Superbike. Le pagelle del GP di Aragon

Superbike. Le pagelle del GP di Aragon
Dieci e lode per i campione del mondo in carica, autore di una splendida doppietta; 9 per Baz e 7,5 per Giugliano, grintoso e spettacolare. Un bel 7 per Melandri, scostante a causa delle gomme; 7,5 per Rea e Camier | C. Baldi, Aragon
14 aprile 2014

Punti chiave

Hulk è tornato. Phillip Island non è mai stata una delle sue piste preferite, ma una volta rientrati nel vecchio continente Sykes ha sentito aria di casa e per i suoi avversari c’è stato ben poco da fare. Ma Tom deve fare attenzione, perché come abbiamo già scritto ora uno dei suoi più temibili avversari siede proprio accanto a lui, nello stesso box. Baz è cresciuto moltissimo e complimenti alla Kawasaki che ha avuto la pazienza di aspettarlo. In casa Aprilia gioie e dolori. Le gomme che Melandri aveva scelto per gara uno andavano bene… per gara due, quando la temperatura si è alzata. Con gli pneumatici giusti però Melandri ha fatto vedere di poter stare molto vicino a Sykes e forse proprio il duello tra l’inglese e l’italiano potrebbe essere da qui in poi il leitmotiv di questo mondiale 2014.

Ma gli outsider di lusso non mancano proprio e sono loro che renderanno ancora più interessante questo mondiale, ad iniziare dai piloti Ducati. Aragon non è certo una pista favorevole alle bicilindriche di Borgo Panigale, ma Giugliano e Davies hanno fatto delle buone gare, anche se condite da alcuni errori, ma soprattutto la moto ha dimostrato di essere la sorella maggiore di quella che l’anno scorso aveva scatenato forti critiche alla casa italiana, rea per molti di aver partorito un progetto sbagliato.

Ducati in netta ripresa quindi, così come la Honda, che però va forte solo con Rea, uno degli outsider ai quali facevamo riferimento prima. Certo le capacità di Johnny non si discutono, ma forse sarebbe ora di mettergli al fianco un giovane talentuoso, che possa dare alla CBR quel qualcosa in più che per ora solo Rea riesce a dare (Van Der Mark?). Altalena Suzuki. Troppo bella quella vista in Australia e troppo brutta quella vista ad Aragon. Quale delle due è quella vera? Laverty e Lowes che a Phillip Island avevano fatto meraviglie in Spagna non si sono quasi mai visti. Forse per migliorare l’affidabilità si sono persi dei cavalli?

Bentornata Bimota. Se il buongiorno si vede dal mattino, a Rimini possono iniziare a sognare.
Con una moto che da poco vede la pista, Badovini ha fatto meraviglie mentre Iddon è sembrato un po' acerbo. Speriamo che la BB3 ottenga presto l’omologazione, perché non è bello vederla sparire dalla classifica non appena taglia il traguardo (certo almeno per qualche minuto potrebbero lasciarcela).

Lavori in corso in casa MV, ma si sapeva. Corsi aveva fatto abbastanza bene in prova, ma le sue gare spagnole sono state da dimenticare. Le EBR invece viaggiano costantemente in fondo alla classifica e forse avrebbero bisogno di due piloti-collaudatori più esperti e che magari conoscano le piste dove si corre il mondiale Superbike.

Interessante e combattuta lotta a tre nella classe Evo. Canepa, Camier e Salom hanno una marcia in più rispetto ai loro avversari ed il loro duello si protrarrà sino alla fine (ammesso che Camier resti anche dopo il ritorno di Barrier). Come in Australia Canepa stravince in prova, ma poi in gara fa più fatica, al contrario di Salom. Tra i due ora si è inserito Camier che in pratica ha visto la sua S1000RR solo ad Aragon, ma ha saputo già portarla al primo posto Evo (gara 1).

Sono stati oltre 24.000 gli spettatori nei tre giorni aragonesi, la maggior parte dei quali ovviamente la domenica, nonostante orari che non sono certo comodi per il pubblico, visto che per assistere a gara 1, che parte alle 10,30, bisogna alzarsi al canto del gallo.
Ma ormai l’importante è favorire le televisioni e non il pubblico. Tristezza.

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LE PAGELLE



Tom Sykes
Penso che questa volta saremo tutti d’accordo nel dare a Tom un bel 10 e lode. Superpole, gara 1 e gara 2, dopo essere stato in testa dall’inizio alla fine. Stratosferico. Il binomio Sykes/Kawasaki in Spagna è stato perfetto. L’inglese non solo è stato sempre velocissimo, ma ha fatto quello che gli pareva. In gara uno è partito in testa con un passo insostenibile per i suoi avversari, mentre in gara due si è trascinato dietro Baz e poi Melandri, ma negli ultimi due giri, e quindi con gomme usurate, ha aumentato il suo ritmo e non ha permesso ai suoi due agguerriti inseguitori di superarlo. E’ il campione del mondo, l’uomo da battere. 10 e lode


Loris Baz
 
Il francesino ha capito che questo per lui è l’anno decisivo. La Kawasaki ha investito su di lui ed ora vuole incassare. Ormai è in Superbike da tre anni e pur essendo ancora giovane, ha i mezzi e la moto per stare con i primi. Ad Aragon ha reso trionfali i successi della casa di Akashi. Ha lottato con la sua solita grinta e nel finale si è affacciato timidamente alla ruota anteriore del suo titolato compagno di squadra, che ringhiando lo ha ricacciato indietro. Sarebbe stato terzo senza il lungo di Melandri, ma le sue restano due ottime gare. Voto 9


