Superbike Assen, le pagelle

Superbike Assen, le pagelle
Il caparbio Laverty rovina il weekend perfetto di Sykes e si avvicina in classifica al suo compagno di squadra Guintoli. Davies limita i danni mentre per Melandri il cammino è tutto in salita. Baz promosso, Giugliano rimandato a Monza. Crisi Ducati | C. Baldi
29 aprile 2013

Punti chiave

 E’ un campionato che parla sempre più inglese e francese, dove gli italiani non raccolgono risultati con i senatori ma nemmeno con le giovani leve. Sarebbe stato il weekend perfetto per Sykes che dopo la Superpole e la vittoria in gara uno stava facendo l’en plein in gara due, ma Laverty gli ha rovinato la festa.

 

Trasferta da dimenticare per il team BMW. Arrivata in Olanda con grandi ambizioni, la squadra di Buzzoni riparte con soli 28 punti, 20 dei quali raccolti da Davies, partito in gara dalla settima e dalla quinta fila. La Kawasaki, che avrebbe dovuto festeggiare al Motorland Aragon - la "sua" pista - lo fa invece ad Assen con i fantastici risultati della sua prima guida ed il terzo posto del giovane Baz. Questa non era la pista della verdona di Akashi bensì quella della Honda di Rea, che qui aveva vinto quattro volte in passato, ma che oggi ha dovuto accontentarsi di un secondo ed un quarto posto. La cura HRC/Cosworth (nuova elettronica) che tarda a rinvigorire la CBR1000RR e l’incidente capitato venerdì ad Haslam hanno tolto il sorriso al team Ten Kate.

 

In casa Suzuki l’infortunio spagnolo di Camier ha condizionato il weekend del team Fixi Crescent che, come se non bastasse, ha avuto anche un problema tecnico in prova che ha costretto Leon a partire dall’ultima fila. Cluzel si conferma una bella realtà ma alla fine la casa di Hamamatsu raccoglie solo posizioni tra il settimo ed il nono posto.

 

Ma sta peggio il team Ducati Alstare che in Olanda sperava di iniziare di raccogliere i frutti del lavoro che da mesi interessa la nuova 1199 Panigale. In prova Carlos fa miracoli, ma poi in gara raccoglie solo due decimi posti ed il suo compagno di squadra Badovini, dolorante per le troppe cadute, non riesce a far meglio. Il fatto che il privato Neukirchner si classifichi sempre a ridosso dei due ufficiali dimostra che al momento la Panigale non possa fare di più, privata o ufficiale che sia. E’ presto per recitare il “de profundis” ma è innegabile che la 1199 stenti a decollare, avvalorando le teorie di chi pensa che sia un progetto destinato a fallire. Noi restiamo dell’idea che per giudicare una moto nuova come la Panigale ci voglia almeno una stagione, come hanno dimostrato Kawasaki e BMW che hanno impiegato qualche anno prima di vincere le gare (ma non i campionati).

 

Il fatto che in Superstock 1000 La Marra e Canepa siano saliti sul podio di Assen (davvero bravi i ragazzi del team Barni) fa ben sperare la Ducati, ma il prossimo appuntamento di Monza non promette nulla di buono. E’ di poche ore la notizia che è stato rivisto il regolamento tecnico Superbike e che l’air restrictor che limita le prestazioni della 1199 passa da 50 a 52 mm. Un “aiutino” che però non sembra certo poter risolvere tutti i problemi del team Ducati Alstare.

 

Aria diversa in casa Aprilia. La Casa di Noale guarda tutti dall’alto del primo e secondo posto in classifica di Guintoli e Laverty e si coccola l’irruento talento di Giugliano.  Biaggi o non Biaggi (torno, non torno, forse…..) in testa al campionato c’è ancora la RSV4. Ecco i nostri voti ai protagonisti di Assen

 

Tom Sykes – Mr. Superpole non si smentisce nemmeno ad Assen, ma questa volta mette a frutto la pole position dominando gara uno. Parte come un missile e si rivela una vera e propria macchina da guerra, che stritola i suoi avversari girando sotto l’1’37 sino a poche tornate dal termine. Nella seconda manche invece Laverty lo prende in contropiede e lui non riesce a trovare lo spiraglio per rendere indimenticabile questo suo weekend olandese. Quasi perfetto. Voto 9,5

 

Il duello fra Sykes e Laverty che ha infiammato gara-2
Il duello fra Sykes e Laverty che ha infiammato gara-2
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Eugene Laverty – Che grinta! Nella seconda manche resta attaccato a Sykes con le unghie e con i denti e come un ciclista lascia che sia Tom a tirare sino al traguardo per poi superarlo e vincere in volata. In gara uno resta sino alla fine nel gruppo degli inseguitori e il podio gli sfugge per meno di mezzo secondo. Tira fuori le unghie al momento giusto ed acciuffa la seconda posizione in classifica. E ora c’è Monza dove Eugene ha vinto le sue prime due gare in Superbike. Ritrovato 8,5

