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Il calendario Superbike 2014 è il più oneroso ed illogico che sia ma stato redatto nella storia di questo campionato. Mentre la GP ottimizza le trasferte, spostandosi da uno stato extraeuropeo ad un altro (con evidenti risparmi per team e piloti) la carovana dei campionati delle derivate dalla serie non tiene conto della cartina geografica e così dopo la trasferta australiana anziché spostarsi in Malesia o in Qatar, rientra in Europa per poi andare in Malesia a Giugno e in Qatar (forse) a Novembre. Il tutto dopo che Dorna ha più volte affermato come sia indispensabile ridurre i costi, per attirare nuovi team e di conseguenza nuovi sponsor. L’anno scorso il promoter spagnolo aveva l’alibi di essersi trovato tra le mani un calendario redatto di fatto dalla Infront, ma quest’anno?
Il campionato è iniziato a Febbraio e a fine Marzo non esiste ancora un calendario definitivo: le gare di Sepang, Pakisa e Losail devono ancora essere confermate. Nel 2013 a poco più di un mese dal termine della stagione, venne annullata la trasferta di Delhi. Quest’anno di quante gare sarà composto il calendario definitivo? Ma soprattutto : quando verrà comunicato?
Il fatto di non poter programmare le trasferte non è certo una buona notizia per i team e per le Case, ma purtroppo non rappresenta nemmeno il loro problema principale, che riguarda invece i regolamenti.
In occasione della nostra visita al Reparto Corse Aprilia, chiedemmo a Romano Albesiano quali intenzioni avesse la casa di Noale per la Superbike del 2015 e la sua risposta fu : «Quale Superbike? Ad oggi non sappiamo ancora con quali moto si correrà nel 2015». Sono passati due mesi, ma la situazione non è cambiata. La riunione che si è tenuta a Phillip Island tra MSMA e Dorna è stata solo una tappa di avvicinamento verso un nuovo regolamento, che non si sa quando potrà vedere la luce. Senza regolamenti e senza un calendario definitivo, come si può pensare che le Case ed i team possano investire nella Superbike? Specialmente di questi tempi, nei quali i budget sono sempre più difficili da reperire, la programmazione e l’ottimizzazione dei costi diventano assolutamente indispensabili per chi voglia spendere qualche milione di euro nelle competizioni motociclistiche.
A tutt’oggi quindi non possiamo non rilevare come l’impegno della Dorna in Superbike sia stato insoddisfacente. Gli spagnoli si sono più volte lamentati di aver trovato una situazione difficile e non sono mai mancate le critiche (più o meno velate) al precedente gestore, Infront Motorsport. Però prima dell’avvento del promoter spagnolo, le cose in Superbike funzionavano, i regolamenti si conoscevano per tempo ed i calendari definitivi erano tali ad inizio stagione. Gli interventi della Dorna sino ad ora si sono limitati a snaturare quello “spirito Superbike” che invece gli spagnoli avevano dichiarato di non voler intaccare. La Superpole ha lasciato il posto a qualifiche fotocopia di quelle MotoGP ed il paddock show (storico punto di incontro tra pubblico e piloti) è stato ridotto da due ad un solo appuntamento. Quello che era lo stile Superbike assomiglia sempre di più a quello asettico ed elitario della MotoGP. Ma i due campionati non dovevano mantenere caratteristiche differenti?
La situazione nella Superbike targata Dorna non è per niente rosea e non si riesce a capire come mai un’azienda con tanta esperienza e capacità organizzative non riesca a impostare direttive chiare e durature, che faciliterebbero la crescita di un campionato da sempre spettacolare ed interessante.
Per rispondere a questa domanda possiamo valutare tre ipotesi.
La prima è che la Dorna non abbia le capacità per gestire contemporaneamente i due campionati mondiali motociclistici più importanti al mondo.
La seconda è che la gestione della Superbike passi in secondo piano o sia addirittura condizionata da quella della GP.
La terza è che Dorna intenda impoverire la Superbike a favore della GP.
Sinceramente non sappiamo quale delle tre ipotesi sia quella più vicina alla realtà, ma lo scopriremo in un futuro non certo remoto. La nostra speranza è che Dorna riesca al più presto a fare chiarezza, con regole giuste e durature e che il suo impegno sia rivolto al bene di questa categoria che, nonostante tutto, conta ancora tanti appassionati in tutto il mondo ed un crescente interesse da parte di case e team.