Marco Melandri
Dottor Jekyll e Mr.Hide, a causa delle gomme. In prova aveva lavorato proprio in funzione della gara, ma gli pneumatici che avevano funzionato bene venerdì e sabato, la domenica mattina, con temperature più fresche, lo hanno tradito. Marco si abbatte nelle avversità e si esalta quando le cose vanno per il meglio. Gara uno da dimenticare e gara due da ricordare. Nel finale gira mezzo secondo più veloce dei mattatori verdi, ma quando li raggiunge si fa prendere dalla foga ed un errore nel rampino all’ultimo giro, gli nega quello che sarebbe stato un meritato secondo posto. Riteniamo sia lui il vero antagonista di Sykes per il titolo, ma 26 punti dopo 4 gare sono tanti e da ora in poi dovrà sbagliare pochissimo. Voto 7


Davide Giugliano
Si erano dimenticati di dirgli che la pista di Aragon non è adatta alle Ducati e lui ha lottato per il podio sino alla fine. Generoso, grintoso e spettacolare. Quello che ci voleva per la Ducati. Porta in alto la Panigale, ma purtroppo nella seconda manche un’errata scelta di gomme lo obbliga ad una gara anonima. Il suo contatto con Rea gli nega il podio, ma lui è un cavallo di razza e in quelle occasioni ci prova e ci proverà sempre. A noi piace così. Voto 7,5


Sylvain Guintoli
La formichina francese porta a casa due piazzamenti, ma non convince. Anche lui è penalizzato da una poco felice scelta di gomme nella prima manche, ma nella seconda non mostra gli artigli come invece fa il suo compagno di squadra. Forse è più apprezzabile il sesto posto di gara uno, con gomme finite, che non il quarto di gara due. Non infiamma le folle, però è terzo in classifica a soli undici punti dalla vetta. Voto 6,5


Jonathan Rea
Facciamo una colletta e gli facciamo fare una gara con l’Aprilia? Il suo compagno arriva ottavo e nono e lui sale sul podio e poi fa quinto. Qual è il vero potenziale della Honda? La verità è che Johnny guida sopra i problemi e ci da sempre del gran gas. Se la sua moto continuerà a migliorare come ha fatto in questo inizio di stagione, forse non sarà necessaria la colletta per vederlo lottare per il titolo, forse già dalle prossime gare che si correranno ad Assen, il suo circuito di casa. Voto 7,5


Chaz Davies
Ancora alti e bassi per Chaz, quarto in gara uno, ma in terra in gara due. Dimostra di non essersi ancora adattato perfettamente alla Panigale, ma di certo non è cosa facile. Al contrario del suo compagno di squadra lui è molto meticoloso e quindi ci mette un poco di più a sfruttare una moto senza dubbio particolare. Diamogli ancora un poco di tempo. Voto 6,5


Eugene Laverty
La sua Suzuki non si adatta a questo tracciato e soffre quando il serbatoio è pieno. Ecco perché Eugene si sta specializzando in poderose rimonte. A complicare le cose si sono aggiunti problemi al freno motore ed un contatto con Elias che in gara due gli ha fatto perdere posizioni. Limita i danni con un quinto ed un sesto posto. L’impressione è che lui potrebbe fare di più, ma la Suzuki pur se migliorata, non è ancora al top. Voto 6


Toni Elias
Corre davanti al suo pubblico e dopo aver fatto fatica in qualifica, in gara ci mette del suo, anche se settimo e nono non sono risultati esaltanti, soprattutto se guidi un’Aprilia (anche se privata). Il suo team gli sta sistemando la RSV4 come lui preferisce e speriamo che Toni trovi presto il giusto feeling con la sua moto e raggiunga i risultati che ci tutti si aspettano da lui. Voto 5,5


Leon Camier 
Sale per la prima volta sulla BMW venerdì mattina e si piazza primo e terzo delle Evo in gara. Team e moto sono eccellenti, ma lui dimostra di essere un grande professionista. Avrebbe vinto la sfida delle Evo anche in gara due, se il cambio non avesse fatto le bizze proprio nelle ultime curve, ma come esordio non è niente male. Voto 7,5


Niccolò Canepa 
Stesso copione dell’Australia : primo in prova e secondo in gara (a parte il problema tecnico in gara uno). Ma al contrario di Phillip Island questa non è una pista adatta alla Panigale Evo e in Spagna Niccolò ha dimostrato abilità e carattere. Arriveranno piste più facile per lui e per la sua moto e sarà una bella lotta sino alla fine tra lui, Salom e Camier. Voto 7


David Salom
La sua mano destra è messa decisamente male, ma David non si lamenta e stringe i denti, portando a casa un primo ed un secondo posto Evo che gli fanno onore. La Kawasaki sembra essere la moto da battere nella sua categoria, ma David dovrà guarire in fretta, perché i suoi avversari sono sempre più agguerriti. Stoico. Voto 7,5


Claudio Corti 
Dura la vita del pilota/collaudatore, specialmente se si arriva dalla GP e si sa che con un’altra moto si potrebbe probabilmente lottare con i più forti. Ma che la strada fosse lunga e difficile Claudio lo sapeva e quindi testa bassa e pedalare. Quello spagnolo è stato per lui un weekend da dimenticare, ma lui e la sua squadra continuano a lavorare e quindi aspettiamo qualche altra gara prima di giudicarli. Ng. Non giudicabile


Ayrton Badovini
Rinuncia a varie offerte per sposare il progetto Bimota e viene ripagato con una moto che al debutto gli consente di finire in zona punti, anche se i punti poi non gli vengono riconosciuti per motivi omologativi. Bravi i tecnici del team Alstare a mettere in pista una moto già in grado di competere con le migliori Evo, ma tanto merito va ad Ayrton che unisce il cuore alla manetta. Voto 8

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