Squadra che vince non si cambia ma se possibile si potenzia. A Civita Castellana il team Althea ha presentato la nuova livrea delle sue moto ed ha confermato la ferma volontà di restare sul gradino più alto del mondiale Superbike con Checa e di puntare in alto anche con Giugliano. Genesio Bevilacqua raccoglie la sfida lanciatagli dai team ufficiali e affianca al cavaliere Checa lo scudiero Giugliano. Uno scudiero che si potrebbe rivelare una scomoda presenza sia per lo spagnolo che per gli avversari.
La presentazione della formazione Althea 2012 è avvenuta nella sede dell’azeinda di ceramiche di Genesio che è anche sede della squadra e della sua stupenda collezione di moto da corsa (leggi il nostro articolo sulla collezione di Bevilacqua).
Oltre alla stampa erano presenti anche Paolo Flammini e Paolo Ciabatti, rispettivamente CEO e General manager di Infront Motor Sports, Ernesto Marinelli, Direttore del Progetto SBK per Ducati e numerosi sponsor tra i quali Tim e Snai che affiancheranno Unibat ed Althea in questa nuova avventura. Unibat, nota azienda produttrice di batterie per moto ed auto ha creduto sin dall’inizio nelle potenzialità della squadra italiana, ed il suo Amministratore Delegato Antonio Annoscia ha confidato di aver di fatto rinnovato il contratto per il 2012 già a Portimao, al termine di una stagione trionfale. Le due nuove aziende che faranno compagnia ad Althea e Unibat saranno Tim e Snai.
Legandosi al team Althea Racing, TIM, brand per la telefonia mobile di Telecom Italia, amplia la propria partnership con Ducati estendendo al mondiale Superbike l’intesa di sponsorship che già lega le due aziende nella MotoGP. Snai è invece leader in Italia nella gestione delle scommesse e dei concorsi a pronostici ed il suo Amministratore Delegato Stefano Bortoli ha affermato che la squadra di Civita Castellana incarna alla perfezione passione, energia e sport, valori in cui Snai si riconosce e che vuole portare all'attenzione del grande pubblico.
L'intervista a Davide Giuliano
Al termine della presentazione abbiamo posto alcune domande a Carlos Checa (
ascolta l’audio della sua intervista) e a Genesio Bevilacqua (
ascolta l’audio della sua intervista) mentre con Davide Giugliano abbiamo fatto una chiacchierata che vi riportiamo qui di seguito.
Davide ormai ci siamo. Tra poco inizierà il mondiale Superbike. Ti senti emozionato?
«Per ora no, ma sono sicuro che l’emozione mi assalirà quando si accenderà il semaforo ed io mi troverò a partire vicino a Checa, a Biaggi, e Rea e a tutti gli altri. Però sono anche molto ansioso di partire, di andare in Australia e di buttarmi a capofitto in questo campionato».
E il debutto avverrà a Phillip Island. Una pista affascinante.
«Hai ragione. Ci ho corso in Supersport nel 2007 e me la ricordo molto bene. Io poi sono innamorato dell’Australia per cui il mio debutto non poteva avvenire in un luogo migliore. A dire il vero ho già debuttato in Superbike lo scorso anno a Portimao, ma l’ho considerato più che altro un assaggio e non un debutto vero e proprio. Ora sarà tutto diverso. Però sono pronto e vado in Australia felice, forte delle mie convinzioni ma anche curioso di vedere cosa posso fare».
Vedo che sei sereno, segno che la tua squadra non ti sta mettendo troppe pressioni.
«Il team sa benissimo che questo sarà il mio primo anno in Superbike e non mi sta creando nessuna pressione. Sono io che però mi rendo conto di far parte di quello che da molti viene considerato il migliore team del mondiale e potrò guidare la moto campione del mondo. Per questo pretenderò molto da me stesso pur sapendo che avrò avversari fortissimi ed esperti. Voglio imparare da loro, accumulare esperienza specialmente nelle prime gare per poi iniziare a puntare a qualche risultato che possa soddisfare sia me che la mia squadra ed i nostri sponsor».
Sei il campione uscente della Stock 1000 e corri da qualche anno. Pur non essendo certo un novellino quando sarai in pista non ti impressionerà il fatto di trovarti magari fianco a fianco con Biaggi, Melandri o magari Carlos?
