Un team ambizioso e tecnicamente competente, una moto dal grande potenziale e due piloti smaniosi di confermarsi ai massimi livelli. Se a tutto questo aggiungiamo un title sponsor (merce alquanto rara di questi tempi) abbiamo la fotografia ben chiara del team BMW Motorrad Italia GoldBet che ieri è stato presentato alla stampa in una delle sale dello storico autodromo di Monza.
Non si può certo dire che la squadra di Andrea Buzzoni, Direttore di BMW Motorrad Italia, non abbia bruciato le tappe. Dopo aver debuttato nel 2010 nei campionati delle derivate dalla serie dominando la Superstock 1000 FIM Cup con Ayrton Badovini, lo scorso anno il team ha fatto il grande salto nel mondiale Superbike, ottenendo ottimi risultati nonostante il fatto che il compagno di Badovini, il due volte campione mondiale Superbike James Toseland, abbia disputato solo poche gare, vittima di un infortunio talmente grave da indurlo al ritiro. Ayrton ha concluso il campionato al decimo posto della classifica piloti con 165 punti, sfiorando il podio a Misano, quarto dietro ad Haga per pochi decimi di secondo.
Forte della squadra capitanata da Serafino Foti, che tanto bene aveva fatto in precedenza con Ducati, il debuttante team BMW Motorrad Italia lo scorso anno ha lavorato così bene da trovare soluzioni per la S1000RR talmente valide che la squadra ufficiale della Casa madre, che era invece al suo terzo anno in Superbike, le ha utilizzate per i propri piloti. Prendendo spunto da questo abbiamo provato a mettere (bonariamente) in difficoltà Buzzoni chiedendogli se fosse stata la sua squadra a mostrare alla BMW che per vincere ci vogliono gli italiani.
Andrea Buzzoni
«BMW ha una grande tradizione nelle corse automobilistiche, ma a fare la storia delle corse in moto sono da sempre italiani e spagnoli – ci ha risposto il Direttore di BMW Italia - Ciò non toglie che la nostra moto sia frutto della tecnologia tedesca e che la nostra azienda stia acquisendo in pochi anni quel know how nelle corse motociclistiche che altri hanno impiegato molto più tempo a fare proprio».
Come prevedi possa essere il campionato mondiale che sta per iniziare?
«Sarà un campionato difficilissimo e molto combattuto, con sei, sette piloti in grado di aggiudicarsi il titolo e dieci, dodici in grado di vincere le gare. Quasi impossibile fare un pronostico».
E quali sono le ambizioni della tua squadra? Quali obiettivi vi siete posti?
«Il nostro target è quello di stare stabilmente nella top five. Al debutto in Superbike siamo entrati nei primi dieci e quindi ora vorremmo fare un ulteriore decisivo passo in avanti».
Siete stati ad un passo da Carlos Checa
«Sì, abbiamo avuto la lucida follia di fare una proposta al campione del mondo pur sapendo che probabilmente per noi sarebbe stato un azzardo schierare un pilota come Carlos nel nostro secondo anno in Superbike. La possibilità era allettante, ci abbiamo provato e il sabato sera a Portimao sembrava che il progetto potesse realizzarsi. Poi invece la domenica mattina è cambiato tutto, ma non abbiamo rimpianti».
Ayrton Badovini e Michel Fabrizio
Dimenticato Checa, i piloti scelti per il 2012 sono stati Ayrton Badovini e Michel Fabrizio. Gemelli diversi.
Gemelli perché entrambi hanno vinto e si sono messi in evidenza nella Superstock 1000. Gemelli perché entrambi hanno avuto una carriera caratterizzata da alti e bassi, da momenti fortunati e da altri che lo sono stati molto meno. Michel è stato per alcuni anni nel team ufficiale Ducati ai tempi di Tardozzi, ma lo scorso anno ha fatto molta fatica nel team Alstare Suzuki, tanto da confidarci di aver addirittura pensato al ritiro.
