche lui autore di un diritto che lo ha relegato tra gli inseguitori quando invece era in buona posizione) e Toseland. Rispetto a gara uno i piloti Yamaha sono riusciti a tagliare il traguardo, ma nono e decimo non sono certo le posizioni che il team Sterilgarda si aspettava da loro. Ultimi nel gruppo degli inseguitori i due inglesi Camier e Byrne. Il pilota Aprilia in queste due gare è si è dimostrato molto veloce e competitivo, ma troppo propenso all’errore, visto che in entrambe le manche è uscito di pista perdendo molte posizioni. Shakey invece ha lottato per quanto il suo fisico glielo consentisse ma è calato nel finale accontentandosi della dodicesima posizione finale. Tredicesimo Lanzi mentre su quattro Kawasaki ha terminato la corsa il solo Hayden, visto che Vermuelen è caduto e Sykes e Baiocco si sono ritirati. Solo sedicesimo Neukirchner in crisi profonda ed allarmante.