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Niccolò Canepa è stato autore di un round di debutto di alto livello nella neonata classe EVO, in sella alla Ducati 1199 Panigale R EVO del Team Althea Racing. L'ex campione della Coppa FIM Superstock 1000 è stato intervistato da WorldSBK.com ed ha parlato a tutto tondo della sua nuova avventura, della squadra e della moto, nonché del presente, del passato e del futuro della sua carriera.
Fortissimo in prova ed in qualifica, secondo in gara. Come giudichi il tuo weekend di Phillip Island?
«E' chiaro che, dopo essere andato forte in prova, la voglia era quella di vincere. A posteriori però, alla luce dei pochi dati a nostra disposizione, è evidente che due secondi posti sono due ottimi risultati. C'è da dire che Salom ha girato molto durante l'inverno, mentre noi non siamo scesi in pista prima di Phillip Island. In gara è stata la prima volta in cui abbiamo messo insieme venti giri consecutivi, c'è da lavorare molto ed io devo ancora adattarmi completamente alla moto. Dalle due gare abbiamo però capito tante cose e per questo sono sicuro che abbiamo un gran margine per il resto della stagione».
Come ti trovi con la squadra?
«Con la squadra mi trovo benissimo, il livello di preparazione è altissimo, non a caso sono stati Campioni del Mondo. Qualsiasi mia richiesta viene presa in considerazione e studiata ed il lavoro durante il weekend è perfetto. C'è già un ottimo feeling tra di noi nonostante il poco tempo trascorso insieme, ma sono sicuro che il gruppo diventerà ancora più compatto con il passare della stagione. Rispetto al passato in WSBK questo è un salto in avanti enorme per me, perché si tratta di un team privato di alto livello che gode del supporto di Ducati, avendo un loro ingegnere che lavora costantemente con noi. Per me si tratta di una grande iniezione di fiducia».
Credi che la Panigale sia la moto giusta per far bene nella EVO?
«Secondo me sì, come penso farà bene in Superbike. L'anno scorso non era uscito il vero potenziale di questa moto, vuoi per vari motivi e soprattutto per gli infortuni dei piloti titolari. Già dall'anno scorso ero convinto che la Panigale è una moto che funziona, a maggior ragione ora che c'è un anno di esperienza in più. Sono sicuro che sia Davide (Giugliano) che Chaz (Davies) si toglieranno delle soddisfazioni, così come noi nella EVO d'altronde. In questo modo possiamo gettare le basi per un 2015 ad altissimo livello. Se riusciamo a raccogliere i dati giusti e a lavorare nel modo giusto, per far sì che la moto dell'anno prossimo sia ancora meglio».
La parte di motore ed elettronica sono tali e quali a quelle della moto Stock, quindi in questo ambito la differenza con le Superbike è tanta. Tutta la parte della ciclistica, della frenata e della posizione di guida è Superbike
Quanto in proporzione la tua moto è una Superbike e quanto una Stock?
«Credo sia proprio un 50 e 50. La parte di motore ed elettronica sono tali e quali a quelle della moto Stock, quindi in questo ambito la differenza con le Superbike è tanta. Tutta la parte della ciclistica, della frenata e della posizione di guida è Superbike, quindi dall'esterno è anche difficile notare le differenze. E' ovvio però che il motore e l'elettronica sono una parte importantissima della moto».
Pensi ad un futuro da pilota ufficiale in Ducati?
«Per ora non di certo. Davide e Chaz hanno un contratto di due anni, quindi di sicuro non nel 2015. Poi comunque stiamo facendo un buon lavoro con Genesio (Bevilacqua) e vorrei che questo continuasse il prossimo anno. Siamo partiti praticamente da zero, sapevamo che all'inizio sarebbe stato difficile ed invece abbiamo iniziato al meglio. Il lavoro che Genesio ha fatto con Davide è stato eccezionale e spero che possa fare ancora meglio con me. E' una persona di grandissima esperienza, che dà tantissimi consigli durante il weekend, va a bordo pista a vederti quando giri. Ti sa dare quell'esperienza in più che tanti team manager con cui ho lavorato in passato non mi hanno saputo dare».
Cosa ti aspetti dal secondo round?
«Aragon non sarà una pista facile per noi come potrebbe essere invece Imola o Laguna Seca, però sicuramente abbiamo dalla nostra un'esperienza in più, con tante cose che abbiamo capito da Phillip Island. E' una pista che mi piace, l'anno scorso ho fatto secondo in Superstock 1000, un tracciato dove generalmente vado bene. Secondo me quindi si può far bene anche lì».
Come vedi il tuo ex team nel 2014?
«Alla grande. Mercado, oltre ad essere un amico, è un pilota secondo me molto veloce. Il Barni Racing è un team eccezionale, non mi posso lamentare di nulla del tempo trascorso con loro, non solo per i risultati ottenuti. La squadra è stata perfetta ed inoltre Mauro Barnabò è molto simile a Genesio, cerca sempre di darti una mano ed una volta che sposa la causa dà veramente tutto sé stesso per far andare bene le cose. Non ti vede come un semplice cliente. Penso che quest'anno possa puntare al titolo che si merita, soprattutto dopo aver chiuso secondo per due anni di fila».
In ottica 2015 non sarà più così importante fare parte di un team ufficiale o di uno privato.
«Assolutamente. Non dimentichiamoci che Salom corre con una moto ufficiale, perché lui fa parte del team interno, quindi possiamo dire che già stiamo lottando con una squadra ufficiale e credo che l'anno prossimo potrà essere ancora così».
Sarà una stagione molto combattuta, sarà difficile fare la differenza
Ad Aragon rientreranno diversi piloti EVO che hanno dovuto saltare Phillip Island a causa di infortuni, o che hanno corso non al meglio delle proprie condizioni.
«Da quello che ho visto a Phillip Island sarà una stagione molto combattuta, sarà difficile fare la differenza e solo in gara 2 io e Salom siamo riusciti a staccare un pochino gli avversari. Sono sicuro che il talento di Barrier, di Fabrizio, di Guarnoni e di Scassa verrà fuori. Ad Aragon tutti conosceranno la pista, quindi mi aspetto una bella battaglia».
E anche Foret…
«Foret è andato fortissimo, è un pilota di grande talento ed esperienza. In gara riesce sempre a tirare fuori quel qualcosa in più rispetto alle qualifiche, e lo si è visto negli anni in Supersport. Anche lui in Europa sarà molto forte».