SBK. Le pagelle del GP di Imola

SBK. Le pagelle del GP di Imola
Sykes domina, Laverty e Giugliano cadono. Melandri è frenato dai problemi della sua BMW mentre Guintoli si arrende solo al motore della sua RSV4. La sfiga di Fabrizio ed il lento declino di due icone della Superbike | C. Baldi, Imola
1 luglio 2013

Punti chiave

 

Tom Sykes inizia a prenderci gusto e dopo la doppietta messa a segno a casa sua, a Donington, ne ha piazzata un’altra anche qui a Imola, in quella che doveva essere la tana del lupo di Melandri e della Ducati. Una mezza delusione il primo, una delusione completa la seconda. Quelle di oggi sono state due gare che hanno cambiato il volto di questa stagione 2013. Per la prima volta Guintoli non ha preso punti e la conseguenza è stata la perdita della leadership del campionato a favore del missile verde con il numero 66.

Una lieta conferma (e non più una sorpresa) è venuta da Giugliano, che dopo aver conquistato la prima fila, è salito sul secondo gradino del podio in gara uno, riuscendo a restare attaccato a Sykes per ben tredici giri, prima che Tom ingranasse un’altra marcia e mettesse al sicuro la vittoria in soli due giri. Forse non è un caso che i piloti che hanno occupato i primi due gradini del podio in gara uno, siano stati proprio quelli che a Portimao avevano vissuto una seconda gara difficile. La grande voglia di rivincita ha certamente rappresentato per loro una grande motivazione.

La caduta di Giugliano in gara due ha tolto di mezzo l’unico che potesse infastidire Sykes ed il risultato è stato una gara alquanto noiosa, con pochi sorpassi e senza colpi di scena, se si esclude la caduta di Laverty. Un'altra incompiuta per il pilota inglese, passato dall’altare della prima manche alla polvere della seconda. Ma se lo spettacolo è mancato in gara due, non è mancato sugli spalti e sulle colline del circuito del Santerno. Ben 48.000 persone hanno infatti assistito alle prove ed alle gare della Superbike in questo weekend di fine Giugno, alla faccia della crisi e del caro benzina. Ma oltre al pubblico a Imola non sono mancati anche alcuni dei protagonisti del passato della Superbike, da Bayliss a Chili, da Corser a Tardozzi, oltre all’immancabile Giancarlo Falappa, che domenica ha compiuto 50 anni.

Lunedi tutti i team della Superbike restano a Imola per disputare una giornata di test voluta dalla Pirelli, ma che sarà utilissima a chi, come la BMW e la Ducati ha ancora qualche problema da risolvere.
Ma ecco i nostri voti ai protagonisti del weekend di Imola

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Le pagelle


Tom Sykes
Mai come in questo caso il 10 e lode (Superpole, gara uno e gara due) è pienamente giustificato. Sesta Superpole, quarta e quinta vittoria stagionali e primato in classifica. Cosa poteva chiedere di più? L’inglese della Kawasaki inizia a rendersi conto di poter vincere un campionato che lo scorso anno gli è sfuggito per mezzo punto. La gomma SC0 della Pirelli ha risolto i problemi di durata che in passato limitavano le prestazioni della verdona di Akashi ed ora Tom può spingere al massimo dal primo all’ultimo giro. In gara uno si tira dietro Giugliano sino al tredicesimo giro. Poi come Hulk si trasforma, diventa (completamente) verde e in due giri stacca Davide di tre secondi. Da paura. Sembra che sia proprio il suo anno. Voto 10 e lode


Davide Giugliano
Il pilota del team Althea è talentuoso, ma giovane ed è solo al suo secondo anno in Superbike. Logico quindi aspettarsi alti e bassi, Portimao e Imola. Davide sta percorrendo la strada giusta e sta maturando quell’esperienza che in un futuro prossimo gli permetterà di sbagliare meno e vincere di più. Resiste al verde Hulk per metà gara, ma poi capisce che non può vincere e allora amministra il secondo posto. Forse il Giugliano di qualche mese fa avrebbe insistito e sarebbe caduto. Scivola, ma in gara due e senza ancora aver capito bene il perché. Voto 8


Eugene Laverty
Come Giugliano, sale sul podio di gara uno e scivola in gara due, ma a differenza dell’italiano Eugene guida un’Aprilia ufficiale per il secondo anno ed è alla sua terza stagione in Superbike. Lecito attendersi qualcosa in più. Campione o solo un buon pilota? Resta in lotta per il titolo, ma sono già quattro le caselle vuote nella sua classifica (anche per colpe non sue). Voto 7,5


