Superbike. Le Pagelle di Salt Lake City

Superbike. Le Pagelle di Salt Lake City
La due gare americane hanno ridisegnato lo scenario della Sbk. Ora Haslam e Checa dovranno inseguire Biaggi e la sua Aprilia. Continua il momento "Up & down" della Ducati. I nostri voti | C. Baldi
1 giugno 2010


Le due gare corse ieri al Miller Motorsport Park di Salt Lake City hanno rappresentato una tappa determinante per il mondiale Superbike 2010. Un appuntamento che in molti ricorderanno a lungo. Se le ricorderà Biaggi che con una fantastica doppia vittoria ha conquistato la vetta della classifica. Non lo potrà dimenticare facilmente neppure Checa che dopo aver dominato la Superpole stava facendo lo stesso in entrambe le manche, ma che torna a casa con zero punti nel carniere. Destino beffardo. Anche Haslam farà fatica a dimenticare quanto è accaduto in America, ma i diciassette punti di sutura che gli sono stati applicati al braccio sinistro gli faranno da doloroso promemoria

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Tornando a quanto accaduto in pista, non saranno dimenticate nemmeno tutte le altre cadute – oltre a quella di Leon Haslam – che hanno caratterizzato queste due gare a stelle e strisce. Sono state tutte cadute importanti che hanno riguardato top riders del calibro di Rea, Smrz, Toseland e Fabrizio, ai quali va aggiunto l’unico pilota americano presente in pista che non era mai caduto in precedenza e che proprio sul circuito di casa ha pensato bene di sdraiare la sua Kawasaki.

Quest’anno i due piloti ufficiali della Ducati non riescono a fare risultato nella stessa gara. Una specie di altalena a due: se fa bene Haga, fa male Fabrizio e viceversa. Ancora una volta il bellissimo e sicuro circuito del Miller ha salutato un solo vincitore.
Così come nei due anni precedenti (Checa nel 2008 e Spies nel 2009) chi ha vinto la prima gara si è poi aggiudicato anche la seconda. La Ducati aveva dominato nelle prove ma proprio i suoi due piloti che in prova avevano più volte abbassato il record della pista ed avevano conquistato la prima fila, parliamo naturalmente di Checa e Smrz, si sono dovuti ritirare per problemi meccanici o elettrici.
Un appuntamento che verrà ricordato nella storia della Superbike anche perché mai le derivate dalla serie avevano gareggiato di lunedì, ma in America lo spirito patriottico è molto forte e ieri era ricorreva il Memorial Day. Una giornata nella quale gli States si fermano per ricordare i propri caduti.
Le 2010 bandiere che sono state fissate a terra nei pressi dell’ultima curva del tracciato hanno sventolato per tre giorni, per ricordare ai piloti e al pubblico i soldati caduti per la Patria.

Ora torniamo in Europa e le prossime due gare si correranno a Misano Adriatico. Speriamo che sia un bel bagno di folla e una festa per il motociclismo. Saranno due gare roventi per agonismo e per la temperatura che solitamente a Misano è davvero torrida. Il campionato sembra aver decisamente preso la strada che porta a Noale, ma non dimentichiamoci che stiamo parlando del mondiale Superbike, un campionato dove tutto può accadere e nulla deve essere dato per scontato. E dove, come dimostrato dalle due gare di ieri, spesso il destino è beffardo.

Carlos Checa: da ieri sera non si potrà più dire : “la fortuna è c(H)ieca”. Una battuta per cercare di sdrammatizzare l’esito di due gare incredibili che Carlos ha dominato sino a che è rimasto in pista. Terminate le due manche gli avversari si sono avvicendati nel suo box per fargli i complimenti e per confermare ciò che tutti quanti pensavano : Checa è il vincitore morale di Salt Lake City. Purtroppo la classifica non assegna punti a chi non taglia il traguardo ed il titolo per lo spagnolo inizia ad allontanarsi. Restano le sue grandi prestazioni e la sua Superpole a testimoniare che Checa sta vivendo una seconda giovinezza (ammesso che nella prima sia stato altrettanto bravo e determinato). Proprio in un momento difficilissimo il pilota di Barcellona ha dimostrato di essere un campione. Non si è lamentato più di tanto ed ha affermato che bisogna solo voltare pagina e guadare alle prossime gare. Grande Carlos. Per noi lui ha vinto Superpole, gara uno e gare due.
Voto 10 e lode

Max Biaggi: Implacabile e cinico come solo i grandi sanno essere. Non è colpa sua se la Ducati di Checa si è spenta per ben due volte, mentre è merito suo l’essersi fatto trovare lì, vicino allo spagnolo al momento giusto. I campionati si vincono grazie a tanti fattori e tra questi non può mancare la fortuna. Max ha la moto più forte, è un campione e vuole fortemente questo titolo mondiale. Un rullo compressore. Ora per lui sembra tutto facile, ma non ci dimentichiamo che solo due anni fa Max correva con una Ducati privata e che se la RSV4 va così forte molto merito va dato anche a questo esperto pilota che potrebbe portare per la prima volta in Italia il titolo mondiale della Superbike.
Voto 10

Leon Haslam: ha sbagliato ed ha pagato a caro prezzo quello che è stato – almeno sino ad ora – il suo unico errore di questa stagione. Lottare contro Biaggi e la sua Aprilia con una moto semi ufficiale (qual’ è di fatto la sua Suzuki), è una sfida che farebbe tremare chiunque, ma non Leon che ha coraggio da vendere. Non saranno certo una scivolata e qualche punto di sutura a fermare questo coriaceo inglese, cresciuto in una famiglia dove le corse, il dolore e i sacrifici sono il pane quotidiano. Purtroppo, con una mentalità assurda e tipicamente giapponese, la Suzuki sembra insensibile al fatto che Haslam sia in corsa per il titolo mondiale. La sua squadra sta lavorando per tirare fuori qualche cavallo in più dal motore della sua GSX-R1000 e per mettere Leon in condizione di tenere vivo questo mondiale 2010.
Voto 7,5

