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Il Team Red Devils non compariva nella lista delle squadre che avevano fatto domanda di iscrizione alla Dorna per partecipare al mondiale Superbike 2014. Ma il team manager Andrea Petricca, non ha mai smesso di lavorare e di impegnarsi per permettere alla sua squadra ed al suo pilota, lo spagnolo Toni Elias, di presentarsi al via delle prime due gare del mondiale che si correranno in Australia a fine Febbraio. Ora sembra che il più sia fatto e che il team Red Devils possa portare a 25 (che potrebbero diventare anche 27 nel caso venga accolta la domanda del team Bimota Alstare) il numero dei piloti al via del mondiale Superbike 2014. La scorsa stagione dopo un ottimo inizio con Michel Fabrizio, la squadra di Petricca sostituì il pilota italiano con lo spagnolo Toni Elias, che si dimostrò subito a suo agio sull’Aprilia RSV4 ed ottenne risultati lusinghieri, pur senza salire mai sul podio. Elias ha sempre dichiarato di sentirsi a casa sua nel team Red Devils e lo ha confermato anche questo inverno, quando ha rifiutato numerose proposte per attendere le decisioni di Petricca e della sua squadra. Ecco le dichiarazioni del manager capitolino.
Rivedremo il team Red Devils al via del mondiale SBK 2014? A che punto siete?
«Il nostro obiettivo è quello di essere presenti nel mondiale SBK 2014 fin dalla prima gara in Australia, con Toni Elias e la RSV4 Aprilia. Stiamo definendo gli ultimi dettagli e sappiamo che spesso proprio i dettagli possono fare la differenza. Di conseguenza questa è una fase delicata ed importante. Comunque posso dire di avere un team ed un pilota sicuramente molto determinati a far bene in questa nuova stagione».
Il vostro campionato 2013 non è stato facile, ad iniziare dall’ avvicendamento Fabrizio-Elias. A distanza di tempo come lo valuti?
«Ritengo che si debba trovare in ogni difficoltà l’opportunità per crescere e per fare meglio. Nel nostro caso credo che tutte le parti in causa abbiano saputo cogliere delle opportunità dalle loro difficoltà. Il mio è un bilancio positivo e posso dire che le cose sono andate molto bene visto che ci hanno portato ad accogliere nella nostra squadra un pilota del calibro di Toni Elias, che non ha certo bisogno di presentazioni e che si è dimostrato subito in sintonia con la mia squadra, sin dalla prima gara di Istanbul».
La nuova classe Evo è una categoria interessante che non sottovaluteremo anche perché rappresenta il futuro della Superbike
Cosa ne pensi della nuova categoria Evo?
«Il mio team ed io siamo al momento concentrati e stiamo lavorando sulla SBK, ma nel corso della stagione saremo senza dubbio attenti a come si evolverà la nuova classe Evo. E’ certamente una categoria interessante, che non sottovaluteremo anche perché rappresenta il futuro della Superbike, visto che nel 2015 correranno solo questo tipo di moto, anche se la momento non sappiamo ancora di preciso con quali regolamenti».
Gareggerete in una SBK sempre più competitiva. Chi pensi potrà lottare per il titolo?
«I primi test hanno evidenziato una Suzuki molto veloce ed hanno confermato il potenziale dell’Aprilia e della Kawasaki. Non è mia abitudine fare pronostici, però posso dire che mi aspetto una stagione estremamente combattuta, nella quale ci saremo anche noi con l’obiettivo di poterci inserire con costanza nel gruppo dei migliori. Toni Elias è molto determinato ed ansioso di lottare per le prime posizioni e da parte nostra faremo il massimo per offrirgli il miglior supporto possibile».
Quale futuro vedi per i team privati ora in SBK e in futuro in Evo?
«La Dorna sta facendo un ottimo lavoro per rilanciare il campionato e la presenza di diverse Case impegnate direttamente o indirettamente ne è la prova concreta. In SBK in futuro vedremo un numero crescente di team privati e questo sarà possibile proprio grazie alla nuova classe Evo, che rappresenta un’ottima possibilità per una squadra privata. Questa stagione ci servirà per capire che direzione seguire in futuro ed in ogni caso con la SBK o con la Evo lo spettacolo per il pubblico non mancherà di certo».
Il calendario 2014 sembra non tener conto della crisi e della necessità di diminuire i costi.
«Sì è un calendario impegnativo, però questo è un campionato del mondo e quindi anche il calendario deve rispecchiare questa titolazione, correndo in tutti e cinque i continenti. In caso contrario sarebbe solamente un campionato europeo. D’altronde come sappiamo, il motorsport è una pratica molto costosa che necessita di budget importanti che vanno definiti e trovati. In caso contrario nessuno è obbligato a partecipare al mondiale SBK».