Aprilia ci ha aperto le porte del proprio reparto Corse. Una struttura unica al mondo che rappresenta una vero tesoro, non solo per la casa di Noale ma per tutto il comparto motociclistico italiano | C. Baldi, Noale
Abbiamo accolto con gioia l’invito di Aprilia a recarci a Noale per presentarci i progetti futuri inerenti il racing, ma anche per farci visitare il Reparto Corse. Dell’attività racing presente e futura della casa veneta abbiamo diffusamente parlato nel corso dell’intervista a Romano Albesiano. Ora vi vogliamo parlare di quello che abbiamo visto nel corso della nostra visita al Reparto Corse.
All’ingresso si possono ammirare molte delle moto che hanno dato lustro e titoli mondiali all’Aprilia. La 125 di Gramigni, il pilota toscano che per primo regalò un titolo mondiale alla casa di Noale nel 1992, le 250 di Max Biaggi, di Capirossi ed ovviamente di Valentino Rossi, il cui viso compare in molti pannelli e poster posizionati un po' dappertutto, nei capannoni come negli uffici. Ci sono anche le Superbike di Corser, di Nitronori Haga e di Shakey Byrne. In un angolo, senza scritte e quasi tutta in carbonio, riposa la famosa e controversa Cube GP. Il pensiero corre a Byrne, Laconi ed Edwards, i piloti che l’anno portata in pista, senza però mai ottenere i risultati sperati.
Per raggiungere gli edifici che ospitano i reparti, attraversiamo il vecchio capannone dove una volta venivano prodotte le moto Aprilia e dove, alzando lo sguardo, possiamo vedere l’ufficio dal quale Ivano Beggio sovrastava e controllava la sua azienda. Ora è un semplice magazzino mentre il Reparto Corse e gli uffici sono ospitati da due strutture nuove e dal look più moderno. Nel piazzale antistante i nuovi edifici riconosciamo i due camion del team Superbike, uno dei quali mostra ancora la foto ed il numero 58 di Laverty. Ma i camion dovranno essere pronti per la gara di Aprile ad Aragon e quindi c’è tutto il tempo per sostituire il 58 con il 33 di Melandri. E proprio Marco è una delle prime persone che incontriamo prima che Albesiano e Pezzini, responsabile dell’ufficio stampa del Gruppo Piaggio, ci diano il benvenuto. Un breve breefing e la nostra visita può avere inizio.
Attualmente tutti lavorano su due fronti: la nuova GP e la RSV4 Superbike
Sono ben sessanta i tecnici che fanno parte del Reparto Corse. Ingegneri, tecnici e meccanici. Tra di loro alcuni volti noti, visti in questi anni al lavoro nel box della Superbike. Attualmente tutti lavorano su due fronti: la nuova GP e la RSV4 Superbike.
Il reparto elettronica
Si inizia dagli uffici del reparto elettronica. Aprilia è l’unico marchio al mondo che prepara in casa l’elettronica delle proprie moto, sia la parte hardware che quella software. Qui si lavora sulle centraline che regolano l’accensione, l’erogazione del motore, l’anti-impennamento, il controllo della trazione e tanto altro ancora. Qui viene programmato il cervello delle moto. L’ingegnere Paolo Bonora ci spiega che il compito dei tecnici è quello di rendere la guida il più facile possibile ad ogni pilota. Per farlo, oltre ad operare sulla moto, occorre anche comprendere lo stile di guida del pilota e lavorare a stretto contatto con lui, per trovare il giusto compromesso tra le caratteristiche della moto e le necessità di chi la deve guidare al limite in pista. «L’elettronica di Guintoli non è molto diversa da quella che ci chiedeva Biaggi – ci spiega l’Ing. Bonera – mentre per Melandri deve essere meno invasiva, ma soprattutto deve mantenere la moto con caratteristiche costanti, senza variazioni». In questo reparto, ma è una costante che vedremo poi in tutti i reparti, il know how e le esperienze derivanti dalle corse, vengono continuamente trasferite alla progettazione ed alla produzione delle moto di serie del Gruppo Piaggio.
Il reparto motori
Passiamo al reparto motori, dove Mario Manganelli ci parla di come sia incessante lo sforzo della casa veneta per incrementare l’affidabilità e la resistenza dei vari componenti dei propulsori Aprilia, che solitamente girano a regimi molto alti. Alla nostra domanda di quale lavoro abbia comportato la nuova regola della Superbike, che limita ad otto il numero dei motori utilizzabili in un’intera stagione, Manganelli precisa che l’obiettivo è stato raggiunto lavorando sugli attriti, senza diminuzioni di potenza. «Abbiamo studiato le aree del motore potenzialmente critiche ed abbiamo migliorato alcuni componenti che hanno permesso non solo di mantenere intatta la potenza del propulsore, ma in alcuni casi l’abbiamo anche potuta aumentare. La nostra esperienza – continua il responsabile motori – deriva dai motori Superbike ma anche da quelli CRT, un campionato dove eravamo già soggetti a limitazioni nel numero dei motori. Siamo quindi pronti ad affrontare questa regola anche nelle derivate dalla serie»
Il reparto dinamica
Passiamo ora al settore dove si effettuano i calcoli e le simulazioni dinamiche delle moto sia in pista che in particolari condizioni di stress meccanico e termico. Studi effettuati dall’Ing. Castiglioni ed utilizzati poi dalla Dottoressa De Cia, il cui lavoro ci ha molto interessato. Questa dottoressa in matematica, grazie ad un software dedicato, riesce a simulare il comportamento delle moto in un giro di pista, in uno qualsiasi dei circuiti dove si svolgono le competizioni. Inserendo i dati della centralina, si possono simulare alcuni giri di pista che potranno quindi dare un idea di quale tipo di settaggio elettronico possa essere adatto ad uno specifico circuito, facendo risparmiare molto tempo ed evitando prove pratiche in pista. «Manca solo la variabile umana – ha commentato la De Cia rispondendo alle nostre domande – che qui noi inseriamo in modo costante, ma che poi in pista può fare la differenza». Il fantastico programma con il quale lavora la dottoressa, studia le traiettorie in base all’erogazione del motore e del controllo elettronico e simula il giro di pista perfetto in ogni circuito. Penso che potremmo trascorrere intere giornate su questo computer... se fossimo in grado di utilizzarlo.
