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Non tutti i mali vengono per nuocere. Quando Michel Fabrizio gli ha chiesto di essere lasciato libero per poter approdare al team Pata Honda, probabilmente ad Andrea Petricca è mancato il terreno sotti i piedi. Va detto che il rapporto tra di loro non era più quello di inizio stagione, anche a causa di uno sponsor che aveva creato non pochi problemi alla squadra romana. Ma ritrovarsi a pochi giorni dal round di Istanbul senza pilota e con una situazione economica ancora difficile, anche se in via di risoluzione, non è cosa facile. Con lo spirito di chi è abituato a combattere e potendo contare sull’appoggio e sulla fiducia della sua squadra, a Petricca è venuto in mente Toni Elias. Lo spagnolo, a corto di stimoli in Moto2, era stato visto a Imola Superbike, dove aveva sondato il terreno in vista di una sua possibile futura sistemazione nel campionato delle derivate dalla serie. Una telefonata e tra i due è scoccata la scintilla. Due giorni dopo lo spagnolo era a Milano per firmare il contratto con Red Devils ed imbarcarsi poi alla volta di Istanbul.
Elias ha 30 anni ed è stato campione del mondo di Moto2 nel 2010. Sembra un secolo, ma è successo solo tre anni fa. Nello stesso anno il team romano partecipava alla Superstock 1000 FIM Cup. Un inizio difficile con Lacalendola, ma poi il cambio. Arriva Lorenzo Zanetti e va spesso sul podio. L’anno successivo ancora in Stock 1000 e ancora un inizio difficile con Boscoscuro, ma dopo qualche gara si cambia ancora. E’ Niccolò Canepa a salire sulla Ducati Red Devils e anche in questo caso i podi non tardano ad arrivare. Nell’anno successivo, siamo nel 2012, il team italiano fa il grande passo e porta Canepa nel mondiale Superbike.
In un momento economicamente difficile come quello attuale, dove sono più i team che smettono di quelli che crescono, la squadra di Andrea Petricca nel 2013 passa da Ducati ad Aprilia ed ingaggia Michel Fabrizio. L’inizio è di quelli da ricordare visto che a Phillip Island Michel sale sul podio in gara uno. In seguito però i risultati non arrivano ed il rapporto tra pilota e team si incrina, anche a causa di uno sponsor che se ne va sul più bello. Sul manager italiano si addensano subito nubi nere e corvi gracchianti, che prevedono che il team presto cesserà la propria attività. Ma è quando il gioco si fa duro che i duri iniziano a giocare e nel momento difficile la squadra fa quadrato e riesce ad andare avanti. Fabrizio però non ci crede più e se ne va quando vede che c’è una sella ufficiale libera. Game over? Nemmeno per sogno. Si cambia ancora una volta. Dal cilindro di Petricca spunta Toni Elias, che debutta in Turchia ma per il team è come essere in Australia. Questa volta il podio non arriva, ma Toni fa due grandi gare a ridosso dei primi, dopo essere salito per la prima volta sulla sua RSV4 venerdì ed aver fatto due soli turni sull’asciutto.
Visti i suoi risultati al suo debutto cosa ci dobbiamo aspettare da Toni nelle prossime gare?
«Elias ha fatto davvero due grandi gare. Sesto nella prima dopo uno spettacolare duello con Davide Giugliano e addirittura quinto nella seconda. Prima di gara due mi ha chiamato in disparte e mi ha detto : “Mi avevate detto di non prendere grossi rischi e di fare la mia gara, ma io alla prima curva ero troppo teso ed ho perso molte posizioni. Ora ho capito che mi devo buttare dentro senza pensare troppo e che devo correre come piace a me. Vedrai che farò meglio”. Ha corso con impeto e grinta, ma anche con la testa, interpretando al meglio le due gare. Ora dobbiamo aiutarlo a sistemare la nostra RSV4 come lui preferisce per metterlo in condizioni di stare con gli ufficiali».
In Superbike Elias è sembrato rinato.