Leon Camier: i riflettori accesi su Biaggi e sull’Aprilia, mettono a volte in secondo piano questo giovane inglese che sta facendo ottime cose nell’anno del suo debutto in Superbike. Quarto e secondo su un circuito difficile che vedeva per la prima volta. Quando i vertici di Noale hanno scelto Camier per affiancare Biaggi in molti hanno pensato che fosse stata una scelta dovuta alla volontà di accontentare il mercato inglese e di non dare troppo fastidio al pilota numero uno della squadra italiana. Nulla di più sbagliato. Leon ha talento e cervello e quando disporrà anche dell’esperienza necessaria per lottare contro i volponi della Superbike ne vedremo delle belle. Voto 8,5

Johnny Rea: l’inglese della Honda è caduto in prova e in gara, e al Miller ha racimolato un quattordicesimo ed un ottavo posto. Il suo viso triste (ma questa non è una novità) e il suo mento incerottato sono il simbolo di questo weekend americano dal quale Johnny esce parecchio ridimensionato. Va bene rischiare e tenere sempre aperto, ma Rea sta facendo gli stessi errori dello scorso anno e a volte sembra correre senza prima aver collegato il cervello. La sua Honda non lo aiuta di certo, ma lui sta facendo proprio il contrario di chi vorrebbe lottare per il titolo. La prossima si corre a Misano, una delle sue piste preferite, ma il pilota del Ten Kate deve essere più costante e sbagliare di meno.
Voto 5

Noriyuki Haga: bentornato Nitronori. Proprio sulla pista dove sino ad ora aveva collezionato solo cadute e fratture, il giapponese di casa Ducati è tornato a sorridere e a riassaporare la soddisfazione del podio. Già in prova Haga aveva dimostrato di essere sulla strada del pieno recupero e nelle due gare di Salt Lake City ha dato un calcio alle disavventure ed ai problemi che sino ad ora lo avevano pesantemente limitato. Nonostante un periodo buio, in classifica è ancora quinto a pochi punti da Checa e Rea. Non tutto è perduto e la prossima si corre a Misano pochi giorni dopo un WDW nel quale i tifosi delle rosse di Borgo Panigale gli faranno sentire tutto il loro affetto.
Voto 8

Michel Fabrizio: troppi ed incomprensibili alti e bassi. Il Miller è un circuito favorevole a Michel che qui era sempre salito sul podio. A smentire questa tradizione positiva ci hanno pensato una caduta in gara uno e una demoralizzante partenza in gara due, che ha condizionato tutta la gara del pilota romano. Michel quest’anno non riesce a gustarsi una vittoria o un podio che subito deve fare i conti con qualche risultato negativo. La sua classifica lo penalizza e non gli resta quindi che puntare a qualche vittoria in gara per rendere meno amara questa sua difficile stagione.
Voto 5

Jakub Smrz: per il 2011 Kuba ha proposto una modifica al regolamento che prevede che i punti vengano assegnati nelle prove e non in gara. In questo modo Smrz potrebbe lottare per il titolo. Nelle prove infatti Smrz aveva fatto sfracelli e assieme a Checa e a Biaggi era uno dei candidati alla vittoria in gara. Ma non aveva fatto i conti con la sua 1198 versione 2009, che nella prima manche ha cercato di affumicare i piloti che lo seguivano e nella seconda ha smesso di funzionare proprio mentre il talentuoso Jakub cercava di recuperare dopo una brutta partenza. Senza una moto competitiva si va poco lontano e la sua speranza è quella di trovarne una per il prossimo anno. In bocca al lupo.
Voto 7,5 (per quanto ha fatto in prova, perché per quanto riguarda le due gare non è giudicabile)

Luca Scassa: in crescita costante. Anche lui come Smrz spera che qualcuno si accorga di quello che sta combinando e gli dia la possibilità di dimostrare quello che può fare con una moto ufficiale. Questo senza voler sminuire il lavoro del suo attuale team, che gli mette a disposizione una Ducati molto competitiva con la quale Luca si può togliere molte soddisfazioni. Sia in prova che in gara. Al Miller, un circuito che conosce e che gli piace molto, il pilota di Arezzo è arrivato settimo in gara uno e nella seconda ha rimediato ad una disastrosa partenza recuperando sino al decimo posto. E’ in un momento di forma smagliante e merita senza dubbio un posto in un team ufficiale, a patto che sia migliore del team Supersonic.
Voto 8

Cal Crutchlow: giovane, irruente e incostante. E’ senza dubbio il nuovo mr. Superpole ed è senza dubbio un pilota molto veloce. Nella prima gara Rea lo ha costretto a fare del motocross con la sua R1. Rimasto miracolosamente in piedi, Cal non è andato più in la dell’undicesimo posto. Ha fatto molto meglio in gara due, salendo ancora una volta sul podio (e sono tre) ed arrendendosi solo alla due imprendibili Aprilia. E’ l’unico che ogni tanto riesce a far sorridere il suo team manager Maio Meregalli, che rimpiange sempre di più Ben Spies ma che per il futuro confida molto in questo determinato pilota inglese.
Voto 8

Ed ora attendiamo che si aprano i cancelli del Misano World Circuit per godere di altre due gare emozionanti e piene di colpi di scena. Siamo certi che i motociclisti che affolleranno le tribune ed i prati dell’autodromo dell’Adriatico non faranno mancare il loro sostegno ai protagonisti del mondiale Superbike.
 

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