 

Jonathan Rea – Non vince sul circuito di casa, ma ha molte attenuanti. La nuova elettronica ancora non ne vuole sapere di funzionare e Johnny sopperisce ai problemi della sua CBR con il polso destro. Secondo in Superpole, vince la battaglia per il secondo posto in gara uno (da cineteca il suo chirurgico sorpasso su Guintoli a poche curve dal traguardo) mentre nella seconda deve cedere il podio a Baz per 42 millesimi. Dimostra di aver acquisito una notevole maturità, sfruttando al massimo quello che mamma Honda gli mette a disposizione. Il tutto senza commettere più quegli errori che sino a pochi anni fa ne caratterizzavano la guida, tutta genio e sregolatezza. L’impressione è che meriterebbe una moto più performante. Voto 8

 

Sylvain Guintoli – Non brilla come in Australia, ma porta ancora a casa molti punti e mantiene la testa della classifica. Dopo cinque podi consecutivi in gara due è solo sesto e cede la quinta posizione a Davies per 45 millesimi. Corre per il titolo e se quando va male fa sesto, per i suoi avversari saranno dolori. Voto 7,5

 

Loris Baz – Quinto in Superpole, il ventenne francese ripete la posizione in gara uno mentre nella seconda conquista di prepotenza il suo quarto podio in carriera in Superbike (il primo su pista asciutta in quanto a Silverstone e a Brno la pista era bagnata o umida). E’ veloce e non commette errori e chissà dove potrà arrivare quando sarà anche più esperto e più convinto dei suoi mezzi. Capitan Futuro? Voto 7,5

 

Chaz Davies – Cercansi amuleti e maghi in grado di scacciare le negatività. In Superpole ha problemi alla moto e dopo essersi quasi qualificato alla fase successiva con un motore che va a tre cilindri, non può tornare in pista per problemi elettronici e in gara gli tocca partire dalla quinta fila. Cade nel warm up e quella che sembra una innocua scivolata quasi distrugge la sua S1000RR. I meccanici completano a tempo di record una nuova moto partendo dal rolling chassis e lui li ripaga con due rimonte da incorniciare. Il tutto senza un lamento o una recriminazione. Iceman. Voto 7

 

Marco Melandri – In prova non riesce a sistemare la sua BMW e non trova quel feeling con la moto bavarese che lo scorso anno gli aveva fatto vincere molte gare. In Superpole non brilla e parte dalla terza fila, ma il peggio per lui deve ancora arrivare e la sfiga che in questo weekend ha preso di mira il box BMW si manifesta sotto forma di una catena che si rompe e di un’elettronica che fa i capricci. Il risultato è che torna a casa con soli 8 punti mentre i suoi avversari si allontanano. Urge risorgere a Monza. Voto 6

 

Davide Giugliano – La sua squadra sta prendendo le misure alla RSV4 e anche Davide inizia a capire come sfruttare al massimo il grande potenziale della moto di Noale. Si aggiudica le qualifiche alla Superpole e conquista una buona seconda fila per le gare. In gara uno non riesce a tenere il passo dei primi e nella seconda si mette in testa di andare a riprendere Laverty e Sykes ma colleziona invece la sua terza casella vuota in classifica. Nel “cantiere Giugliano” i lavori sono ancora in corso, ma quello che si intravede fa ben sperare. Voto 7

 

Neukirchner si classifica a ridosso dei due ufficiali dimostrando che al momento la Panigale non può fare di più: è presto per recitare il “de profundis” ma è innegabile che la 1199 stenti a decollare

Carlos Checa – In prova Carlos ci mette tanto del suo e riempie di speranza i tifosi della rossa, ma poi in gara la realtà è diversa e nemmeno un campione come lui riesce a fare più del decimo posto. Un momento davvero difficile per lui e per la Ducati, che deve far quadrato e lavorare a testa bassa. Non bastano sei manche per giudicare un progetto ed una moto completamente nuovi. E Carlos non si discute. Voto 6,5

 

Jules Cluzel – Ecco un altro prodotto della scuola francese che si è adattato in fretta alla Superbike. Va forte e commette pochi errori e non guida certo la moto migliore del lotto. Ottavo nella prima manche, viene tradito dalla sua GSX-R1000 nella seconda. Per ora fa bene il suo compitino. Voto 6,5

 

Leon Camier – Sino a giovedì pomeriggio non sapeva nemmeno se sarebbe stato in grado di correre. Poi una volta in pista stringe i denti e resiste al dolore al ginocchio ferito al Motorland Aragon. Porta a casa sedici punti e proprio non gli si può chiedere di più.  Voto 7

 

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