Jonathan Rea
Si è capito subito che a Imola Johnny non avrebbe potuto vincere, però lui ci ha provato ed ha dato il massimo. Dopo unìottima Superpole (secondo) è scivolato in gara uno e si è preso subito la rivincita nella seconda. Però 110 punti da recuperare ad uno scatenato Sykes sono davvero troppi e a Imola l’inglese ha dato definitivamente l’addio al campionato. Johnny prima di andare in MotoGP prova una moto vincente in Superbike. Voto 8


Sylvain Guintoli
Il tornado verde lo ha travolto, ma c’è voluto un guasto meccanico per fargli perdere la testa della classifica. Anche questa volta lui non ha sbagliato e quando la moto lo ha assecondato è salito sul podio (per la decima volta in quattordici gare). Sykes ne ha di più, ma se vorrà vincere il titolo dovrà battere la resistenza di questo cocciuto francese. Voto 7,5


Marco Melandri
Ci teneva a far bene davanti al suo pubblico, ma alla fine porta a casa due medaglie di legno, due quarti posti, senza aver mai lottato per le posizioni di vertice. Questa pista non è adatta alla sua BMW, ma il suo rischia di diventare un campionato deludente per un pilota che era tra i favoriti nella corsa al titolo. Colpa sua? Colpa della moto? Di entrambi? I test di Imola arrivano a proposito per Marco e per la sua squadra. Voto 6


Michel Fabrizio
Forse non sarà una parola elegante, ma se vogliamo chiamare le cose con il loro nome, a Imola Michel ha avuto veramente sfiga. Su una pista che da sempre si addice alle sue caratteristiche di guida e dove Michel aveva già vinto una gara in passato, gli sarebbe bastato partire in una delle prime due file per fare una gara da podio. Invece il motore della sua Aprilia ha fatto i capricci proprio all’inizio di fase due della Superpole, costringendolo a partire dalla quarta fila. In gara uno ha fatto una rimonta memorabile, girando sui tempi dei primi. Nella seconda invece non è andato altrettanto bene ed ha chiuso solo ottavo. E’ in credito con la Dea bendata. Voto 6,5


Chaz Davies
In prova naviga nelle retrovie ma poi in gara ritrova un poco del suo carattere e raccoglie un sesto ed un quinto posto. Pochino per un pilota ufficiale. Da qualche segnale di ripresa nella seconda manche, quando si trova a lottare con il suo compagno di squadra, ma alla fine perde il duello. Certo la moto non lo aiuta, ma questo non è il Chaz che piace a noi. Voto 5,5


Leon Camier
L’idolo delle ragazzine (e delle donne) raccoglie più consensi senza casco che con il casco. A suo discapito va detto che la sua Suzuki si dimostra lenta e difficile da guidare sui saliscendi di Imola, però in altre occasioni ci era sembrato più determinato. Guida meglio ora di quando era ufficiale Aprilia, ma anche il livello della SBK è salito. Voto 6


Ayrton Badovini
I tanti attesi progressi conseguenti all’eliminazione degli air restrictors non si sono visti, ma almeno in prova Badovini ha saputo risvegliare lo spirito Ducati e ha fatto battere i cuori desmodromici. Poi in gara la musica è diversa, ma lui ci mette il cuore e meriterebbe risultati migliori. Anche per lui i test di Imola arrivano al momento giusto, ma la stagione resta in salita. Voto 6


Carlos Checa
La causa di questa tremenda débacle è più psicologica che tecnica. Carlos era arrivato a Imola pesando di dare finalmente una svolta alla sua stagione. I risultati e le cadute lo hanno invece demoralizzato e lo spagnolo non si è più ripreso. Che la sua Panigale navighi nei problemi è risaputo, ma a Imola i problemi non sono certamente peggiorati. Anzi come il suo compagno ha dimostrato in prova, c’era la possibilità di far bene. Speriamo che Checa si riprenda presto anche se il circuito di Mosca non è certo uno dei migliori per lui e per la sua 1199. Ma è ormai chiaro che non ci sono circuiti favorevoli o contrari per una moto che deve essere ancora pienamente capita e sfruttata. Voto 4


Noriyuki Haga
Purtroppo si è verificato quello che in molti si aspettavano. Questo Haga non è che il nonno del pilota che entrava di traverso in curva e che si gettava a capofitto nelle discese mozzafiato di Brands Hatch. Gli anni passano per tutti e a Imola Noriyuki ha occupato l’ultima posizione sia nelle qualifiche che nelle due gare. Ma non facciamone un dramma. Siamo stati felici di rivedere nel paddock uno dei piloti che ha fatto la storia della Superbike e queste sue modeste prestazioni non cancellano le sue imprese passate. Diciamo che si è allenato per la 8 ore di Suzuka. Voto 5

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