Ayrton una squadra ufficiale l’ha solo sfiorata, visto che il team PSG1 Kawasaki, che avrebbe dovuto lanciarlo in Superbike dopo una buona annata trascorsa in prestito al team Pedercini, ha chiuso i battenti lasciandolo tragicamente a piedi.
Diversi come il diavolo e l’acqua Santa
Serio, riservato e sempre pacato il “polentone” Ayrton da Biella, estroso, imprevedibile e guascone il “romanaccio” Michel da Frascati.
Diversi, ma accomunati dalla fortuna di essere stati ingaggiati dal team BMW Italia che offre loro su un piatto d’argento la possibilità di dimostrare le rispettive doti e di consacrarsi tra i top rider della Superbike.
«Innanzitutto sono contento di essere ancora qui con il team BMW Motorrad Italia perché di questi tempi poter far parte di una squadra così seria e competitiva la considero una grande fortuna». Queste sono state le prime parole di Badovini, di chi ha conosciuto la fame (dal punto di vista motociclistico) e quindi sa apprezzare il pane. «Il mondiale Superbike è forse il campionato più difficile, ma sono fiducioso in quanto la moto è migliorata molto – ha proseguito Ayrton – e noi abbiamo un anno di esperienza in più. Spero di acciuffare quel podio che nel 2011 mi è sfuggito per un soffio».
Il Badovini visto a Monza ci è apparso conscio dei propri mezzi e forte della fiducia di tutta la sua squadra. Questo sarà un anno importante per lui, un anno da “dentro o fuori”. Dentro o fuori la ristretta schiera dei top rider.
Discorso molto simile per Michel. «Negli anni passati ho fatto molti errori – ha detto il pilota romano durante la presentazione- ogni tanto anche noi piloti ci fermiamo a ragionare, a fare un consuntivo del nostro passato ed io ho capito che di errori non ne posso più fare. Qui ci sono tutte le possibilità per far bene ed io dovrò essere più costante e sbagliare di meno. Ho un nuovo manager ed un nuovo preparatore atletico e sono in piena forma sia del punto di vista fisico che psicologico. A Dicembre mi sono operato alle braccia per risolvere alcuni problemi fisici che negli ultimi anni mi avevano limitato. L’operazione è andata bene e domenica a Vallelunga ho percorso una decina di giri proprio per mettere alla prova le braccia sotto sforzo. L’esito è stato molto positivo e questo mi da ulteriore morale per la stagione ormai alle porte».
Michel ci è sembrato sereno e sicuro di sé. Conosciamo da anni il pilota di Frascati e anche se sta cercando di mantenere un profilo basso, lo abbiamo visto felice e consapevole della fiducia che lo circonda. Assieme a Serafino Foti Fabrizio troverà anche molti dei tecnici con i quali ha lavorato nel team Ducati Xerox. Persone che conoscono i tasti giusti per scatenare l’indubbio talento di Michel che, se come sembra ha trovato le giuste motivazioni ed il giusto ambiente, può ottenere qualsiasi risultato.
Test in vista
In Australia la squadra di Andrea Buzzoni disputerà cinque giornate di prove (il 13,14 e 15 prove libere, il 20 e 21 prove Infront) prima di affrontare il primo round del mondiale 2012 nel weekend del 24, 25 e 26 Febbraio.
Il tempo delle presentazioni sta lasciando spazio alla pista ed al cronometro.
Stock 1000
Per quanto riguarda invece il team Stock 1000, il difficile compito di ripetere la fantastica stagione 2010 che ha portato il team BMW Italia alla vittoria del titolo è quest’anno sulle spalle di Lorenzo Baroni e del confermato Sylvain Barrier. Il primo è reduce da una stagione altalenante trascorsa nel team Althea all’ombra di Davide Giugliano, mentre il secondo ha mostrato talento, coraggio e un’irruenza che lo ha portato a commettere qualche errore, ma quest’anno sarà certamente uno dei piloti da battere.