SBK. Le pagelle del GP di Sepang

SBK. Le pagelle del GP di Sepang
E’ stata la prima volta della Superbike sul circuito di Sepang, in una struttura bellissima Melandri ha dominato, bene Guintoli e Sykes | C. Baldi, Sepang
8 giugno 2014

Punti chiave

E’ stata la prima volta della Superbike sul circuito di Sepang, in una struttura bellissima, uno degli autodromi più belli ed efficienti che ci sia mai capitato di visitare. Una pista completa, con tutto quello che si potrebbe desiderare per correre in moto. Saliscendi, lunghi rettilinei, curve in contropendenza, curvoni da fare a gas spalancato e tornantini che mettono a dura prova i freni e le braccia. Purtroppo il clima non è certo dei migliori, con un caldo ed un tasso di umidità che tagliano le gambe e che hanno messo a dura prova la resistenza fisica dei piloti. Ma si sa, una volta abbassata la visiera l’adrenalina anestetizza il caldo, la fatica ed il dolore.
 

Ed è stata anche la prima volta di Marco Melandri sul gradino più alto del podio con l’Aprilia. «Non può piovere per sempre» diceva il Corvo nel film omonimo e quindi prima o poi Melandri e la sua RSV4 avrebbero trovato il modo di capirsi per sfruttare al massimo le rispettive potenzialità. E’ successo in Malesia, una pista che piace da sempre al pilota italiano e che sembra fatta apposta per la RSV4, tanto che non solo Melandri e Guintoli hanno dominato le due gare, ma anche Elias è andato vicino a comporre un podio che sarebbe stato storico per la casa di Noale.


A rendere più facile il compito dei piloti Aprilia ha senza dubbio contribuito Baz, che ha innescato la carambola alla seconda curva di gara uno ed ha tolto di mezzo l’unico che avrebbe potuto contrastare il duo Aprilia, vale a dire il suo compagno di squadra Tom Sykes. Non è la prima volta che il francese della Kawasaki mette in difficoltà il campione del mondo 2013, ma questa volta l’ha fatta grossa e fortuna ha voluto che il polso dell’inglese abbia retto all’urto (o almeno così sembra, visto che in Inghilterra Sykes si dovrà sottoporre ad ulteriori controlli). Sono incidenti che capitano nelle corse, ma che diventano eclatanti quando ad essere coinvolti sono due compagni di squadra (vedi Pedrosa e Hayden all’Estoril nel 2006). Baz è irruento, così come lo sono i piloti giovani e talentuosi. La caduta è stata innescata da un entrata troppo “allegra” di Lowes e di Baz, che hanno poi travolto anche Sykes. Episodio sfortunato e basta. Non ne facciamo un caso.


Sepang non doveva essere una pista favorevole alle Ducati e non lo è stata. Non tanto per i due rettilinei, maggiormente favorevoli alle quattro cilindri, quanto perché anche su questo tracciato come era già successo su altre piste, la Panigale consuma troppo le gomme. Esattamente come succedeva alla Kawasaki o alla BMW sino ad alcuni anni or sono. E parlando di BMW passiamo ad analizzare la classe EVO, dove Salom e Camier si sono aggiudicati le due gare malesi e dieci punti ciascuno, mentre Canepa ha raccolto un solo punto ed il quarto ritiro in dodici gare. Un serio campanello d’allarme per la Ducati nella classe EVO. In classifica però nulla è compromesso per il pilota di Genova, che deve recuperare 17 punti a Salom e ne può vantare ancora 9 sull’inglese del team BMW Motorrad Italia. La lotta per il titolo EVO è ristretta a questi tre piloti visto che il quarto, il francese Guarnoni, è già in ritardo di 37 punti. Si rivede sul podio la Suzuki grazie ad un volitivo Laverty, mentre delude la Honda, ancora alle prese con l’incubo elettronica che sembrava ormai superato, ma che invece a Sepang è tornato a far dannare Rea ed Haslam. Inizia a farsi preoccupante la situazione della MV che in Supersport è spesso sul podio mentre in Superbike ha terminato solo quattro gare su dodici. La moto di Corti in fiamme non è certo una bella pubblicità per la casa di Schiranna.

Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese


LE PAGELLE 

Marco Melandri – Finalmente abbiamo rivisto il sorriso sul volto di Marco che con la doppietta di Sepang dovrebbe aver superato il suo periodo buio. Sulla pista malese abbiamo rivisto il miglior Melandri, che studia l’avversario per poi dargli il colpo di grazia al momento giusto. Due gare perfette, senza commettere un errore. Ora che si è sbloccato e si tolto dalle spalle il peso di non riuscire a vincere con la RSV4, Melandri può tornare a pensare al titolo. Ma ci deve credere davvero. Voto 10

 

Sylvain Guintoli – Un velocissimo ragioniere. Tanto di cappello alla sua regolarità ed alla sua tenacia (assieme a Rea è l’unico pilota a non avere ancora uno zero in classifica), ma ci è piaciuto di più in gara due, quando ha provato a passare Melandri all’ultima curva (arrivando lungo) piuttosto che non in gara uno, quando non ha opposto resistenza al suo compagno di squadra. Porta a casa 40 punti e una Superpole. Vi pare poco? Voto 9

 

Tom Sykes – Colpito ma non affondato. Colleziona la sua prima casella vuota in classifica e poi in gara due dimostra che a Sepang non si poteva andare oltre il terzo posto. Troppo forti le Aprilia. In Malesia non ha mai trovato il feeling giusto con la sua Ninja, ma ora si torna in Europa e sarà dura scalzare Tom dalla vetta della classifica. Voto 8

 

Sykes dopo la caduta
Sykes dopo la caduta

Loris Baz – A Donington aveva provato a buttare in terra Sykes, senza riuscirci, mentre a Sepang ce l’ha fatta. A parte gli scherzi, va bene che i primi giri sono importanti e che lui vuole dimostrare di non aver paura di nessuno, ma per essere dei campioni non bastano talento e coraggio. Bisogna anche capire quando è il momento di rischiare e quando non lo è. Ma Baz è giovane e dagli errori si impara molto. Prima colleziona il suo primo zero in classifica e poi raccoglie un quinto posto. Pochino. Confusionario. Voto 5

 

Toni Elias – Una pista favorevole ed il lavoro del suo team lo aiutano a domare la RSV4. Nella prima gara la sua moto scivola molto e lo induce all’errore. Nella seconda è più stabile e lui fa un’ottima gara, beffando Baz all’ultima curva. Si mette dietro una marea di ufficiali, ma non sarà soddisfatto sino a quando non salirà sul podio. Anche lui come Melandri sembra aver finalmente trovato la chiave giusta per sfruttare l’Aprilia. Se si confermerà anche a Misano la Superbike avrà trovato un altro protagonista. Voto 7,5

 

Jonathan Rea – Due volte sesto in gara ed un decimo posto in Superpole, danno l’esatta immagine del weekend di Johnny. L’elettronica della sua CBR va in crisi sulle piste con poco grip e senza un mezzo adeguato nemmeno lui riesce a fare miracoli. Raccoglie 20 punti che gli consentono di restare a contatto con i primi della classe, ma deve tornare in fretta sul podio se vuole restare in lotta per il titolo. Bravo in gara uno a rimontare dopo essere stato costretto ad uscire di pista per non investire Sykes. Voto 6

 

Eugene Laverty – Non saliva sul podio dalla prima gara di Phillip Island e per tornarci ha dovuto aspettare che Baz e Lowes facessero strike. D’altronde la sua Suzuki non può stare assieme alle Kawasaki o alle Aprilia e quindi in gara uno è stato bravo ad avere la meglio su Davies ed Elias. In gara due torna nei ranghi. Certo girare il mondo per provare la Suzuki MotoGP (una caduta a Phillip Island gli ha mezzo rovinato un piede) non lo aiuta a concentrarsi sulla Superbike. Voto 7

 

Alex Lowes – Eccone un altro che si deve dare una calmata, ma lui è peggio di Baz. Troppo irruento, cade spesso ed altrettanto spesso rischia di far cadere gli altri. Qualcuno deve fargli comprendere la differenza tra coraggio ed incoscienza. Dopo aver rovinato la gara di Melandri a Donington, a Sepang contribuisce a mettere fuori causa Sykes. Quando non cade fa nono. Così non va. Voto 4

 

Davide Giugliano – Domenica mattina quando lo abbiamo visto arrivare in autodromo pensavamo che non corresse. Era pallido, con 39 gradi di febbre ed affetto da disturbi intestinali. La Clinica lo ha rimesso in piedi in qualche modo e in gara uno, se non fosse rimasto invischiato nella mischia alla seconda curva, avrebbe fatto meglio dell’ottavo posto. Nella seconda manche la stanchezza e la sua Panigale mangia-gomme hanno avuto il sopravvento. Voto 6

 

David Salom – E’ il capo classifica della EVO e sino ad ora non ha mai avuto una battuta a vuoto. Primo e secondo dei piloti della sua categoria, David lavora con umiltà ma con grande concretezza. Il suo vantaggio in classifica inizia a diventare preoccupante per i suoi avversari. Voto 8

 

Leon Camier – Fa molta fatica in prova e trova l’assetto giusto solo in Superpole. In gara uno un contatto gli fa perdere la prima posizione degli EVO, ma nella seconda non fallisce il traguardo. Pur avendo saltato le prime due manche australiane è terzo nella classifica EVO, a soli nove punti da Canepa. Cosa succederà quando Barrier potrà tornare a correre? Lasciarlo a piedi sarebbe un delitto. Voto 7,5

Ultime da Superbike