Nemmeno il tempo di abbassare lo sguardo e ci ritroviamo davanti ad una delle moto che stanno preparando per Melandri, mentre nel box accanto si studiano nuovi accorgimenti per la nuova Capo Nord
Officine
A questo punto non resta che scendere nelle officine dove molte delle spiegazioni dei gentilissimi e competenti tecnici Aprilia ci sfuggono, presi come siamo da guardare da vicino e dal poter toccare con mano moto ed oggetti che hanno fatto la storia delle competizioni motociclistiche mondiali. Dalla 500 due cilindri due tempi di Harada e del povero Romboni, alla numerose carene appese al soffitto ed appartenute a Stoner, Simoncelli, Haga, Corser, Rossi, Capirossi, Luthi e a decine di altri famosi piloti. Nemmeno il tempo di abbassare lo sguardo e ci ritroviamo davanti ad una delle moto che stanno preparando per Melandri, mentre nel box accanto si studiano nuovi accorgimenti per la nuova Capo Nord. Ci gira la testa, ma cerchiamo di proseguire e di capire quali lavorazioni si svolgano nelle varie officine.
Il reparto sospensioni
Passiamo così dal reparto sospensioni, dove nascono i forcelloni creati dal pieno così come quelli stampati e saldati. Più avanti possiamo vedere una RSV4 sulla quale è stato appoggiato un "pilota" interamente in vetroresina. Un manichino in fibra di vetro (per il quale ci dicono sia stato preso come riferimento Biaggi) e grazie al quale si possono fissare alla moto cupolini e carene, prima che le stesse vengano portate nella galleria del vento dell’Università di Perugia, dove si valuteranno i carichi aerodinamici che alle alte velocità diventano importantissimi per la stabilità e la velocità del mezzo. Il manichino serve quindi per avere il riferimento di un pilota sulla moto, per poter valutare le dimensioni ed il giusto posizionamento delle carene, del cupolino, delle pedane e di tutta quella che può essere considerata la carrozzeria della moto.
I banchi prova dei motori
Entriamo nell’officina dove si preparano i serbatoi e a seguire in quella dove si producono le piastre di sterzo, per poi arrivare ad uno dei reparti più importanti dove sono posizionati ben otto banchi prova motore. Ammiriamo, dall’altra parte del vetro, un banco dinamico in funzione, sul quale un motore sta girando da alcune ore, sotto l’attento controllo di due tecnici. Il banco prova è ovviamente una parte determinante nello studio e nella preparazione dei motori, sia da corsa che di produzione. Per quanto riguarda quelli dedicati alle competizioni, si prende solitamente come riferimento la pista di Monza e si simulano dai 15 ai 20 giri per volta. Dopo di che si scaricano i dati, si valutano i trascinamenti, gli attriti ed i consumi e successivamente si può intervenire sui vari organi del motore che si intendono analizzare. Nel banco prova che vediamo al lavoro, l’aria può essere forzata negli air box simulando una velocità massima limite di circa 320 Km/h. Giocando sulla pressione dell’aria si può incrementare o diminuire la potenza del motore. Il tutto utilizzando ovviamente le centraline provenienti dal reparto elettronico. Tutti le varie fasi sono infatti collegate ed i diversi reparti lavorano a stretto contatto tra di loro, scambiandosi una grande mole di dati.
Assemblaggio motori
La nostra visita si conclude nel reparto assemblaggio motori. Uno spaccato ci mostra la differenza tra la distribuzione a catena e quella a caduta di ingranaggi, ma soprattutto possiamo vedere la base di partenza che i motoristi Aprilia stanno utilizzando, per sviluppare il nuovo propulsore GP. Quello che verrà poi utilizzato sulla moto che nel 2016 parteciperà al campionato mondiale MotoGP con i colori Aprilia.
Torniamo negli uffici per raccogliere le idee e riordinare i nostri appunti, ancora colpiti da quanto abbiamo visto. Un reparto corse che raccoglie anni di studi e di esperienze per know-how unico, che rappresenta senza dubbio un vero tesoro non solo per il gruppo Piaggio, ma per tutto il settore motociclistico italiano. E’ grazie a queste conoscenze, alle esperienze più che decennali dei tecnici, ai programmi ed ai macchinari appositamente realizzati che la nostra industria motociclistica può competere con i produttori stranieri. Un brivido ci percorre la schiena quando ci ricordiamo che alcuni anni fa tutto questo poteva passare nelle mani di un costruttore coreano. Ma per fortuna non è successo.
Il gruppo Piaggio che ha acquistato Aprilia continuerà ad investire sulla progettazione, sullo studio di nuovi modelli e di nuove tecnologie, che verranno affinate e perfezionate grazie alle competizioni, ma che poi verranno messe a disposizione di tutti noi motociclisti sulle moto a marchio Guzzi, Piaggio, Gilera, Derbi e Aprilia. Un’eccellenza italiana che va mantenuta e salvaguardata e che ci permette di eccellere non solo sulle piste, ma anche su tutti i maggiori mercati mondiali.
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