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Tom Sykes ce l’ha fatta e si è portato a casa un titolo meritatissimo. Ma della vittoria del simpatico pilota inglese abbiamo già parlato e continueremo a parlare anche in seguito e quindi vediamo invece di analizzare ora cosa è successo in questo ultimo weekend del mondiale Superbike 2013. Il campionato delle derivate dalla serie è tornato a Jerez dopo 23 anni ed il pubblico spagnolo l’ha accolto bene. Non c’era il pubblico che solitamente assiste alla GP, ma sono comunque stati oltre 24.000 gli spettatori che hanno assistito al trionfo di Sykes. E’ stato un fine settimana intenso, vivacizzato dalle voci di mercato (che in qualche caso sono più di semplici voci) e che in molti ricorderanno non solo per il titolo di Sykes, ma anche per l’addio di Carlos Checa, il campione spagnolo con il quale se ne va un’epoca. E’ stato il round che ha visto il debutto di Romano Albesiano al posto di Gigi D’all’Igna (a breve potrete leggere una nostra intervista al nuovo responsabile di Aprilia Racing) e di Fores e Barrier in Superbike.
Abbiamo assistito alla doppietta di Laverty, che ha anche regalato all’Aprilia il titolo costruttori. E parlando di case costruttrici, balza all’occhio la crisi della Honda che, da quando ha perso Rea per infortunio ha iniziato una fase calante che si spera abbia toccato il suo apice negativo qui a Jerez, con i due ritiri di Haslam ed il quattordicesimo e diciassettesimo posto di Fabrizio. Il 2013 è stato l’anno più difficile di sempre per la Ducati che in Superbike aveva sempre avuto un ruolo da protagonista, ma che quest’anno chiude con due Superpole ed un solo podio (terzo posto di Badovini a Mosca). E’ stata l’ultima gara in Superbike per la BMW, che chiude la sua avventura mondiale dopo anni di grandi investimenti, che hanno fruttato solo qualche vittoria in gara, ma nessun titolo mondiale. Quelle di Jerez sono state anche le ultime due gare nelle quali vedremo in pista solo Superbike. Dal prossimo anno gareggeranno assieme alle Evo, che poi saranno le uniche protagoniste a partire dal 2015.
La Superbike cambia faccia. Evviva la Superbike (Evo) !
Già in aria 2014 sono i test in programma questa settimana. Alcuni team resteranno infatti a Jerez: lunedi sarà il solo Mercado a provare una Kawasaki del team Pedercini in versione Evo, mentre martedì Melandri salirà per la prima volta sulla RSV4 Factory e Rea proverà assieme ad Haslam a migliorare l’elettronica della CBR Honda, accertandosi che la sua gamba sia completamente guarita.
Marco Melandri
Fa una buona Superpole e in gara uno sale sul podio dopo aver duellato con Laverty, ma commettendo un errore di valutazione proprio all’ultima curva, che gli costa la vittoria. In gara due preferisce non scendere in pista a causa del dolore alla caviglia, infortunata in settimana cadendo dalle scale. Era la sua ultima gara con il team BMW nel quale è stato per due anni. Non ci piace commentare le decisioni dei piloti, ma in questo caso quella di Marco è una rinuncia che non ci è piaciuta per niente. Abbiamo visto piloti correre con infortuni ben più gravi e altri portare a termine gare in condizioni difficili, solo per rispetto nei confronti del lavoro dei propri tecnici. Dopo due anni il suo team avrebbe meritato un saluto migliore. Se ha male alla caviglia allora martedì non potrà nemmeno salire sulla RSV4. O no? Voto 4
Eugene Laverty
Nelle ultime nove manche disputate è sempre salito sul podio : cinque vittorie, due secondi e due terzi posti. Impressionante. Ha raggiunto una continuità di rendimento spaventosa, che gli ha consentito di rendere la vita dura a Sykes sino alla penultima gara. E’ giovane e destinato ad un grande futuro. E l’Aprilia lo lascia a piedi per tenersi Guintoli. Certo il mondo è proprio strano. Voto 10
Sylvain Guintoli
Nemmeno nelle ultime due manche il francese ha dimostrato di meritarsi non diciamo il titolo mondiale, ma almeno un’ Aprilia ufficiale. Termina il mondiale con una sola vittoria all’attivo ed una serie innumerevole di piazzamenti. Un buon campionato se sei un pilota privato, ma una vera delusione se invece hai avuto a disposizione la moto ed il team campioni del mondo. Voto 5
Toni Elias
Senza Checa era lui l’idolo degli spagnoli. Toni ce l’ha messa tutta per non deluderli ma non è mai stato in grado di inerirsi nella lotta per il podio. Pur partendo dalla seconda fila ha perso subito il trenino giusto e si è dovuto accontentare di due piazzamenti. Corre in un team privato ed ha disputato poche gare in quella Superbike dove gli piacerebbe restare. Voto 6,5
Davide Giugliano
La fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo. Dopo aver chiuso in testa entrambe le qualifiche, conquistato la prima fila e dimostrato di avere un passo da paura, nelle due gare di domenica Davide si è trovato sotto il sedere la sorella più brutta dell’Aprilia che aveva guidato nei giorni precedenti. Ogni volta che apriva il gas la gomma pattinava, alla faccia dell’elettronica evoluta. Fa sorridere sentire “esperti” affermare che ha guidato in modo troppo brusco. A chi non si sa prendere atto della realtà non resta che restare ancorato a vecchie etichette. Giugliano in quelle condizioni non poteva fare altro. Voto 6
Chaz Davies
Respira l’aria di smobilitazione che aleggia nel team BMW e si adegua. Settimo e quinto dopo una Superpole opaca. Dov’è finito il dominatore di Aragon? Speriamo che in Ducati sappiano risvegliare la sua grinta ed il suo talento. Voto 5,5
Leon Camier
Fa di tutto per convincere i medici che le sue sette fratture tra piede e caviglia si sono ormai saldate, compreso accedere alla fase tre della Superpole e conquistare un ottavo ed un sesto posto in gara. Stoico e pilota vero. Voto 7
Xavier Fores
Conosce la pista ma non la moto, perché la Panigale che ha guidato sino ad ora è una Stock e non una Superbike. Non vuole stupire il mondo, ma lavora con la sua squadra e dopo aver centrato l’ultima fase della sua prima Superpole in carriera, ottiene un buon nono posto in gara uno. Nella seconda un contatto con Aitchison lo mette fuori gioco. Soldatino. Voto 6,5
Mark Aitchison
Nel suo box si stanno ancora stropicciando gli occhi per quel suo quarto posto nella prima fase della Superpole. Il professorino australiano lavora in modo scrupoloso e pignolo e in poche gare porta la Kawasaki privata di Pedercini ad un netto miglioramento e a centrare la top ten in entrambe le gare di Jerez. Possibile che per lui non ci sia una SBK o una Evo per il 2014? Voto 7
Lorenzo Lanzi
Ora può rimettere in garage la sua 1098. Nelle sue due apparizioni nel mondiale Superbike, dopo molti mesi passati a guardare le gare in televisione, Lorenzo va sempre a punti. Manca la top ten in gara uno, ma porta a casa un ottimo settimo posto in quella successiva. Speriamo che la bella storia di Lanzi e del team Mesaroli continui anche il prossimo anno. Magari con una Evo. Voto 7