«E’ un ragazzo sensibile ed intelligente. Avrebbe potuto restare in Moto2, in un mondiale forse più blasonato ma dove aveva poche possibilità di fare dei risultati. Ha capito che qui aveva la possibilità di correre in una squadra competitiva e con una moto competitiva. Non ha avuto paura di rimettersi in discussione perché sa che qui può vincere. In Superbike Toni può avere un futuro e questi quattro round che faremo assieme serviranno sia a noi che a lui per conoscerci meglio e per programmare la prossima stagione».
Cosa farà la tua squadra nel 2014?
«Stiamo già lavorando per il prossimo anno, soprattutto per evitare le difficoltà che abbiamo incontrato nel 2013. Ad inizio stagione uno dei nostri sponsor non ha mantenuto gli accordi presi e noi ci siamo trovati in grossa difficoltà. Non è stato facile andare avanti e se l’ho potuto fare è stato grazie ai ragazzi della mia squadra che hanno sofferto con me e mi hanno sempre dimostrato affetto e comprensione. Una squadra vera si vede nei momenti difficili e la nostra si è dimostrata davvero una grande squadra. Uno dei motivi per cui ho stretto i denti e sono andato avanti è stato proprio per non deludere queste persone eccezionali che nel loro lavoro mettono tanta passione. Devo poi ringraziare anche mia moglie che mi è stata vicina e mi ha sempre spinto ad andare avanti. Ora stiamo uscendo da questa situazione, abbiamo un pilota come Toni Elias e quindi vogliamo proseguire. Per il prossimo anno vorremmo schierare due piloti, uno in Superbike ed uno in Stock Evo».
Quindi il team Red Devils non solo non lascia, ma addirittura raddoppia?
«Sì, in Superbike vogliamo continuare con Aprilia, con la quale si sta instaurando un ottimo rapporto di collaborazione. Con l’esperienza fatta quest’anno sulla RSV4 pensiamo di poter competere ai massimi livelli. Vogliamo schierare anche una Evo perché ci vogliamo preparare a quella che sarà la categoria del futuro, ma anche perché ci permetterà di allargare ed incrementare la nostra collaborazione con Aprilia, sino a diventare per loro un team di riferimento».
E i piloti?
«Per la Superbike la priorità è quella di confermare Toni, ma se così non fosse, la mia squadra ha sempre puntato su piloti italiani giovani e di talento. L’unico che corrisponde a questo identikit è Davide Giugliano. E’ risaputo che nutro una grande stima per lui. Sta facendo bene con l’Aprilia del team Althea ed in futuro mi piacerebbe molto lavorare con lui. Per quanto riguarda invece la Evo dobbiamo ancora incontrarci con la casa di Noale per comprendere quali siano le esigenze comuni, in modo da iniziare una collaborazione anche in questa nuova categoria. Probabilmente ci orienteremo su un giovane che possa lavorare con noi per qualche anno».
Ti aspettavi che Michel volesse andarsene dalla tua squadra?
«Il rapporto con Michel è anche legato al nostro problema con lo sponsor, ma la svolta è avvenuta al Nurburgring. Dopo l’infortunio di Rea, Fabrizio che crede molto nelle proprie capacità, non ha voluto perdere l’occasione di salire su di una moto ufficiale, con l’obiettivo di restarci anche il prossimo anno. Lo posso capire e per questo gli auguro tutto il bene possibile. Lo ringrazio per quanto ha fatto con noi, ma ormai lui appartiene al passato. Ora il presente si chiama Toni Elias e devo dire che siamo stati fortunati a sostituire Fabrizio con un ex campione del mondo che domenica ad Istanbul ha dimostrato di cosa sia capace».
In Turchia siete tornati competitivi come era già successo in Australia.
«E’ stata una giornata indimenticabile. Elias ha dimostrato di essere un campione, ma anche di far parte di un team che può competere ai più alti livelli. Siamo tornati nelle posizioni di inizio stagione ed abbiamo ottenuto quei risultati che meritiamo, sia per il valore della mia squadra che per la competitività della RSV4. Ora dobbiamo proseguire il nostro lavoro e lo faremo con un grande entusiasmo. Solo io e la mia squadra sappiamo cosa abbiamo passato e quanto sia difficile lottare con i team ufficiali nel mondiale Superbike. Per questo i risultati di domenica assumono per noi un valore del tutto particolare».