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Carlos Checa si ferma e non disputerà le due gare di Monza. Il pilota del team Ducati Alstare soffre per un edema osseo riscontrato alla testa dell’omero della spalla sinistra e a nulla sono valse le terapie antiinfiammatorie alle quali Carlos si è sottoposto sia in Spagna che qui in Italia. Il dolore è più forte della sua voglia di correre e rischiare di peggiorare la sua situazione fisica su di un circuito dove, come si è visto anche nelle prove di ieri, la nuova Panigale non è ancora in grado di competere con le quattro cilindri avrebbe poco senso. Checa ha quindi deciso in accordo con il proprio team di fermarsi e di curarsi per poi rientrare a fine mese nel round di Donington.
Con il forfait di Checa e quello del team di Clementi scende a diciotto il numero dei piloti Superbike in gara a Monza. Non è un momento facile per la casa di Borgo Panigale che oltre ai problemi di sviluppo della nuova 1199 ed ai vari infortuni che da inizio stagione hanno colpito i suoi piloti (Badovini è ancora dolorante al collo dopo le cadute di Aragon ed Assen) deve fare i conti anche con le esternazioni di Batta che ha criticato il nuovo responsabile racing Ducati Bernhard Gobmeier reo di non ver appoggiato il suo progetto che prevedeva di utilizzare Biaggi in qualità di tester per una serie di prove sulla Panigale. Ci sembrava strano che una persona scaltra ed intelligente come il manager belga avesse preferito utilizzare i media per lanciare un forte attacco ai vertici del settore corse Ducati, anziché optare per un confronto diretto con gli stessi e per questo lo abbiamo intervistato per sapere dalla sua viva voce (ascolta la sua intervista) come stanno le cose.
Al momento mi sento come una Ferrari che però non può mai mettere le marce alte
Cosa ci puoi dire sul suo sfogo, riportato da alcuni media?
«Si è trattato proprio di uno sfogo, nato dalla frustrazione dovuta al fatto di non sentirmi pienamente coinvolto e direi sfruttato dalla Ducati. La casa italiana deve prendere il meglio dalla mia squadra, ma al momento mi sento come una Ferrari che però non può mai mettere le marce alte. Il mio team si sente Ducati al 100% ed è pronto a lavorare giorno e notte per riportare il marchio italiano ai vertici della Superbike. Quando ho fatto la mia scelta sapevo che si trattava di una scelta difficile, ma è una sfida che mi piace e che non mi spaventa. I miei tecnici possono e vogliono dare tanto alla Ducati».
E il discorso Biaggi quanta parte ha avuto nel tuo sfogo?
«Avevo parlato con Biaggi a Phillip Island. Lui ha smesso di correre ma forse non nella sua testa. Io sono convinto delle sue grandi qualità come pilota, tester e anche a livello mediatico. Gli avevo fatto questa proposta: possiamo creare un test team dove Biaggi è il pilota, Alstare contribuisce con la sua struttura ed i suoi tecnici e Ducati con i propri ingegneri. Organizziamo una dozzina di test, possibilmente il lunedì dopo le gare per sviluppare la Panigale, ma anche per fare marketing, invitare i giornalisti ed i nostri sponsor. In questo modo avremmo avuto la possibilità di fare dei test al top, che ci avrebbero consentito di guadagnare tempo ed arrivare prima a rendere competitiva la nostra moto. Ho informato per email il sig. Gobmeier di questa mia proposta, ma lui mi ha risposto che i tempi non erano maturi per questo tipo di operazione. Da quel momento, cioè da Aragon, il discorso si è chiuso. Era tutto definito con Max compreso il suo ingaggio e compreso un accordo con uno sponsor che avrebbe coperto una parte del budget necessario. Io però ritengo che la mia sia un’idea ancora valida specialmente se pensiamo che ora Carlos non è in grado di correre per problemi fisici».
Ora che Gobmeier è qui a Monza vi siete chiariti?
«La situazione ora è chiara e penso che il sig. Gobmeier rilascerà nei prossimi giorni un comunicato stampa nel quale chiarirà la posizione di Ducati ed il ruolo del mio team nel progetto Ducati Superbike. Due entità che devono lavorare insieme in sinergia. La parola chiave è sinergia».
Questa la dichiarazione di Batta. Il manager belga si è evidentemente sentito sottovalutato e forse anche tradito dalla Ducati che non solo – a suo parere – non sfrutta tutto il potenziale della sua squadra, ma che non ha appoggiato un progetto che poteva effettivamente dare una grande spinta non solo al progetto Panigale, ma anche all’immagine Ducati, che negli ultimi anni ha dovuto subire prima il ciclone Rossi ed ora una moto nuova che tarda a diventare competitiva. Restiamo ora in attesa che anche la Ducati dica la sua per voce di Gobmeier, presente da questa mattina nel paddock di Monza.