«Se pensassi solo al loro nome forse preferirei lasciar perdere e non uscire nemmeno dal box. Trovandomi in una curva con piloti pluri campioni del mondo forse mi metterei a guardarli ed andrei fuori pista. A parte gli scherzi io li guarderò davvero, perché penso che mi possano insegnare molto, però non mi fermerò al loro nome. Sono uomini come me e come me hanno voglia di correre e di vincere. Io sono certo che nel mondiale Superbike ci sia ancora la possibilità di emergere a patto di tirare fuori tutto il proprio talento e di lavorare sempre con molta professionalità. Inoltre ho la fortuna di avere in squadra uno di questi campioni e sono convinto che questo per me sarà importante e mi potrà portare dei grandi insegnamenti».
L’anno scorso hai fatto una grande stagione, ma alcuni gli anni precedenti sono stati invece più difficili. Potendo tornare indietro c’è qualcosa che non rifaresti?
«No. Non c’è nulla del mio passato che cancellerei. Tutto quello che mi è successo è servito a farmi crescere e maturare. Ho avuto qualche esperienza negativa, ma proprio quelle forse mi hanno aiutato a comprendere meglio il mondo delle corse e a capire meglio le persone con le quali mi devo raffrontare. E non è un mondo facile».
Ora poi con la crisi economica è ancora più difficile, con molti piloti a piedi.
«Di questi tempi un pilota si deve ritenere fortunato solo per il fatto di riuscire a correre. Io sono doppiamente fortunato perché non solo posso correre, ma lo faccio in un team che rappresenta il sogno per molti dei miei colleghi. Godo della fiducia della squadra e della Ducati che mi hanno dato questa grande possibilità. Sono un privilegiato e ora sta a me sfruttare tutto questo».
Visto che hai provato la Superbike a Portimao, quali sono le differenze più rilevanti con una moto Stock?
«Le differenze sono notevoli. L’elettronica è stata per me una grande novità e mi sono trovato a sfruttare dei controlli che non conoscevo per niente. Ma l’elettronica non è la sola differenza rilevante. Basti pensare ai cerchi che sono diversi così come le gomme che sono slick e che ti fanno guidare in modo completamente diverso. Sono tante le cose che messe assieme fanno una notevole differenza. Poi per quanto ho potuto vedere a Portimao non è tanto difficile fare qualche giro buono, ma è difficilissimo farne molti. Bisogna correre sempre al limite e visto che i miei avversari lo fanno lo dovrò fare anche io».
Sembri in perfetta forma. Ti sei allenato molto?
«Mi alleno tutti i giorni in palestra e cerco di rispettare una dieta alimentare corretta. E’ indispensabile fare così se vuoi arrivare nel modo giusto ad un campionato e ad un'occasione così importanti».
Tra i tuoi avversari chi ritieni sia favorito nella corsa al titolo?
«Oltre ai senatori Checa e Biaggi, vedo favoriti quei piloti che sono ancora giovani ma hanno già molta esperienza. Mi riferisco a Rea e Laverty ma anche a Melandri. Personalmente mi è sempre piaciuto molto Leon Haslam e quindi, visti anche i miglioramenti della BMW, lo reputo in grado di lottare per il mondiale. Ovviamente noi daremo il massimo per fare meglio di loro».
Qual è il risultato che vorresti ottenere in questo tuo primo mondiale Superbike?
«L’obiettivo è quello di stare spesso nei primi dieci almeno nella prima metà del campionato. Nella seconda invece vorrei scalare qualche posizione per entrare anche nella top five. Questa è la mia ambizione ed è il mio obiettivo. Tra qualche settimana ti dirò se è anche attuabile».
Giugliano ci è sembrato molto maturo e sicuro di se e questo fa ben sperare la sua squadra ed i suoi tifosi.
Certamente Genesio Bevilacqua ci ha visto giusto ed ha fatto bene a puntare su di lui. Siamo davvero curiosi di vedere cosa potrà fare già a partire dalle prime gare, nella speranza che gli sia dato il tempo necessario per ambientarsi nel più difficile campionato del mondo e per esprimere tutto il suo talento.